Nati negli anni ’90, siamo già vecchi? Focus sugli oggetti che erano di moda e oggi in disuso
Noi nati negli anni ‘80 abbiamo dai 30 ai 40 anni circa e la vita ci è passata avanti in un lampo, oltre ad averci fatto vedere un cambiamento epocale di enorme portata.
Molti di quegli oggetti presenti durante gli anni ‘90 sono oggi in disuso e a noi mancano come fosse aria. La tecnologia è avanzata a passi da gigante, forse troppo grandi in confronto al nostro passato e nostalgico modo di vivere.
Anno domini 2024, il pianeta Terra sembra invecchiato di mille anni dopo tutte le sigarette (smog e inquinamento) che gli abbiamo fatto respirare. Anche noi, nati negli anni ‘80, abbiamo visibilmente mutato nel nostro aspetto fisionomico, ma ciò che ci fa più paura è il cambiamento delle attività che svolgiamo. Oggi, lo smartphone e il pc sono diventati parte integrante del nostro modo di vivere e con essi ci trascorriamo la maggior parte del tempo quotidiano.
Negli anni ‘90 gli smartphone non esistevano, ma c’era un semplice telefono cellulare con cui si poteva solamente chiamare o messaggiare con un altro interlocutore. I più attempati e volenterosi imparavano a usare le prime chat condivise (come gli odierni forum), in cui si poteva scrivere su una pagina dove qualsiasi utente poteva rispondere. Infine, si poteva anche scrivere in privato con qualcuno, ma le emoticon te le dovevi inventare: :), ;), :D, :P, etc..
C’era il lettore musicale con le cassette di piccole dimensioni, con su scritto le diciture Ascolto, Ritorno, Fermo e Registra. Talvolta poteva succedere che il nastro si incastrava o usciva fuori dall’oggetto. Quindi si prendeva una penna (rigorosamente) bic, la si infilava all’interno della rotella che reggeva il nastro e si tentava di aggiustarla, ma non sempre ci si riusciva. Senza dimenticare le videocassette, che avevano la stessa funzione di cui sopra, ma permettevano di mostrare le immagini, anche registrate con una telecamera. Sopra questi oggetti, poi, veniva aggiunta una semplice etichetta con su scritto titolo e autore, così da diversificarli dalla loro similarità.
Come si fa, poi, a non citare le schede telefoniche, come anche le cabine che permettevano di poter telefonare a chiunque e ovunque. In tantissimi collezionavano queste stravaganti schede, anche perché su di esse vi erano disegni, fotografie e immagini di diverso genere. Ognuna di loro possedeva una carica consumabile telefonicamente in lire, moneta di cui parleremo più in avanti, la quale si esauriva dopo pochi minuti di chiamata. Ma si poteva telefonare anche utilizzando i gettoni, i quali costavano (dal 1984) 200 lire l’uno, gli attuali 0,10 centesimi circa.
Per i più piccoli, ma neanche troppo, c’erano le biglie, con cui si giocava con gli amici sfidandosi e mettendo in palio anche quella più bella. Una buca, in mezzo a un prato, era la meta in cui questa palletta vetrata e colorata di piccole dimensioni doveva arrivare. Per non parlare del picchio, il quale si attivava, ruotando a grandi velocità, grazie a un cavo o un laccio. Per poterci giocare, però, bisognava avere una certa manovrabilità ed esperienza. Non era affatto semplice permettergli di rimanere in piedi per lungo tempo. Con giocattoli un po’ più pericolosi, poi, c’erano la mazzafionda e le pistole a molla o a gas.
Il Commodor 64, il Game Boy, il Tamagochi e le prime console (come la Play Station, il Nintendo e il Sega Master Sisters) erano, già, degli oggetti che si affacciavano alla contemporaneità più attuale. Anche i primi computer, rigorosamente fissi e di grandi dimensioni, erano il preludio a un avanzamento tecnologico impressionante. Si iniziava a superare il metodo di scrittura svolto con la macchina da scrivere e la maggior parte delle persone iniziava a fare i primi passi verso un mondo maggiormente connesso e dando il via alla globalizzazione più sfrenata.
Indimenticabili, poi, sono i vestiti anni ‘90, quelli che oggi definiamo vintage e che sono tornati di moda da diverso tempo. Buffalo e Dr. Martins la facevano da padrone fra i più giovani, come anche le solite scarpe da ginnastica che si utilizzano anche oggi. Le Classic e anche le Squalo della Nike erano di moda quasi ovunque nel nostro Paese, come anche i sottotuta dell’Adidas con i bottoni. Il famoso bomberino o la giacca a vento della North Face o della Napapjiri, poi, chiudevano insieme al giacchetto jeans o quello di pelle il vestiario di quei tempi. Poi, però, un discorso a parte va fatto con gli indumenti intramontabili, tipo le scarpe Clarks o le New Balance, ma anche i Jeans della Levi’s. Il modo di vestire identificava diversi tipi di persone e, talvolta, anche gli schieramenti politici da loro seguiti e apprezzati.
Gli zaini dell’Invicta, i quali andavano per la maggiore fra gli scolari di tutte le età, erano solo alcuni dei tanti altri oggetti utilizzati dai più giovani, sempre pronti a prendere spunti dalle mode lanciate in special modo dai contenuti proposti dalle televisioni (molto meno sviluppate delle attuali smart-tv).
Le sit-com in arrivo dagli Stati Uniti erano in grado di poterci proporre dei modelli di vita differenti dai nostri. Beverly Hills 90210 e Fonzie erano i promotori di una gioventù un po’ più progressista, a differenza dei Robinson, di 8 sotto un tetto e di Settimo cielo che, invece, erano più legati alla famiglia tradizionale, ma vista in versione comica o raccontata nello stile della commedia.
Anche le sit-com italiane, le serie tv e i vari programmi trasmessi dalle nostre emittenti (Casa Vianello, Nonno Felice, Buona Domenica, Domenica In) però, riuscivano ad avere un enorme seguito ed erano capaci di mostrare un’Italia basata sul concetto di famiglia e legata a delle relazioni amichevoli molto semplici e più ricche di genuinità nei rapporti. College e I ragazzi della Terza C erano le serie tv italiane un po’ più propense a mostrare un mondo giovanile in continua evoluzione negli atteggiamenti e maggiormente propensa al divertimento proposto attualmente.
I modelli di auto e di motocicli, poi, avevano una differenza estetica e tecnologica molto marcata in confronto agli esemplari proposti odiernamente. I Sì, il Ciao, il Booster, lo Scarabeo e la Vespa erano solo alcuni dei modelli più utilizzati da parte degli under 18. La Civic, il Golf, la Uno, la Tipo, la Panda, la Clio, la Twingo e tanti altri modelli utilizzati anche oggi erano proposti nelle loro prime e semplici forme. Poi c’era l’Ape 50, guidato per lo più dai nostri nonni e delle tante persone anziane che solitamente avevano una campagna e degli animali da governare.
Chiudiamo con la fantastica unità monetaria italiana, la Lira, durata fino alla sostituzione graduale svolta il primo gennaio del 1999 e ufficialmente sostituita dall’Euro il primo marzo del 2002. Con l’addio alla Lira, quindi, si è dato e detto addio ai mitici e nostalgici anni ‘90, anche perché grazie a essa sembrava che le economia domestiche di molti stessero messe meglio in confronto a oggi. Con le Mille lire, cartacee e con impressa l’immagine di Maria Montessori, si poteva acquistare un cono gelato oppure un qualsiasi tipo di gelato confezionato. Oggi, ad esempio, un cono gelato costa da 1,50 ai 3 euro. Mille lire di una volta sono equiparabili ai 0,50 centesimi circa odierni, anche se il potere d’acquisto è cambiato pesantemente nel tempo. Con le Mille lire si potevano acquistare: un giornale o una rivista, un biglietto dell’autobus, varie confezioni di cioccolatini o caramelle, bibite al bar oppure una bottiglietta d’acqua, un panino o una pizzetta nei locali o al bar, ma anche dei francobolli oppure vario materiale scolastico.
Michelangelo Loriga
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