Giovane friuliano chiede aiuto a un centro antiviolenza: “non voglio diventare come Filippo Turetta”
In seguito alla vicenda che ha coinvolto Filippo Turetta e Giulia Cecchettin, siamo a Pordenone dove un ragazzo chiede aiuto per guarire dai propri comportamenti tossici. Si rivolge ad un centro anti-violenza, propenso a ricevere aiuto.
“Io non voglio diventare come Filippo Turetta, non voglio fare le cose che ha inflitto a Giulia Cecchettin. Aiutatemi prima che sia troppo tardi”
Ecco le parole del ragazzo di Pordenone che, a seguito della tremenda vicenda di alcuni mesi fa, si è rivisto in atteggiamenti violenti e scatti di rabbia pericolosi per chi gli sta accanto.
La sua iniziativa sta nel non voler rendere nessuno vittima di un’aggressività che potrebbe degenerare, se non curata. A far scattare in lui questo è bisogno è la consapevolezza di non sentire estranei totalmente comportamenti anomali, come: gelosia morbosa, sentimenti di rivalsa e attacchi d’ira incontrollabili.
Quindi, ascoltando le parole che sono state riportate dalle dichiarazioni e dai messaggi di Filippo Turetta, si è rivisto e spaventato, resosi conto della sua pericolosità.
Ha scelto di rivolgersi presso il centro anti-violenza gestito dall’associazione L’Istice di Pordenone e, dove gli stessi segnalano l’iniziativa del ragazzo come totalmente spontanea e personale. Diversamente, invece, dagli altri casi dove alcuni maltrattanti si rivolgono presso la struttura a seguito di denunce per codice rosso.
È stato firmato nelle scorse settimane uno specifico protocollo per il recupero degli uomini maltrattanti tra la questura di Pordenone e la stessa L’Istrice.
Tale progetto ha avviato uno spazio di ascolto dove esperti – psicologi, medici, terapeuti – accolgono uomini che hanno commesso maltrattamenti di qualunque tipo sulle donne. Si vanno ad instaurare colloqui individuali propedeutici e percorsi che riescono a far capire loro la responsabilità delle proprie azioni, al fine di evitare recidive.
Quest’iniziativa si estenderà anche alla Casa Circondariale di Pordenone con condannati per reati di stalking e abusi fisici e psicologici in famiglia.
I centri anti-violenza svolgono un ruolo molto importante per “bloccare” i maltrattanti ma anche per normalizzare le richieste di aiuto.
Questo è il primo passo: rendersi conto di non riuscire a liberarsi da atteggiamenti sbagliati e chiedere aiuto è simbolo di intelligenza e conquista verso sé stessi e verso la lotta anti-violenza combattuta al giorno d’oggi.
Alessandra Lima
Leggi anche: Zerocalcare socio di un’osteria che offrirà lavoro alle donne vittime di violenza