L’Occhio della Terra è inoffensivo
Un vasto deserto dorato che si estende all’infinito, interrotto soltanto da un’enorme struttura circolare che emerge come un monolite di sabbia e pietra.
Questa è la visione che si ha avvicinandosi all’Occhio della Terra, un luogo misterioso che sembra quasi un portale verso un altro mondo.
L’Occhio della Terra, noto anche come Vrelo Bune o la Sorgente della Buna, è una delle meraviglie naturali più affascinanti della Bosnia-Erzegovina. Situato vicino alla città di Blagaj, questo fenomeno geologico attira l’attenzione sia per la sua bellezza mozzafiato che per le leggende e le storie che lo circondano.
Cos’è? È una sorgente carsica che sorge ai piedi di una scogliera calcarea. L’acqua cristallina che emerge dalla sorgente forma un fiume che scorre verso il Mar Adriatico. La sua profondità è ancora incerta, poiché esplorazioni subacquee hanno raggiunto i 60 metri senza trovare il fondo definitivo. Questo elemento di mistero contribuisce alla sua fama e all’aura enigmatica che lo avvolge.
Pericolo Reale o Leggenda? Una delle domande più comuni riguardo all’Occhio della Terra è se sia pericoloso. Le leggende locali parlano di spiriti e di forze misteriose che abitano le sue acque, ma dal punto di vista scientifico, l’Occhio della Terra non rappresenta un pericolo intrinseco per i visitatori.
Mi sono ritrovata a fantasticare su questo luogo, immaginando cosa significasse immergersi letteralmente nell’Occhio della Terra. E se fosse possibile nuotarci dentro, come se fosse un vasto oceano di sabbia e roccia? Cosa significherebbe essere inghiottito da questo gigante geologico, esplorando i suoi strati di storia nascosti sotto la superficie?
Nella mia mente, l’Occhio della Terra è un simbolo della connessione profonda tra il pianeta e noi, i suoi abitanti. È come se la Terra stessa ci osservasse, ci scrutasse con il suo occhio antico, ricordandoci quanto poco comprendiamo ancora della sua vera natura. Questo luogo ci sfida a considerare la vastità del tempo e dello spazio, a riflettere sulle forze che hanno plasmato il nostro mondo e a riconoscere la nostra piccolezza di fronte all’immensità della natura.
C’è qualcosa di profondamente inquietante e al tempo stesso affascinante nell’idea che la Terra, il pianeta che ci ospita, ci stia osservando. È una prospettiva che capovolge il nostro modo di pensare, che ribalta la nostra posizione di osservatori del mondo naturale, facendo di noi stessi l’oggetto di uno sguardo silenzioso ma onnipresente.
Immaginate la Terra come un essere vivente, con una sua coscienza, non è un concetto nuovo. Antiche culture veneravano la Terra come una madre, un’entità che dona vita, nutre e protegge, ma che può anche essere severa e imprevedibile.
Un giudizio implicito, di una consapevolezza che ci osserva mentre plasmiamo il nostro destino e, con esso, il destino di tutto ciò che ci circonda.
Francesca Scotto di Carlo
Illustrazione di Francesca Scotto di Carlo
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