Alain Delon “voglio morire”: addio al sex symbol amato anche in Italia
Un fulmine a ciel sereno ha spaccato il mondo dello spettacolo il giorno 18 agosto.
La notizia riguardante la morte di Alain Delon non era attesa proprio da nessuno in questo momento, anche se alla veneranda età di 88 anni e con la sua malattia tutto era possibile. La sua carriera è stata meravigliosa, ma gli ultimi 4 anni pieni di sofferenza, anche per le tante discordie avvenute intorno a lui.
Sono tantissime le persone che, pur non conoscendolo, sono cresciute sotto il suo mito. Era talmente riconosciuto come un sex symbol nel nostro Paese da dare il suo nome a ogni persona esteticamente affascinante. Il modo di dire “è arrivato Alain Delon”, forse, non morirà mai, mentre lui ha esalato il suo ultimo respiro il 18 di agosto, portando con sé tutto lo stupore del mondo dello spettacolo.
In Italia, il cordoglio è iniziato non appena i figli dell’attore, regista e produttore cinematografico francese hanno dato l’annuncio della sua morte. Proprio coloro che hanno creato intorno a lui un’aria di conflitto e disagio, la quale aveva obbligato la sua persona a restare sotto tutela giudiziaria rafforzata. Durante la scorsa estate, il sex symbol aveva dichiarato, in un’intervista rilasciata alla polizia:
“voglio morire perché la mia vita è finita”
Ilfattoquotidiano.it
Lo aveva fatto per lo sconforto che il linfoma a evoluzione lenta gli aveva provocato.
I figli Anthony e Alain-Fabien chiesero la sospensione delle cure mediche, contrapponendosi alla figliastra dell’attore, Anouchka, la quale aveva aperto con loro un contenzioso legale. Tutta questa faccenda è stata sottoposta al giudizio della legge francese, la quale obbliga in questi casi alla tutela rafforzata. Indi per cui, tutto ciò che girava intorno a Delon, come la gestione delle sue finanze, la protezione contro probabili atti di appropriazione indebita, la posta, la firma su documenti e assegni personali sono passati sotto la protezione di un amministratore di sostegno nominato dalle istituzioni.
I tre figli di Delon, poi, avevano denunciato nel 2023 anche la sua assistente Hiromi Rollin, accusata di “sequestro di persona vulnerabile” e di “violenze fisiche e psicologiche” su di lui. Una diatriba aperta intorno alla sua persona che non rende grazia a ciò che è stato Alain Delon per il cinema francese e mondiale. L’ultimo atto della sua meravigliosa carriera era arrivato nel 2019, quando dopo aver ricevuto il premio la Palma d’oro, ha accusato un ictus che ha cambiato radicalmente la fine dei suoi giorni.
I suoi successi erano iniziati nel 1964, quando vinse il Golden Globe come attore debuttante per il film Il Gattopardo di Luchino Visconti, ripreso dall’omonimo romanzo scritto da parte di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Dopodiché, ha vinto un David di Donatello speciale per la carriera, un Orso d’oro alla carriera, un Premio César, un Premio Flaiano e la suddetta Palma d’oro onoraria.
Grazie al Gattopardo e a tanti altri film italiani che lo vedevano come protagonista, Delon è divenuto una star del cinema nostrano di altissimo valore e proprio per questo moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo italiano, con cui aveva anche collaborato, oggi lo ricordano con molta simpatia e affezione.
L’attrice Claudia Cardinale lo ricorda così:
“Il ballo ora è finito e Tancredi è salito a ballare insieme alle stelle. Sarò per sempre la tua Angelica”
Ansa.it
La presidentessa di Cinecittà, Chiara Sbariglia, invece, si è unita al cordoglio in questo modo:
“Ci ha lasciato un talento senza tempo del cinema internazionale. La sua passione era instancabile, mentre le sue interpretazioni magistrali, anche per il cinema italiano”
Cinemaitaliano.info
Michelangelo Loriga
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