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Amai come passato di ogni tipo d’amore

AMAI

Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica, difficile del mondo.

Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.

Mai e poi mai nella vita mi sarei aspettata di scrivere qualcosa che riportasse un’opera di Umberto Saba.

Non l’ho mai apprezzato più di tanto, pur riconoscendone la grandezza (o la piccolezza, se volessimo giocare con la sua poetica).

Eppure oggi, quando penso a una poesia d’amore, sono poche quelle che mi balzano alla mente senza remore nei confronti dei blocchi raziocinanti: “Amai” è una di quelle.

Amai trite parole che non uno
osava.

Amai, un tempo remoto, un passato senza limite se non quello della sorte umana. Si nasce, ci si innamora e si muore, talvolta ancora innamorati. Saba ci ricorda che la parole “amore” è trita, inflazionata, ma noi siamo italiani, da noi amare è non è uguale a “voler bene”.

M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica, difficile del mondo.

La rima più difficile è quella che possono fare tutti, ma che in pochi conoscono davvero. Proviamo insieme a far rimare le parole fiore e amore. Cosa ne uscirebbe?
No, l’amore non è facile, ma è per tutti, seppur non tutti riescono davvero a esprimerlo.

La democrazia dell’amore lo rende poco poetabile, banale nelle sue forme più acerbe, talvolta acidulo quando diventa una gabbia di costrizioni ed è proprio di questo che oggi mi piacerebbe raccontare.
Quell’ io narrante che si dimentica del mondo, quell’io che amò e non ha colore. Esiste e basta. Amò e vide l’amore, lo riconobbe e ne fece proprie le fattezze. Questo è: amai. Nessun amai ci specifico, quanti, dove e perché, nessuna tra le parole che leggi all’inizio del testo si ricorda dell’amore fra due persone, fra un uomo e una donna, una donna e un uomo.
Sarà questo l’ennesimo elogio alla diversità?
No.
Anche se ne avremmo egualmente bisogno.


Mettiamo il caso, per un secondo, che potessimo uscire da noi stesse e noi stessi, se potessimo renderci vergini di opinioni sociali, se potessimo rinascere bianchi, mentre fuori c’è la rivoluzione e la staticità, mettiamo il caso potessimo davvero farlo, allora amai come sarebbe uscendo dal corpo che vive la vita di tutti i giorni non penseremmo di amare una sola donna tutta la vita, magari una donna che abiti a due isolati da noi. Uscendo dai corpi sociali in cui viviamo, non penseremmo di amare un uomo solo perché quell’uomo ci ha detto di amarci, non ci fermeremmo mai e poi mai a un solo amore, non tradiremmo, se sconquassati dalle incertezze.
Non esiste la metà della mela. Esistono migliaia di parti, pezzi su pezzi di quella mela che possiamo anche accettare essere diversi tra loro.
Ma che stai dicendo?
Questa è una riflessione su chi siamo quando amammo, prima che la società ci costruisse e anche prima che noi stessi fossimo capaci di inondarci di pensieri. Possiamo amare più persone insieme, allo stesso tempo, nello stesso momento e amarle senza gerarchie, senza dolore o pregiudizi, possiamo essere sincere e sinceri su ciò che proviamo e, davvero, possiamo renderci felici, contro la schiavitù delle etichette.
Non sarà mai facile, proprio perché amare non è facile, in nessuna forma, non sarà mai in discesa, però sarà un percorso battuto insieme, alla scorperta di quanto siamo differenti gli uni dagli altri.

Con questo non sto dicendo che sia lecito tradirsi, né sto elargendo saggezza utopica. No, con questo voglio ricordare a tutte e tutti, a me, che gli anni sono una media del tempo che l’uomo passa sulla terra e che privarsi dell’amore totale, quello sincero è uno spreco che andrebbe almeno discusso, nel rispetto di chi abbiamo vicino, nel rispetto del nostro personalissimo amai.

Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.


La non monogamia etica è una forma di amore criticata e non riconosciuto, la poligamia è identificata come sesso pazzo senza limite, lussuria, baccanale, il poliamore non esiste. Non esistono persone che amano davvero due o più partner nello stesso momento, non esistono, sono impostori che non sanno lasciare e fanno soffrire. Non esistono eppure… Pensa a come hai vissuto la tua vita, a quel momento in cui ti sei convinto che non amavi più una persona in luogo di un’altra, pensaci bene e poi dimmi, hai davvero smesso di amare o hai scelto in base alle regole?

E infine, io:
Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.


Benedetta De Nicola

NDR lascio un video poco romantico, ma efficace per chi vuole più info









Benedetta De Nicola

Prof. di lettere, attivista fan Marvel da sempre. Ho fondato La Testata e la curo tuttora come caporedattrice e art-director.
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