Grumo Nevano: violenza razzista
Nella giornata del primo settembre centinaia di persone appartenenti alle comunità bangladese, pakistana ed indiana di Grumo Nevano si sono recate alla Caserma dei Carabinieri per denunciare una violenza ormai insostenibile e per chiedere aiuto.
Ciò che è emerso dalle testimonianze di queste persone, oramai disperate per un po’ di pace, richiede l’attenzione immediata ed un pronto intervento delle autorità.
Da oltre due mesi, nei territori di Grumo Nevano, Sant’Arpino, Sant’Antimo, Frattamaggiore e Casandrino, i membri di tali comunità vengono vessati, aggrediti verbalmente e fisicamente, pedinati mentre vanno al lavoro o tornano a casa.
Non si tratta di un solo episodio. Se così fosse sarebbe ugualmente ingiusto e sbagliato, ma forse sarebbe anche più semplice trovare i colpevoli e punirli.
No, in questo caso si tratta di una serie sistematica di violenze.
Una violenza quotidiana, precisa, programmata in ogni dettaglio.
Pare che i colpevoli si muovano in gruppo. Un gruppo di persone molto giovani, alcune probabilmente minorenni.
Il modus operandi è sempre lo stesso: a bordo di motorini o macchine si spostano, di solito all’alba ed in tarda serata, alla ricerca delle loro prossime vittime.
Vittime, che diventano tali, a causa della dilagante ideologia razzista che continua a stringere il suo morso sul nostro Paese.
Tra gli aggrediti vi è anche un bambino di otto anni.
Un bambino di otto anni preso a calci, pugni, schiaffi e torturato in chissà che altro modo, e perché?
Perché per i razzisti la vita di un bambino non occidentale non vale niente, serve solo a giocarci un po’.
Come la vita di tutte le persone non occidentali, ad esempio questo signore pakistano che è stato ridotto in questo stato mentre andava al lavoro:
“Non possiamo permettere che la gravità di queste azioni passi inosservata. Stiamo assistendo a un’escalation di violenza con chiare connotazioni razziali”, ha affermato il deputato del Partito Democratico Marco Sarracino.
E ancora Gregorio di Leva, consigliere comunale di Grumo Nevano, ha espresso sui social la propria rabbia per questa violenza inaudita e completamente immotivata:
“La sicurezza non deve essere un privilegio riservato a pochi: ogni persona ha il diritto sacrosanto di camminare per strada senza guardarsi continuamente le spalle per paura che gli venga spaccata una bottiglia sulla testa.
In un contesto politico dove il razzismo e l’intolleranza vengono alimentati quotidianamente, è fondamentale rendersi conto che queste ideologie non rimangono senza conseguenze. Le vediamo nella paura e nei volti tumefatti di queste persone.”
Infine, ha lanciato un appello: “Chiedo a tutti voi di far girare questa notizia, di essere cassa di risonanza e di fare in modo che questi criminali vengano assicurati alla giustizia. Devono pagare per quello che hanno fatto.”
Io non posso fare altro che condividere le sue parole. Siate sempre “cassa di risonanza” per le ingiustizie, che sia anche solo attraverso condivisione e sensibilizzazione.
Marcella Cacciapuoti
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Fonte immagine interna: profilo Instagram di Gregorio di Leva, consigliere PD comune di Grumo Nevano