I Bajau, nomadi del mare che vivono in apnea
La tribù nomade dei Bajau, che vive tra Filippine e Malesia, ha una caratteristica speciale: riesce a trattenere il fiato per oltre 5 minuti, scendendo a decine di metri di profondità.
Questa abilità è dovuta alle dimensioni della milza dei suoi componenti, maggiori a quelle del resto della popolazione mondiale, che infatti ha una capacità media di apnea che va dai 30 ai 90 secondi.
Quando tratteniamo il respiro, che sia volontariamente – come mentre si canta o nel nuoto subacqueo – oppure involontariamente, si dice che siamo in apnea. Ma per quanto è in grado di trattenere il respiro l’essere umano?
Pensate che nel 2021 il campione Budimir Šobat è riuscito a restare in apnea sott’acqua per ben 24 minuti e 37 secondi. Ma a parte i professionisti come Šobat, la capacità umana di apnea va dai 30 ai 90 secondi. Quello che però stupisce particolarmente, è che esistono alcune popolazioni che si sono evolute nei secoli in modo più “acquatico” rispetto al resto del mondo e sono capaci di immergersi in profondità e per tempi prolungati. È questo il caso della tribù Bajau, nomadi tra Filippine e Malesia, che, grazie alle dimensioni della milza della sua popolazione – che sono superiori alla media – riesce a stare in apnea più a lungo del normale.
La tribù Bajau è una tribù nomade che vive tra il nord delle Filippine e la Malesia. Si tratta di una tribù “acquatica”, che in origine viveva su vere e proprie barche-casa, dette Lansa. Al giorno d’oggi, solo 100/200 Bajau vivono ancora sulle Lansa: con il tempo, alcune parti della popolazione si sono stabilizzate in villaggi costituiti da palafitte sul mare, continuando così la loro tradizione di tribù pescatrice, autosufficiente grazie all’attività della pesca in apnea.
Succede spesso che alcune popolazioni si sviluppino con caratteristiche particolari, dovute principalmente all’adattamento della popolazione all’ambiente in cui vivono e alle abitudini sociali. Per questo, lo stile di vita dei Bajau – perpetrato per secoli – li ha portati ad avere la straordinaria abilità di saper resistere sott’acqua per lungo tempo, molto di più rispetto al resto della popolazione mondiale.
I Bajau riescono infatti ad immergersi a decine di metri di profondità per oltre 5/10 minuti, rimanendo sott’acqua a pescare per ore ed ore, il tutto senza attrezzature da sub o alcun tipo di aiuto.
La ricerca ha scoperto che questa straordinaria abilità è dovuta alla dimensione della milza dei Bajau, maggiore rispetto alla consueta dimensione riscontrata nel corpo umano. La milza, infatti, immagazzina sangue ossigenato, che consente lunghi periodi di apnea.
Ma come mai i Bajau hanno la milza più grande della dimensione comune?
Le possibilità sono due:
- plasticità fenotipica: l’ingrandimento della milza potrebbe essere stata generata dall’allenamento, proprio come succede con i muscoli. A furia di allenarsi a stare in apnea sempre di più, la milza dei Bajau potrebbe essere cresciuta di dimensione.
- selezione naturale: in questo caso, non c’è stato un ingrandimento della milza ma un adattamento genetico, cioè sono sopravvissute alle condizioni di vita dei Bajau solo gli individui con dimensione maggiore della milza, poiché più adatti allo stile di vite e all’ambiente circostante.
Per trovare una risposta, i ricercatori hanno confrontato le dimensioni della milza tra i Bajau pescatori e non pescatori, oltre che a confrontarli con le tribù circostanti che non praticano pesca in apnea. Hanno notato che anche i Bajau non pescatori hanno la milza più grande – come i Bajau pescatori – mentre le altre tribù hanno la milza di dimensioni “normali”. Questo li ha portati a pensare che si trattasse di selezione naturale e non di allenamento (plasticità fenotipica). Un indizio promettente di questa teoria è arrivato dalla scoperta del gene PDEA10, che è associato alla dimensione della milza.
Lucia Russo
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