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Storia del Mausoleo di Galla Placidia

Presso Ravenna è possibile ammirare un capolavoro di architettura del tardo impero romano, tra le opere più suggestive e creative prodotte in quel periodo storico, caratterizzato da profonde crisi sociali e politiche.

La committente dell’opera fu probabilmente l’imperatrice Galla Placidia, nata a Costantinopoli circa nel 390 d.C e morta a Roma nel 450 d.C, figlia dell’imperatore Teodosio, sorella di Onorio e moglie del generale, poi divenuto imperatore, Costanzo III e madre di Valentiniano III, fu reggente del regno per il figlio che salì al trono all’età di due anni.

Ravenna divenuta il centro del potere, per volere del fratello di Galla Placidia Onorio, che spostò in questa città più facilmente difendibile, la capitale dell’impero Romano da Milano, fu ritenuta adatta ad ospitare la tomba monumentale per l’imperatrice e la sua famiglia.

L’edificio venne edificato nel V secolo d.C, furono scelte probabilmente maestranze bizantine per le preziose decorazioni interne, in cui sono chiaramente visibili le influenze dell’arte Orientale, forse furono chiamati a collaborare anche artisti locali.

Il Mausoleo originariamente era collegato alla vicina chiesa di Santa Croce e fu separato da essa nel 1602, secondo la tradizione però Galla Placidia alla sua morte fu sepolta a Roma e non nel mausoleo ravennate.

La particolarità del Mausoleo è il contrasto tra l’esterno, caratterizzato da semplici mattoni rossi, con una architettura sobria e lineare e l’interno, in cui il visitatore appena entrato è colpito da un vortice di colori.

Le pareti, interamente coperte da mosaici, sono composte da piccolissime tessere in pasta vitrea, che hanno consentito ai colori di rimanere intatti nel tempo, mantenendo tutta la lucentezza originale. La disposizione delle tessere e le figure perfettamente caratterizzate, con un sapiente gioco di sfumature per creare profondità, rivelano la grande competenza e maestria degli artisti a cui fu affidato il delicato compito.

Galla Placidia, di credo cristiano, decise di utilizzare come tema dei mosaici quello della salvezza dell’anima e della vita oltre la morte. Nella parte bassa della pareti vi è una sezione continua di marmi bianchi, in cui sono presenti tre sarcofagi anch’essi in marmo bianco, nella parte superiore vi sono i mosaici, con scene raffiguranti i santi.

È visibile il martirio di San Lorenzo, con la grata utilizzata per l’esecuzione poggiata su un fuoco rosso e arancione dai vividi toni, è possibile vedere due cerve intente ad abbeverarsi in una sorgente d’acqua fresca di un limpido azzurro ed anche due colombe che si chinano su un bacile d’acqua. Foglie di acanto e rami di vite, finemente intrecciati, circondano gli apostoli, vestiti con toghe romane, insieme a festoni con foglie di alloro e molti altri elementi vegetali, intervallati da melograni, uva e fichi.

Il fondo è blu intenso sulla maggior parte delle pareti, su cui spicca l’oro di cui sono costituite la maggioranza delle tessere utilizzate, simbolo di nobiltà e potere. Sulla volta centrale, la più grande, è visibile un cielo  trapunto di centinaia di stelle dorate, che circondano un’immensa croce anch’essa dorata.

Il Mausoleo di Galla Placidia è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità nel 1991.

Beatrice Gargiulo

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Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.
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