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La via Appia: un viaggio millenario che diventa patrimonio UNESCO

Durante la 46esima sessione del Comitato del patrimonio mondiale a Nuova Delhi in India il 27 luglio scorso la “Via Appia.Regina viarum” è stata scritta nella Lista del patrimonio mondiale Unesco.

Un prestigioso riconoscimento che celebra non soltanto l’importanza archeologica e storica di questa antica strada romana, ma anche il suo valore paesaggistico: oggi la via Appia rappresenta un simbolo di connessione tra passato e presente offrendo a coloro i quali la attraversano un affascinante viaggio nella storia.



“…ed ecco l’ombra dei pini che coronano l’ingresso di una catacomba; sale dal profondo una salmodia accorata, si diffonde solenne come un inno e dilegua misteriosa”.

Da I pini di Roma di Ottorino Respighi



LA STORIA DELLA VIA DEI ROMANI
La costruzione della via Appia iniziò nel 312 a.C. per desiderio del censore Appio Claudio Cieco – secondo quanto narrato dallo storico romano Livio -, dal quale prende la sua denominazione. Inizialmente l’idea era quella di creare una strada diretta da Roma a Capua, per migliorare i collegamenti militari e commerciali; la strada poi fu estesa fino a Benevento intorno al 268 a.C. e in seguito – nel secondo III a.C. fino a raggiungere la città di Brindisi divenendo così una via fondamentale per tutti i collegamenti delle province orientali dell’Impero romano. Progettata per resistere al traffico pesante e alle intemperie, è divenuta famosa per la sua costruzione solida e duratura con grandi pietre poligonali di basalto, ghiaia e sabbia; le pietre erano posizionate per creare una superficie liscia e lungo tutto il percorso vi sono sistemi di drenaggio per evitare allagamenti. 120.000 km con ponti, viadotti, gallerie che attraversano distese d’acqua, paludi e montagne: molti di questi tratti sono ancora oggi praticabili, soprattutto in prossimità della capitale.

LA VIA APPIA NELLA STORIA
Nel corso dei secoli la via Appia ha vissuto momenti di grandezza e di profondo abbandono: subito dopo la sua estensione sino a Brindisi l’imperatore Traiano promosse un itinerario alternativo che permetteva di raggiungere Brindisi in 13 o 14 giorni – la variante tracciata da Traiano rientra anch’essa nel sito patrimonio UNESCO. La sua maestosità però la rendeva unica e rimase in efficienza sino al medioevo, periodo in cui la strada conobbe un periodo di abbandono. Nel XV secolo divenne nuovamente la via principale per poter accedere al Sud Italia, dopo la sistemazione da parte dei Papi e dei re di Napoli: Napoleone inserì la via Appia tra gli itinerari considerati essenziali per le sue attività politiche e militari. Questo grande capolavoro di ingegneria romana non è mai stato scoperto nel senso moderno del termine, essendo sempre rimasta nota e utilizzata sin dalla sua costruzione: pur essendo abbandonata per alcuni brevi periodi di tempo non è mai stata dimenticata, complice anche il Rinascimento, durante il quale si è vissuta una riscoperta della strada. Grande strada militare, soprattutto durante la Seconda guerra punica, divenne essenziale soprattutto per il commercio, ed è grazie a lei che a Roma conobbe grande prosperità economica – essendo essa una via pubblica che non prevedeva alcun dazio per essere attraversata.

– I MANUFATTI E LE TESTIMONIANZE
Negli scorsi due secoli gli archeologi hanno portato alla luce numerosi reperti e tratti ben conservati nella strada, lungo la quale sono state rinvenuti e sono tuttora visibili resti di edifici, tombe e monumenti la cui importanza storica e culturale è tale da aver istituito lungo il percorso della via anche dei parchi archeologici. Esplorare la via Appia è un’opportunità per immergersi nella cultura e nella storia romana: lungo di essa è possibile visitare e vedere numerosi attrazioni – ne citeremo solo alcune:
– Porta San Sebastiano: una delle porte meglio conservate delle Mura aureliane da cui inizia via Appia antica
– Circo di Massenzio
– Tomba di Priscilla, una delle tombe monumentali lungo la strada dove è possibile osservare affreschi e decorazioni
– Capua antica dove poter visitare un anfiteatro, secondo solo al Colosseo
– Porto Romano e colonne termali della città di Brindisi.
La via Appia è una testimonianza della grandezza dell’antica Roma ed è un simbolo della capacità ingegneristica e dello spirito di conquista e integrazione di uno dei popoli che ha fatto la storia. Un passato glorioso, ma un altrettanto presente e futuro degno della storia: un solido anello di congiunzione tra ciò che siamo stati e ciò che possiamo diventare.

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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