A sinistra e a manca
Mancino: individuo che per compiere le azioni più svariate predilige l’utilizzo della mano sinistra.
Il mancinismo esiste da sempre. Numerosi studiosi hanno confermato che la proporzione dei mancini rispetto alla maggioranza della popolazione destrimane si sia mantenuta costante nei secoli, dalla preistoria ad oggi: solo il 7-10% della popolazione mondiale è mancina, con una maggioranza di soggetti uomini rispetto alle donne.
Il mancinismo inizia a presentarsi con il processo di “lateralizzazione” del cervello; questo inizia durante il primo sviluppo del linguaggio, intorno ai 36 mesi, e si conclude entro i primi 3-4 anni di vita. Nei mancini è l’emisfero destro del cervello ad avere carattere dominante.
Nel corso della storia sono stati molti i pregiudizi contro i mancini: che fossero figli del diavolo, persone poco raccomandabili. Basti pensare che l’etimologia della parola derivi dal latino mancus ovvero “mutilato”, “storpio”.
Lo stesso aggettivo “sinistro” non promette eventi favorevoli, fino ad essere sostantivato con l’espressione “sinistro stradale”, appunto: incidente. Fino a pochi decenni fa il mancinismo veniva corretto nelle scuole, imponendo ai bambini che apprendevano la scrittura l’utilizzo della mano destra.
Questo processo prende il nome di “mancinismo contrastato” e se imposto al bambino durante i primi anni di vita può anche creare interferenze gravi tra i due emisferi cerebrali, provocando danni alla strutturazione dell’attività motoria e addirittura con l’organizzazione psicologica complessiva del soggetto.
Nonostante sia ormai superato il timore nei confronti dei mancini e non vengano dunque più presi di mira per la demoniaca abitudine di mangiare e scrivere con la mano sinistra, resta opinione comune che essi siano “menomati” in alcune attività quotidiane.
La scrittura viene descritta come un’attività terribile per i mancini, in quanto questi non hanno la possibilità di vedere dove scrivono.
Le forbici pare siano una nemesi. Gli apriscatole e i pelapatate? Inutile parlarne.
La tecnologia ha voluto invece aiutare gli sfortunati utilizzatori della mano sinistra: è possibile impostare i parametri del sistema operativo invertendo i comandi dei tasti del mouse, permettendo così che sia posizionato e utilizzato a sinistra.
Senza troppo soffermarci su quelli che da sempre vengono definiti i vantaggi dei mancini, come creatività e abilità nello sport, spingerei la riflessione sulla situazione di svantaggio dei poveri fruitori della mano sinistra.
Tutte le questioni circa le difficoltà sono nate da destrimani che hanno immaginato di compiere azioni di vita quotidiana con la mano sinistra. Il mancino non conosce il livello di difficoltà, il mancino si adatta.
La scrittura? I mancini spesso inclinano il quaderno, ecco trovata la soluzione al problema del non vedere dove si scrive. Ed è solo una leggenda metropolitana che sviluppino una grafia orribile, non è assolutamente così.
Il pelapatate? Non ha idea di quanto sia facile da utilizzare con la mano destra, lo usa semplicemente con la sinistra e riesce nel suo intento. Le forbici e i coltelli sono concepiti da una società che ha un’unica visione della vita e delle cose, imponendo l’adattarsi di ogni singolo a svolgere le più scontate attività quotidiane in un solo modo.
Se da sempre fossero state create lame simmetriche sui coltelli questo problema non si sarebbe mai presentato. I mancini sono oltre, oltre il livello di difficoltà, oltre ciò che gli viene imposto. Fanno qualcosa che dagli altri è ritenuto “impossibile” con la massima naturalezza e tranquillità.
Il mancino è fuori posto, ma non lo sa.
Semplicemente è superiore a un mondo che non è alla sua altezza.
Francesca Caianiello