Sorelle Mitford: fascino e scandalo del XX secolo
“Persone diversissime, sembrano aver preso a morsi il ventesimo secolo” scriveva Mary S. Lovell, autrice di una delle più note biografie sulle sorelle Mitford.
La romanziera, la discreta, la fascista, la nazista, la comunista e la duchessa attraversarono il XX secolo e parte del XXI secolo, e ancora oggi continuano a far parlare di sé.
Protagoniste del ventesimo secolo
Erano sei, Nancy, Pamela, Diana, Unity, Jessica e Deborah, nate tra il 1904 e il 1920, intervallate da un solo fratello maschio, morto in guerra. Con le loro esistenze, ognuna differente e vissuta a modo proprio, hanno scandalizzato l’aristocrazia inglese della prima metà del Novecento. I genitori, i baroni David e Sydney Freeman-Mitford, noti come eccentrici ma riservati, poco affettuosi e lontani dalle esigenze delle figlie, le crebbero nell’ambiente tipico dell’aristocrazia inglese dell’epoca, istruendole alla vita di società.
Nancy Mitford
Nancy, la maggiore, descritta come “uno strano spettacolo, molto magra e dritta, con le gambe lunghe che scattavano avanti e indietro come quelle di una marionetta”, fu autrice di vari romanzi. Dimostrò fin da piccola una vivace intelligenza e, dopo il debutto in società, divenne una delle protagoniste della Londra degli anni Venti, tra feste, salotti e locali.
Fu in una di queste occasioni che conobbe Hamish St Clair Erskine, giovane ragazzo omosessuale e suo primo amore. Negli stessi anni, iniziò la sua carriera di scrittrice, occupandosi di rubriche di mondanità e passando poi alla scrittura di romanzi, raccontando lo scontro tra la sua generazione e quella precedente. I suoi libri, in cui si riconoscevano nei protagonisti le figure dei genitori e delle sorelle, segnarono l’inevitabile declino dei rapporti con la famiglia di origine.
Dopo il fidanzamento con Erskine, sposò Peter Rodd, giovane scapestrato, squattrinato e con poca voglia di lavorare. La loro unione si dimostrò fallimentare. Allo stesso modo, senza esiti positivi, Nancy continuava la sua carriera di scrittrice, fino a dover cercare un lavoro in una libreria per mantenersi. Fu lì che incontrò il vero amore della sua vita, Gaston Palewsky, colonnello francese e braccio destro di de Gaulle.
Reduce da almeno tre aborti e una isterectomia, dopo la guerra, si separò dal marito, continuando la relazione con Palewsky – abbandonata anni dopo – e si dedicò alla scrittura di libri, pubblicando romanzi che divennero in breve tempo best-seller, fino alla morte, nel 1973.
Pamela Mitford
Pamela, detta Pam, fu, tra le sorelle, “la discreta”. Ebbe una vita tranquilla: amava il giardinaggio, l’allevamento degli animali, soprattutto di pecore e cavalli, e la cucina. Nel 1936, sposò Derek Jackson, fisico inglese, celebre nel mondo intero.
Il matrimonio durò fino al 1951, anno in cui Pamela iniziò una relazione con una cavallerizza italiana, mentre l’ex marito, dopo il divorzio, si risposò altre cinque volte. Pamela, senza figli, dopo una vita dedicata alla natura e alla difesa della sua indipendenza, morì nel 1994.
Diana Mitford
Diana, “la divina”, era la più bella tra le sei e a ventidue anni sembrava avere tutto: bellezza, denaro, un marito e due bambini sani. Fidanzata, poco tempo dopo il debutto in società, con l’erede della dinastia della birra, l’aristocratico irlandese, Bryan Guinness, mantenne “tutto”, fino all’incontro con Sir Oswald Mosley, uomo sposato e leader dell’Unione Britannica Fascista.
Insieme alla sorella Unity, fu la prima a interessarsi, oltre che della vita culturale e sociale dell’Inghilterra del secolo, anche di politica. La relazione di Diana con Mosley durò fino alla morte della moglie di lui e al divorzio di lei. Poi, lo scandalo li travolse. Nel 1935, viaggiarono in Germania, dove parteciparono al primo raduno di Norimberga, consacrazione dell’ascesa al potere di Hitler, e l’anno successivo si sposarono in segreto, proprio in Germania. Tra gli invitati, come ospite d’onore, era presente lo stesso Hitler.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, fu arrestata e incarcerata. Ai tre anni di detenzione, seguirono altri due anni agli arresti domiciliari, con revoca del passaporto fino al 1949. Diana morì nel 2003. Le sue convinzioni politiche non sono mai mutate.
Unity Mitford
Unity Valkyrie morì a soli 34 anni. Il suo secondo nome – in onore alle guerriere della mitologia norrena di Wagner – insieme al luogo del suo concepimento, Swastika, furono considerati segni inevitabili di un destino già scritto, caratterizzato da una rovinosa ossessione per Adolf Hitler, sua passione ed estrema condanna.
Fin da giovane, non nascose mai la sua passione per il Führer, con le cui immagini aveva tappezzato le pareti della camera, che condivideva con la sorella Jessica, apertamente comunista. Dopo il debutto in società, trascorse un anno a Berlino, partecipando al raduno di Norimberga, insieme alla sorella Diana, e attirando le attenzioni di molti gerarchi nazisti. Il dittatore stesso ne subì il fascino, tanto da descriverla come “il perfetto esemplare di femminilità ariana”.
Unity sperò sempre ci fosse la possibilità di evitare una guerra aperta tra Inghilterra, sua terra natale, e Germania, sua patria adottiva, ma dovette ricredersi. A pochi giorni dallo scoppio del conflitto, dopo la conferma dell’imminente azione di Hitler, tentò il suicidio. Il colpo di pistola alla testa, che non la uccise, le causò danni celebrali irreparabili che, meno di dieci anni dopo, la condussero alla morte.
Jessica Mitford
Jessica, “la comunista”, fin da giovane fu emarginata dalla famiglia, di cui rifiutava l’educazione e le costrizioni, a causa della sua fede politica. A 19 anni, si innamorò del cugino Esmond Romilly, socialista – poi arruolato nelle brigate internazionali nella guerra civile spagnola contro Franco – con cui fuggì in Spagna e da cui ebbe un figlio.
Dal 1939, emigrati negli Stati Uniti, i due vissero nell’incertezza, cambiando lavori e città di continuo. Rimasta vedova, Jessica sposò Robert Treuhaf, con cui iniziò a militare nel partito comunista degli Stati Uniti, subendo arresti e persecuzioni, e cominciò il suo lavoro di giornalismo investigativo. Morì nel 1996, madre di quattro figli.
Deborah Mitford
Ultima tra le sei, subì le scelte e gli scandali che coinvolsero le Mitford che l’avevano preceduta. Nacque nel 1920 e, spinta delle sorelle Diana e Unity, conobbe anche lei il dittatore tedesco. Nonostante l’incontro e le pressioni, non cambiò la sua percezione, mantenendosi lontana dalle manovre di un regime che giudicava ostile e barbaro.
Rimase sposata per tutta la vita con Andrew Cavendish, godendo di una vita matrimoniale serena e felice. Vedova nel 2004, continuò a occuparsi della dimora di famiglia, accogliendo, tra i suoi ospiti, prima la regina Elisabetta II e poi il principe, adesso re, Carlo III, che partecipò anche ai suoi funerali nel 2014.
Stefania Malerba
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