Appello alla solidarietà: cosa fare per gli sfollati della Vela Celeste
È di lunedì 22 luglio la notizia del crollo avvenuto alle 22:40 della Vela Celeste di Scampia, dove sono rimaste ferite 13 persone, tra cui 7 bambini, mentre 3 hanno, purtroppo, perso la vita.
Sono varie le iniziative di associazioni e cantanti che hanno incominciato a raccogliere beni di prima necessità per gli 800 sfollati: andiamole a vedere insieme alcune.
Potere al popolo – Napoli insieme al Collettivo Autorganizzato Universitario (C. A. U.), hanno annunciato tramite social un appello alla solidarietà in cui si uniscono agli appelli lanciati dalle associazioni presenti sul territorio di Scampia attivando due punti di raccolta per la giornata di oggi, 24 luglio, alla Stazione Gemma, a Vico Tarsia 4 all’Ex Opg Je so’ Pazz, a Via Imbriani 218 dalle 17:30 alle 19:30.
Anche il cantante napoletano Franco Ricciardi ha lanciato un appello sui social per la raccolta di beni di prima necessità a partire dalle 16:00 presso l’Università di Scampia, dove lui stesso sarà presente.
I generi di prima necessità richiesti sono vari: salviette imbevute, carta igienica, scottex, tovaglioli, ma anche assorbenti, salviettine cambio bimbi, pannolini taglia 5 e 6, deodoranti, detergenti per la persona, omogeneizzati. Perché, ormai, l’unica cosa che devono fare è aspettare che la situazione rientri per poter riavere il proprio tetto sopra la propria testa…come se non avessero già aspettato abbastanza per avere una qualità di vita migliore.
È stata lanciata anche la campagna “AiutiAMO Scampia” dall’associazione Solidarietà Attiva sull’omonima piattaforma di crowfunding, in quanto gli organizzatori vogliono “aiutare tutte quelle persone che hanno dovuto lasciare la propria abitazione” tramite una raccolta fondi per acquistare generi di prima necessità.
Quello delle Vele è un progetto costruito nel 1975, affinché la periferia nord di Napoli avesse un quartiere riqualificato per chi riversava in condizioni difficoltose. Peccato che la difficoltà nel vivere una vita dignitosa, nel corso degli anni, ha continuato a persistere.
Ora più che mai è importante dare una mano in una situazione che va avanti da troppo tempo, dove le persone sono ormai stanche di vivere in condizioni di estrema precarietà e fragilità, condizioni in cui versano le vele da diverso tempo, per cui è necessario che le persone colpite dal cedimento della Vela Celeste vengano aiutate.
Ma quando qui si muore sembra sempre che ce la si è cercata, come dimostrano alcuni titoli di giornali che fanno riferimento ad un presunto litigio che ha fatto cedere una parte della Vela Celeste, senza escludere che il peso concentratosi sul ballatoio possa aver contribuito al crollo. Come se il litigio possa aver aggravato una situazione già grave di per sé.
Come se avessimo noi la colpa di un sistema che dovrebbe cambiare, come se non fossimo stati già abbandonati da istituzioni che, in realtà, dovrebbero aiutarci a rimetterci in piedi da una situazione che sta diventando sempre più insostenibile.
Ma ora mi chiedo: quante persone devono ferirsi – o, peggio, morire – affinché la situazione migliori?
Nel frattempo, doniamo finché possiamo a chi ne ha davvero bisogno.
Irene Ippolito
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