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L’ascesa dell’estrema destra europea: una lettura psicosociale

Negli ultimi anni e, soprattutto, nelle ultime elezioni, la destra europea ha avuto così tanti consensi da permettersi di rialzare la testa.

Ci troviamo di fronte ad una preoccupante ascesa delle destre più radicali: questo fenomeno, lungi dall’essere limitato a un singolo paese, rappresenta una tendenza globale che sta ridefinendo il panorama politico occidentale contemporaneo. 

Le destre odierne sono caratterizzate dal nazionalismo estremo, da una forte tendenza populista e dalla retorica anti-immigrazione, portando con loro una serie di pericoli significativi per la democrazia, per i diritti fondamentali e per la coesione sociale. 

Erosione della democrazia 

Anche se diamo la democrazia quasi per scontata, non lo è: uno dei pericoli più gravi delle destre radicali è proprio l’erosione dei princìpi democratici. I carismatici leader di questi movimenti spesso mostrano un vero e proprio disprezzo per le istituzioni democratiche, attaccando la libertà di stampa, l’indipendenza della magistratura e tutta la costellazione dei nostri preziosi diritti civili. Questa tendenza verso l’autoritarismo e il militarismo mina le fondamenta stesse delle nostre democrazie popolari e corali, sostituendo il dialogo ed il compromesso con la polarizzazione e la repressione.

Nazionalismo e xenofobia

Il nazionalismo – soprattutto nella sua forma più estrema, da non confondere con il patriottismo – è una caratteristica centrale delle destre europee. La retorica anti-immigrazione, spesso accompagnata da politiche marcatamente e dichiaratamente discriminatorie, alimenta la paura e l’odio verso gli stranieri, le minoranze e il “diverso”, ossia la xenofobia. Questo fenomeno non solo crea divisioni sociali, ma può anche portare a violenze e persecuzioni. Gli episodi di crimini d’odio e di attacchi contro comunità vulnerabili sono in aumento, fomentati da un clima di intolleranza promosso proprio da questi movimenti politici.

Populismo, disinformazione, fake news e complotti 

Le destre più radicali fanno ampio uso del populismo per guadagnare consensi, soprattutto promettendo soluzioni semplici a problemi complessi e ricorrendo alla disinformazione, ossia alla manipolazione dei fatti. Questo approccio può essere particolarmente dannoso in quanto polarizza l’elettorato in due fazioni (pro e contro) e crea una sfiducia generalizzata nelle istituzioni e nei media tradizionali. La diffusione di fake news e di teorie del complotto destabilizza le società e rende estremamente difficile un dibattito pubblico informato e razionale.

Politiche economiche regressive

Le destre radicali spesso promuovono politiche economiche regressive che possono aumentare le diseguaglianze: anche se promettono protezionismo e nazionalismo economico, le loro politiche tendono a favorire i più ricchi e a tagliare i servizi pubblici essenziali. Questo può aggravare le disparità socioeconomiche, generando crescente frustrazione e alienazione tra le classi meno privilegiate.

Minaccia alla coesione sociale

Forse il pericolo più sottile ma pervasivo delle destre radicali è la loro capacità di distruggere la coesione sociale: alimentando l’odio e la divisione, questi movimenti minano il senso di comunità e solidarietà. Le società diventano quindi sempre più frammentate, con gruppi che si contrappongono tra loro invece di collaborare per il bene comune. Questo clima di ostilità e sfiducia rende difficile affrontare sfide collettive (come la crisi climatica, la diseguaglianza economica e le minacce alla sicurezza globale).

L’ascesa delle destre rappresenta una delle sfide più importanti per i cittadini delle democrazie moderne: i pericoli che pongono – dall’erosione dei diritti democratici alla diffusione della xenofobia, dalla disinformazione alla frammentazione sociale – richiedono una risposta decisa e concertata. Tutti noi, semplici cittadini, abbiamo il dovere di unirci per difendere i valori e i diritti democratici, per promuovere l’inclusione sociale e costruire una società più giusta, inclusiva e solidale

Solo attraverso un impegno comune possiamo contrastare l’avanzata di questi movimenti e proteggere il futuro delle nostre, tanto amate quanto fragili, democrazie


Elisabetta Carbone

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Elisabetta Carbone

Sono Elisabetta Carbone, classe ’93, milanese di nascita ma cittadina del mondo. Mi sono diplomata al conservatorio per scoprire che volevo laurearmi in storia. Mi sono laureata in storia per scoprire che volevo laurearmi in psicologia. Dopodiché ho scoperto la sessuologia, ma questa è tutta un’altra storia. Non faccio un passo senza Teo al mio fianco, la mia anima gemella a 4 zampe. Docente, ambientalista, riciclatrice seriale, vegetariana.
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