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Amalfi: fascino, natura e bellezza

Non perché sia di parte, ma penso fermamente che la Campania sia una delle regioni più belle d’Italia, se non del mondo.

Abbiamo bellezze mozzafiato ed oggi vi parlo di uno dei suoi posti più suggestivi, ossia Amalfi.

Comune della provincia di Salerno, dal 1997 gli è stato riconosciuto il titolo di Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Caratteristico borgo di pescatori, si trova al centro della Costiera Amalfitana, tra la montagna e il mare.

Tutti quelli che la visitano non possono fare a meno di fotografarne il bellissimo Duomo e tutti quelli che non ci sono stati, avranno sicuramente visto la foto di questa bellissima struttura. L’imponente Duomo è situato sulla sommità di una scalinata al centro della città ed è dedicato a Sant’Andrea. Nasce dalla fusione di due basiliche e il bianco e il nero che contrasta con i colori della facciata lo rendono unico.

Sì, è vero: sembro quasi una guida turistica o qualcuno che deve convincervi a visitare il posto, che invece si sponsorizza da solo. Ma lasciatevi coinvolgere dal mio entusiasmo!

Il portico del duomo ha un intreccio di arcate a trifora, tipica della cultura araba (che io adoro), mentre l’interno è stile barocco. Sotto l’altare maggiore vi sono le reliquie del Santo e una leggenda racconta che le sue ossa emanano una sostanza miracolosa chiamata Manna ed ogni 30 novembre si aspetta che il Santo compi il miracolo, facendo appunto sentire l’odore della Manna oleosa e il mancato miracolo è considerato presagio di un evento catastrofico, da attribuire alla collera del Santo in questione (come accade per San Gennaro).

E sapevate che Sant’Andrea è stato crocifisso martire, con delle funi a testa in giù su di una croce a forma di X e che da ciò deriva la “croce di Sant’Andrea”?

Oltre gli edifici religiosi e i colori della città, interessante è sapere che, nella Valle dei Mulini, c’è il Museo della Carta, perché Amalfi è famosa anche per la lavorazione della stessa, qui scoperta grazie agli scambi con il mondo arabo. Tipica è la “bambagina” che deve il suo nome alla sua tecnica di produzione basata sulla raccolta di cenci, stracci di lino, cotone e canapa di colore bianco (quindi senza utilizzare la cellulosa) e questo tipo di carta oggi è  utilizzata dal Vaticano per la corrispondenza ufficiale e per eventi importanti; inoltre, fu usata da Mozart, Lord Bryon, Oscar Wilde e Stendhal e per la stampa di opere editoriali raffinate, come quella dell’Eneide di Virgilio, tradotta da Pontani e del  canzoniere di Petrarca con le note critiche di Leopardi, stampata dalla casa editrice Marotta.

Sfogliatella.

Vi è venuta fame? Dovete sapere che questo dolce è nato proprio  sulle alture di Amalfi per opera di una suora del Conservatorio di Santa Rosa da Lima, ma si tratta di un caso in quando la donna si accorse che era avanzata un po’ di pasta di semola nel latte e per non sprecarla, la mescolò con frutta secca, zucchero e liquore di limone e come involucro, utilizzò due sfoglie di pasta con strutto  e vino bianco, con ripieno nel mezzo, dandole poi la forma di un cappuccio, sollevando la sfoglia superiore.

Adesso ho assunto la sembianza di una cuoca.

Per finire, vi lascio con il fascino della mitologia, secondo la quale la prima Repubblica Marinara deve il suo nome alla ninfa Amalfi, qui sepolta da Eracle, innamorato di lei.

E come dico sempre: sii turista della tua città!

Alessandra Liccardi

in copertina Benson Kua via Flikr

Alessandra Liccardi

Alessandra Liccardi nasce a Napoli il 19 ottobre del 1995. Laureata in Lettere Moderne alla Federico II e laureanda in Filologia Moderna, ha la passione per i libri, che legge molto velocemente e la musica, infatti ha frequentato una scuola di canto e danze caraibiche. Svolge attività fisica regolarmente perché le piace stare in forma.
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