Scandalo Morgan: il caso emblematico della violenza di genere in Italia
La vicenda di Angelica Schiatti, cantante e musicista perseguitata dal suo ex compagno Morgan, ha messo in luce le gravi carenze del sistema italiano nella protezione delle vittime di violenza di genere.
Dopo la fine della relazione tra Morgan, il noto cantautore, e Angelica Schiatti, attuale compagna di Calcutta, è iniziata una brutta storia di stalking e minacce.
Morgan avrebbe iniziato a perseguitare Angelica, estendendo poi le sue azioni anche verso il suo nuovo compagno, Calcutta.
Accuse di Stalking e Minacce
Pare che ci siano stati degli atti persecutori da parte di Morgan nei confronti dell’ormai ex fidanzata Angelica Schiatti. Tutto è emerso grazie alle pagine del Fatto Quotidiano con un articolo di Selvaggia Lucarelli, con tanto di documentazione di messaggi offensivi e osceni depositati agli atti del processo per stalking che pare però non sia ancora partito.
Ma il caso è esploso poi sui social, soprattutto dopo che Calcutta, attuale fidanzato della cantante, ha esposto la questione attraverso le storie del suo profilo Instagram. Scrivendo inoltre che prende le distanze dalla casa discografica Warner Music. Quest’ultima ha firmato un contratto con Morgan nonostante fosse a conoscenza dei fatti riguardanti le accuse di stalking e minacce contro Angelica Schiatti, come riportato dettagliatamente dalle pagine del Fatto Quotidiano, a firma di Selvaggia Lucarelli.
Facciamo un passo indietro…
Siamo a Marzo 2020 e Angelica Schiatti denuncia Morgan per stalking e minacce, scatenando un processo che, nonostante tutto questo tempo trascorso, non è ancora realmente iniziato. La situazione è resa ancora più frustrante dal fatto che è stato attivato il Codice Rosso – una legge introdotta nel 2019 per tutelare le vittime di violenza di genere – che dovrebbe punire i reati di stalking, atti persecutori, e altre forme di violenza psicologica.
Ma a quanto pare è stato sottolineato da Schiatti, che tale Codice Rosso non ha avuto alcun effetto pratico nel suo caso. Non è stato imposto alcun divieto di avvicinamento, al contrario Morgan ha affittato una casa a pochi metri da quella di Angelica, continuando così a controllarla e a metterla in pericolo.
I legali di Morgan, nel frattempo, continuavano a cercare un accordo tra le parti, proponendo un patteggiamento che ovviamente Angelica ha rifiutato. Questo solleva una critica diffusa sul trattamento delle vittime di molestie da parte delle istituzioni, evidenziando un altro caso in cui la vittima si rivolge alle autorità e non ottiene la giusta tutela.
La comunità civile e artistica ha espresso profonda indignazione per questa situazione, chiedendo riforme legislative urgenti e un’applicazione più efficace delle leggi esistenti per proteggere le vittime di stalking e violenza di genere.
Il caso di Angelica Schiatti e Morgan continua a suscitare un dibattito pubblico importante, evidenziando le lacune nel sistema giuridico italiano e la necessità di migliorare le misure di protezione per le vittime.
“Te la sei cercata…” e le lacune del sistema
Secondo un sondaggio dell’Istituto Demoscopico Noto Sondaggi per Repubblica, il 31% delle donne in Italia ha subito atti violenti. Quasi l’80% delle vittime non ha denunciato il proprio aggressore. Secondo voi perchè? Ovviamente per vergogna, imbarazzo o a causa dei soliti commenti denigratori come “Te la sei cercata?” o “Cosa ci facevi con lui quella sera?”. Sostanzialmente anche quando le vittime trovano il coraggio di denunciare, ci si scontra con un sistema che spesso non riesce a proteggerle.
Il caso di Angelica Schiatti ne è un esempio lampante. Nonostante le evidenti minacce e persecuzioni, il processo contro Morgan non è ancora iniziato. L’iter processuale è talmente lungo e inefficace che finisce per causare ulteriori danni alle vittime, intrappolandole in un ciclo incessante di timore e incapacità di reagire.
La formazione inadeguata delle forze dell’ordine e dell’apparato giudiziario aggrava la situazione. Spesso gli agenti non sanno come comportarsi di fronte a casi di violenza di genere, intervenendo troppo tardi o non intervenendo affatto. Questo tipo di violenza, legata alla dimensione sessuale, richiede una sensibilità e una competenza specifica che ancora mancano nel sistema.
Oggi Angelica è sostenuta dal compagno Calcutta, continua a lottare per la giustizia e la protezione delle vittime di stalking e violenza. E se non ci fosse stata una persona di genere maschile al suo fianco? Ci sarebbe stato lo stesso sostegno?
Noi pubblico e quanti altri personaggi famosi si sono uniti a questo grido di allarme, sperando che episodi come questo possano portare a cambiamenti concreti e a una maggiore tutela per tutte le vittime di violenza di genere.
Ma il problema più grande è che ancora oggi, c’è chi pensa che la donna sia in parte responsabile della violenza subita se non segue “specifiche norme di comportamento”. Se indossa abiti provocanti, se resta in silenzio, se accetta un invito a casa, spesso viene biasimata per quanto accade. Quello che c’è da cambiare o da migliorare non sono solo le leggi ma abbiamo davvero bisogno di una trasformazione culturale.
Arianna D’Angelo
Leggi anche: Scrivi quando arrivi” quando la tecnologia è sinonimo di sicurezza