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Il furto invisibile: tombaroli in azione a Pompei

No, non è l’inizio di un film di Indiana Jones! I tombaroli colpiscono ancora: Pompei è ancora vittima di saccheggi e con essa anche la storia.

Nonostante la leggendaria città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. continui ad affascinare il mondo con i suoi straordinari reperti e le sue rovine perfettamente conservate, dietro le quinte nasconde una realtà oscura: l’attività dei tombaroli.

QUANDO E COME NASCE L’ATTIVITÀ DI TOMBAROLO

L’ attività del tombarolo ha origini antiche, ma essa ha assunto particolare rilevanza a partire dal XVIII e XIX secolo quando specialmente in Europa si è sviluppato l’interesse per l’archeologia e il collezionismo di antichità. Durante tale periodo, l’Italia in particolar modo, con il suo ricco patrimonio storico-artistico è divenuta preda di questi cacciatori di tesori. Le tombe greche, etrusche e romane, presenti sul nostro territorio, furono depredate: da qui la denominazione “tombarolo” poiché gli scavi illegali erano soprattutto in prossimità di tombe, all’interno delle quali vi erano gioielli e materiali preziosi. 

I tombaroli operano in maniera furtiva, spesso di notte, utilizzando attrezzi specifici per il lavoro edile: picconi, pale e attualmente anche metal detector. Il commercio illegale di beni archeologici alimenta un mercato nero a livello mondiale, all’interno del quale non è raro trovare anche personaggi di spicco della malavita. 

Nonostante l’attività del tombarolo sia perseguita dalla legge, è purtroppo una piaga nel mondo dell’archeologia: la rimozione dei reperti priva gli studiosi delle informazioni necessarie per comprendere il contesto storico di un sito archeologico e priva il paese di origine di una parte importante del proprio patrimonio culturale.

POMPEI

In un reportage di Filorosso Revolution, programma televisivo di proprietà Rai, i reporter Amalia De Simone, Francesco Morra e Danilo Di Nuccio sono stati al Parco Archeologico di Pompei: in un video di alcuni minuti hanno mostrato al mondo intero alcuni cunicoli dei tombaroli. I cunicoli di lunghezza e altezza variabile hanno condotto i ladri all’interno di un tempio dove sono attualmente in corso scavi e ricerche; gli scavi dei cunicoli sono durati ben 20 anni e sono stati eseguiti a partire da un’abitazione privata nei pressi del parco archeologico.

“Si stima che da questa stanza siano stati trafugati 12 affreschi, letteralmente strappati dai muri, dal valore inestimabile: decine di milioni di euro. (…) I tombaroli hanno devastato praticamente tutto, hanno saccheggiato completamente questo tempio”.

I dodici affreschi (ai quali uniamo anche il furto di una statua) raffiguravano le 12 fatiche di Ercole e facevano parte del lavoro di scavo a Civita Giuliana, un’area a circa 700 m a nord-ovest delle mura dell’antica Pompei.

“A Civita Giuliana la prima cosa che uscì fu il tempio di Ercole e nel tempio ci stavano i dodici affreschi rappresentanti le dodici fatiche di Ercole. Ogni affresco rappresentava una fatica di Ercole (…); vi era poi Ercole di 1,60 m (…) La statua era bellissima. La teneva Ferdinando Cesarano (…)”: queste le dichiarazioni di un collaboratore dei tombaroli. Pompei è vittima di fame e camorra, e chi sa, non parla: ciò è quanto confermato da Nunzio Fragliasso, procuratore di Torre Annunziata, il quale illustra come nel corso degli anni gli stessi musei abbiano acquistato dalle mani dei tombaroli e della camorra stessa.

I DATI IN ITALIA

Durante il 2023, il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale¹ – ciò è quanto emerso dal Bollettino n°45 delle opere d’arte trafugate – ha recuperato ben 67.963 reperti sottratti illecitamente allo Stato italiano

“Quanto trafugato non viene considerato perduto, ma solamente tenuto in ostaggio da chi svolge o si avvale di un’attività criminosa, che può essere validamente contrastata attraverso la consultazione di queste pubblicazioni, non solo da parte delle Forze dell’Ordine italiane e delle altre Nazioni, ma anche e soprattutto da parte degli addetti ai lavori, dei mercanti d’arte, degli antiquari e di tutti i cittadini”.

¹. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), noto anche come “Carabinieri per i Beni Culturali”, è il reparto – istituito il 3 maggio 1969; il primo al mondo – costituito con l’obiettivo di contrastare i crimini contro il patrimonio culturale italiano, come il furto, il traffico illecito e la contraffazione di opere d’arte e reperti archeologici.

Antonietta Della Femina

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Fonte immagine: Canva

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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