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Letture sotto l’ombrellone: qualche consiglio

Ciò che preferisco delle partenze è scegliere i libri da portare con me.
Ogni anno chiunque osserva un po’ stranito, un po’ divertito la pila di libri che si erge sul comodino della casa in cui trascorro le mie vacanze, ma un lettore sa bene che è sempre un dolore separarsi dai propri libri, così come sa bene che un giorno possiamo aver voglia di leggere un saggio, un altro delle poesie, un altro un classico dell’800: portare con sé solo due romanzi è una scelta che ci renderebbe infelici.

Quindi seguite il vostro cuore: non date ascolto a chi vi dirà che no, non potete terminare dieci libri in dieci giorni e sopportate il peso dello zaino che vi chiede pietà – sarete grati a voi stessi. Nel caso in cui, invece, non sapeste quali opere mettere in valigia, ecco qualche lettura perfetta per l’estate.

Se per voi estate significa dedicarsi a saghe letterarie e non avete ancora recuperato la quadrilogia capolavoro di Elena Ferrante, è ora di correre ai ripari: Lila e Lenù, prima bambine, poi adolescenti, infine donne, sapranno tenervi compagnia meglio di chiunque altro, facendovi sorridere, riflettere, piangere, sperare.
Elena Ferrante ha il potere di incatenare il lettore alle pagine, quindi consiglio di portare con voi i quattro libri della saga: terminatone uno avrete l’impellente voglia e bisogno di passare al successivo.



«Qualsiasi cosa succeda, tu continua a studiare».
«Altri due anni: poi prendo la licenza e ho finito».
«No, non finire mai: te li do io i soldi, devi studiare sempre. […] Tu sei la mia amica geniale, devi diventare più brava di tutti, maschi e femmine».

  • Un thriller: Sharp Objects di Gillian Flynn

Sorprendente debutto di una maestra del thriller, Sharp Objects dà voce a Camille Preaker, una giornalista a cui viene assegnato il compito di tornare nella sua città natale per scrivere di due casi irrisolti: l’assassinio della piccola Ann Nash e la scomparsa di un’altra bambina. Tra un’investigazione e un’altra, vincendo le resistenze della gente del posto e della madre – con cui ha sempre avuto un rapporto complicato – Camille sarà costretta a rivivere e finalmente capire alcuni traumi della sua adolescenza. 

«A volte penso che la malattia sia in agguato in ogni donna, pronta a manifestarsi nel momento giusto. Ho conosciuto troppe donne malate nella mia vita. Donne con dolori cronici, con malattie in continua gestazione, con malesseri costanti. Gli uomini, certo, si rompono le ossa, soffrono di mal di schiena, subiscono un’operazione o due, si tolgono le tonsille, si fanno mettere una protesi all’anca. Le donne invece si consumano.»

Il microcosmo creato da Márquez in questo romanzo è quanto di più eccezionale vi sia in letteratura è la prova lampante di come scrivere sia prima di tutto un atto magico. “Cent’anni di solitudine” è un’epopea, uno straordinario viaggio nella storia attraverso sette generazioni della famiglia Buendía nella fittizia città (da loro fondata) di Macondo, in Colombia. 

«In quella Macondo dimenticata perfino dagli uccelli, dove la polvere e il caldo si erano fatti così tenaci che si faceva fatica a respirare, reclusi dalla solitudine e dall’amore e dalla solitudine dell’amore in una casa dove era quasi impossibile dormire per il baccano delle formiche rosse, Aureliano e Amaranta Ursula erano gli unici esseri felici, e i più felici sulla terra.»

Anche voi avete sognato di viaggiare in automobile attraverso gli Stati Uniti? Se il sogno è ancora da realizzare, nel frattempo e per averne un assaggio, potete leggere “Sulla strada” di Kerouac, romanzo autobiografico manifesto della beat generation.

«Non c’era posto dove andare se non dappertutto, non c’era altro da fare che vagare sotto le stelle.» 

Madeline Miller ci parla dell’affascinante Circe, figlia del dio del sole, Elios, e della ninfa Perseide, regalandoci la storia che Omero non ci ha raccontato – scrive quindi della sua magia, dei suoi amori, dei suoi timori, dei suoi rimorsi, ma soprattutto del suo coraggio di vivere, continuare a vivere, riniziare a vivere.

«Non me ne starò come un uccello in gabbia, pensai, troppo stordito per volare via anche con la porta aperta.
Entrai in quel bosco e la mia vita ebbe inizio.»

Giulia Gennarelli

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Giulia Gennarelli

Protratta verso l’arte in tutte le sue forme fin dalla culla, sono mossa da una spiccata curiosità e un incontenibile amore. Le donne, la letteratura e le lingue sono il mio mondo e l’oggetto principale dei miei studi.
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