Roberta Bertogna presenta il suo nuovo libro: What’s up with Gloria?
Roberta Bertogna è una psicologa italiana che vive e lavora a Ischia, dove è nata. Ama i simboli, gli archetipi e le persone che li evocano.
Ha insegnato lingue e arte all’estero ed ha partecipato allo sviluppo delle prime ricerche nazionali per l’insegnamento dell’inglese nelle scuole dell’infanzia.
Ha vissuto in Hong Kong e in altri posti per metà della sua vita dove ha raccolto materiale e storie da raccontare. Si occupa di counselling e supporto psicologico per giovani e adulti.
Ha pubblicato il suo primo libro in lingua inglese: What’s up with Gloria? Si tratta di un romanzo fantasy psicologico.
Breve sinossi: Gloria, una ragazza dalla natura emotiva e coraggiosa, scrive la sua storia in forma di diario. Lotta per navigare le spinte di vari culti e personaggi, inclusi i membri della sua stessa famiglia. Vive in Isla, un’isola indipendente tra la Tunisia e l’Italia… Gloria sviluppa un profondo amore per i misteri dell’anima sognando di diventare una scienziata e a diciotto anni inizia a viaggiare in luoghi diversi per incontrare gli amoryan, coloro che comprendono i segreti dell’anima. Intraprende un percorso di viaggi urbani, avventure e relazioni decentrate.
Ciao Roberta, quando nasce What’s up with Gloria?
“Il libro e la sua ispirazione sono nati verso la fine del periodo di attesa di mia figlia. Credo non sia stata una coincidenza dato che anche la protagonista del libro è una ragazza che si prepara a diventare donna. Per me infatti scriverlo durante quelle quattro settimane verso la fine della gravidanza è stato come osservare molteplici strati di storia dentro me stessa”.
Potresti descriverci la trama?
“Gloria nasce in un’isola indipendente tra la Tunisia e l’Italia e si ritrova a navigare sin dall’inizio i culti a cui la abituano le due nonne materna e paterna, la separazione tumultuosa dei genitori, e tutti quei dubbi e inquietudini che si attraversano durante la crescita. Il suo sogno è diventare un’animascienziata grazie al suo profondo amore per i misteri dell’anima. Quindi a diciotto anni inizia a viaggiare in luoghi diversi per studiare ed andare alla ricerca degli amoryan, coloro che, come lei, sono affascinati dai segreti dell’anima. Intraprende un percorso di viaggi urbani, relazioni decentrate e avventure”
Raccontaci qualcosa in più su What’s up with Gloria?
Gli strati di vita di cui stavo dicendo si riferiscono al fatto che la storia di questa ragazza, si svolge lungo un’asse temporale in cui passato, presente e futuro si sovrappongono nelle sue vicende scritte in forma di diario e lettere. Parte dall’inizio, anzi ancor prima dalle motivazioni per cui secondo lei è stata concepita e fa continuamente riferimento alle sue due nonne come depositarie spirituali e creative del suo ruolo o proposito nel mondo. Gloria è una ragazza dalla natura profondamente emotiva, coraggiosa e curiosa.
È anche introspettiva, infatti riceve regolarmente anche lettere indirizzate a lei dal suo Sè bambina, cioè dalla sua parte più diretta e sincera. Inoltre, sembra che riesce a fare della sua confusione e ansia interiori la leva per trovare la motivazione giusta e scegliere quale strada intraprendere ogni volta che deve decidere qualcosa d’importante. Il libro è una fiction psicologica pensata per una fascia di lettori giovani e a cui interessa anche leggere in lingua inglese”.
Come mai il libro è in lingua inglese?
Mi è venuto spontaneo scriverlo in lingua inglese. Forse perchè in quel periodo abitavo ad Hong Kong e quella era la lingua principale con cui vivevo ogni aspetto della mia vita, a parte le videocall con i miei familiari in Italia.
Puoi descrivere What’s up with Gloria con con tre aggettivi?
“Storico, ho avuto dubbi che questo libro fosse una fiction storica oltre che psicologica, perchè ho voluto includere anche riferimenti storici reali.
Estroso, a causa dei personaggi e dei luoghi descritti.
Materno, per l’atmosfera ricreata attraverso alcune scene e caratteri”.
Lo tradurrai in italiano?
“Al momento non ho il tempo per farlo, preferirei usare la mia lingua nativa per scrivere un secondo libro invece. Ma se qualcuno volesse tradurlo ne sarei felice”.
Grazie a Roberta Bertogna per questa interessante intervista.
Antonietta Della Femina
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Immagine: copertina libro concessa dall’autrice