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Magari domani resto di Lorenzo Marone

I libri sono da sempre i miei più fedeli confidenti, le uniche entità materiali alle quali sono legata come se fossero persone. I libri mi hanno sempre aiutato a sfuggire dalla realtà quando quest’ultima mi feriva troppo e in loro ho trovato degli amici, che seppur silenti mi hanno ascoltato e spesso hanno asciugato le mie lacrime. Uno dei miei ultimi acquisti è stato “Magari domani resto” di Lorenzo Marone: le vicende dell’intero romanzo ruotano attorno alla protagonista, Luce, di nome e di fatto. Luce è una giovane donna che dopo aver terminato gli studi in giurisprudenza finisce a fare pratica presso lo studio di un avvocato senza scrupoli, che per guadagnare passerebbe anche sul corpo di sua madre. È sì una giovane donna, ma addosso ha il peso di una vita trascorsa a essere abbandonata e a lottare per i diritti da donna e da essere umano libero: vive in un quartiere di Napoli dove la droga è alla mercé di tutti e dove se non stringi i pugni e ringhi con i denti, ti masticano e ti sputano senza nemmeno sapere come ti chiami. Ed è questo ciò che Luce fa da una vita: lotta per i diritti, non solo i suoi, ma quelli di tutti – lotta per il diritto alla vita, lotta per essere apprezzata per le sue competenze e non perché donna, lotta per la giustizia a prescindere da quelli che possono essere gli interessi. In questo romanzo dai tratti talvolta leggeri e ironici, la vita della protagonista femminile si intreccia con le vicende di vita di altrettanti personaggi singolari:

– Don Vittorio, un uomo tutto d’un pezzo che alla fine del romanzo sarà il nonno di tutti, una figura che fa da madre, da padre e da nonno; sarà il consigliere di tutti i personaggi. Con il suo fare da uomo vissuto mostra come dal dolore di un incidente, che lo ha privato dell’uso delle gambe, è possibile imparare: i veri doni per chi lo circonda sono la sensibilità e l’empatia verso il prossimo.

– Carmen, una madre, ma ancor prima di essere una madre è una vittima. Una vittima della sua innocenza e della sua voglia di ribalta, una vittima del sistema che vede la donna come una principessa che vuole essere salvata. È una donna ignorante, ma ricca dentro: da giovanissima si è legata a un malavitoso e dal loro amore è nato Kevin – da Kevin Costner – l’unica sua grande vittoria. Ben presto apre gli occhi e vede finalmente: la sua opposizione a una vita di camorra fa si che il padre del bambino cerchi in tutti i modi di levare alla donna l’affido. Ed è proprio l’amore verso il figlio che finalmente farà crescere Carmen come donna. La sola idea di poter perdere il figlio la fa “ascì pazza” ed è a questo punto del romanzo che il destino fa arrivare Luce, dapprima come rappresentante o difensore che dir si voglia della parte lesa, poi come amica e confidente di Carmen. La sua è una storia “del possibile”: piuttosto che calpestare sé stessi, è possibile percorrere una strada diversa.

– Kevin, la vera scoperta del romanzo. Kevin è il figlio di Carmen, ma non potrebbe essere più distante e diverso da lei: è un bambino intelligente, molto caparbio, sensibile, empatico e nonostante la sua età, di appena 7 anni, è molto maturo. Attorno alla sua figura tutti i personaggi cresceranno e si riveleranno per quello che sono: Luce riscoprirà il senso materno; Carmen grazie a suo figlio troverà la forza di contrastare il marito e di lasciare la sua vita agiata per permettere al figlio di vivere una vita normale, distante dalla malavita; Don Vittorio, per gli amici Don Vittó, ritroverà la voglia di rimettersi in gioco e di pensare alla famiglia come ad un gruppo di persone legate soltanto dall’affetto che nutrono l’uno verso l’altro.

“Se c’è una cosa che la vita mi ha insegnato, è che non esistono parentesi tonde o quadre, nessun inciso o intervallo, le cose, belle o brutte che siano, te le trovi all’improvviso davanti, quando vai a capo, e forse è una fortuna, perché altrimenti basterebbe evitare le parentesi per condurre una vita serena. Solo che a saltare gli incisi la frase si accorcia e giunge presto il punto finale”.

Gli altri personaggi che ruotano attorno alla figura di Luce e alla sua vita di alti e bassi sono l’incarnazione di tutti noi: c’è la madre che dopo anni di sofferenza e di solitudine ritrova l’amore di una vita e finalmente decide di amare se stessa ancor prima di amare i figli; c’è Thomas, il soldato artista di strada, che ruba il cuore di Luce; c’è la vicina di casa transessuale vittima talvolta degli stereotipi, il/la quale viene presentato/a l’autore semplicemente come essere umano, come un conglomerato di ossa e cellule e non come per forza un genere predefinito.

La penna di Lorenzo Marone è sempre molto delicata anche nell’affrontare tematiche che potrebbero scaldare gli animi; in questo romanzo talvolta leggero e talvolta profondo come un pozzo, la protagonista è una donna forte e umana. Durante il romanzo ha una crescita non solo lavorativa, ma anche e soprattutto umana: si scolla dai dolori del passato per dare finalmente posto al presente e al futuro, insegna a tutti noi che a guardare indietro troppo spesso si corre il rischio di rimanere impantanati e di non avere più la forza di vivere. Luce non è solo la protagonista di Magari domani resto, chi è in ognuno di noi con le proprie fragilità e i propri punti di forza. È la dimostrazione di come se ci si abbandona a sentimenti positivi, quali possono essere l’amore, l’affetto amicale e il rispetto tutto può cambiare, anche la nostra visione del mondo.

Antonietta Della Femina

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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