Primo PianoSociale

Una lettera d’amore a tutti i colpevoli di femminicidio

Una lettera d’amore, sì, non una lettera d’odio.

Perché di odio ne vomitate abbastanza. È la prima arma del vostro arsenale. Ma le persone come me, e come le donne che avete ammazzato, che sanno bene cos’è l’amore, non la useranno mai, nemmeno contro di voi.

Una lettera d’amore non perché ne meritiate, non perché io possa riservarvi compassione o guardare i vostri volti e vedere colori che non siano il nero. O il rosso, non dell’amore, ma del sangue che avete versato.

Una lettera d’amore per insegnarvi che cos’è l’amore. Perché non è vero che lo confondete con la gelosia morbosa. Perché l’amore non si può confondere con gli schiaffi e la voce grossa. Con i lividi e i coltelli. Voi non siete confusi o sprovveduti. Voi l’amore non lo conoscete e basta.

L’amore cura. È sollievo per l’animo, medicina per il corpo. Rifugio sicuro dal dolore. Non ti ferisce. Non ti accoltella al collo.

L’amore riconosce il tuo valore. Ferma il tempo quando entri nella stanza, per poterti guardare senza fretta, preziosa come sei. Inestimabile, essenziale. Non ti abbandona senza vita sulle sponde di un lago, come fossi una cosa che non vale niente.

L’amore solleva i piedi dal cemento. Fa ondeggiare nell’aria, alzarsi verso il cielo. Non ti seppellisce sotto cumuli di terreno, senza aria, senza cielo.

L’amore ti fa sentire intera. Piena. Padrona del tuo corpo. Completa, non perché aggiunge ciò che ti manca, ma perché non ti manca niente. Non ti fa a metà. Non ti taglia a pezzi.

L’amore ascolta la tua voce. Si nutre delle tue parole, quando sono felici, quando sono sognanti, ma anche quando sono rabbiose. Purché siano libere, espressione della tua volontà unica e sola. Non ti ammutolisce. Non ti mette le mani alla gola.

L’amore è questa lettera banale, che a molti, per fortuna, non dice niente di nuovo, niente di originale. Ma a voi, a voi dice che non potete parlare dell’amore.

Che non potete nominarlo in una stanza di tribunale.

Perché fin quando l’arma sarà il vostro odio, non avete diritto a fare dell’amore la vostra difesa.

Questa è una lettera d’amore, del mio amore verso tutte le donne a cui avete strappato il cuore perché non era arido quanto il vostro. A tutte le donne che si amano, che si stringono, che non si piegano.

Una lettera d’amore affinché i giornali non scrivano più che siete state uccise per amore.

Simona Settembrini

Leggi anche: Femminicidio: quando la storia si ripete

Simona Settembrini

Simona Settembrini, classe 2001, laureata in “Culture Digitali e della Comunicazione”. Per descrivermi al meglio, direi che l’amore, in qualunque sua forma, è sempre al primo posto nella mia vita. Scrivo perché mi aiuta a rendere il mondo meno confuso e per mettere nero su bianco le mie emozioni e quelle degli altri, perché in fondo sono tutte uguali.
Back to top button