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La “Stanza dell’Ascolto” al Sant’Anna: una battaglia tra libertà e controllo

Nel cuore dell’ospedale Sant’Anna di Torino, il luogo che ha visto nascere migliaia di bambini e accolto donne di ogni estrazione sociale, si è aperta una nuova porta.

Ma questa porta, per molte, non rappresenta un rifugio sicuro, bensì un bivio carico di pressioni e conflitti interiori. La “Stanza dell’Ascolto”, gestita dal Movimento per la Vita, è stata inaugurata il 9 settembre 2024, suscitando una tempesta di polemiche e accuse.

Una stanza, una scelta già fatta

Nascosta tra i corridoi dell’ospedale, questa stanza appare come un simbolo ambiguo. Sostenuta da fondi pubblici per quasi 1 milione di euro, viene presentata come uno spazio in cui le donne possono ricevere aiuto materiale e sostegno emotivo per affrontare gravidanze inattese o difficili. Tuttavia, per molte, l’ombra che si stende su questa iniziativa è quella di un controllo nascosto, una mano invisibile che tenta di indirizzare una scelta già compiuta.

Immaginiamo una donna, forse giovane, forse sopraffatta dalla paura e dall’incertezza. Entrare in ospedale dovrebbe significare ricevere cure mediche e rispetto per le proprie decisioni. Eppure, ora, c’è una stanza che invita, con manifesti affissi nei corridoi, a “riflettere”. Ma riflettere su cosa? Sull’idea che la sua decisione sia sbagliata? “Quelle locandine sono un dito puntato contro ogni donna che ha scelto di abortire”, denuncia un’attivista femminista, dando voce al disagio di chi vede in questi manifesti non un invito, ma un giudizio.

La battaglia delle donne: tra autonomia e pressione

In un luogo che dovrebbe essere laico, libero da pressioni ideologiche, le donne si trovano invece esposte a una narrazione ben precisa, portata avanti dal Movimento per la Vita, associazione che da anni si batte contro l’aborto. Le promesse di aiuti economici, come la fornitura di latte in polvere e pannolini, sono proposte come soluzioni per far “superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza”. Però chiediamoci, è davvero questo il motivo che spinge una donna ad abortire? Solo economico?

La senatrice Valeria Valente del Partito Democratico non ha dubbi:

Le donne sanno benissimo cosa vogliono. Quando arrivano in ospedale, la loro decisione è già presa, e non solo per motivi economici”

Ecco perché l’apertura della stanza è vista da molti come una violazione della libertà di scelta, come se il solo entrare in quel luogo comportasse il mettere in discussione la propria autodeterminazione.

Un diritto sotto attacco

Le critiche sono arrivate anche dai vertici politici. Alla festa dell’Unità di Torino, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha ribadito: “Sul corpo delle donne decidono le donne”. Parole forti, che risuonano in un clima di tensione crescente, dove si percepisce una lotta tra chi difende il diritto all’aborto sancito dalla legge 194 e chi, invece, tenta di limitarlo in modo sottile, insinuando dubbi e colpe.

Per concludere l’ospedale Sant’Anna, il più grande d’Italia per numero di parti, è ora anche teatro di una battaglia ideologica che mette in gioco la libertà di scelta delle donne. La “Stanza dell’Ascolto” non è solo un luogo fisico, ma un simbolo del conflitto che, ancora oggi, divide il Paese. Da una parte, la promessa di sostegno; dall’altra, la paura di perdere il controllo sulle proprie decisioni. Solo il tempo dirà quale sarà l’effetto di questa iniziativa sulle donne che varcheranno quella soglia, portando con sé le proprie storie, paure e speranze.

Arianna D’Angelo

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Arianna D’Angelo

Arianna, classe ‘98. Mi piacciono le arti visive e musicali. Per me scrivere è esternare il mio mondo interno raccontando ciò che mi appassiona. L’Arianna del mito greco liberò Minosse con il suo filo e io con la mia scrittura libero il mio mondo e ve lo racconto.
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