Telegram nella bufera: arrestato, ora scarcerato, il suo fondatore
“Responsabile per crimini commessi da altri”? Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, è stato arrestato lo scorso 24 agosto 2024 in Francia all’aeroporto di Le Bourget.
La mancanza di moderazione di Telegram rende il fondatore (e amministratore delegato) complice delle attività illegali che vi si svolgono, quali pedofilia, traffico di droga, frodi, terrorismo, cyber bullismo.
IL CASO, COS’È SUCCESSO A PAVEL DUROV?
“Usare leggi dell’era pre-smartphone per accusare un amministratore delegato di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio sbagliato.”, si legge nel post, “Costruire tecnologia è già abbastanza difficile così. Nessun innovatore costruirà mai nuovi strumenti se sa di poter essere ritenuto personalmente responsabile di potenziali abusi di tali strumenti”, ha aggiunto il CEO e fondatore di Telegram, Pavel Durov.
E allora perché non trucidare chi produce armi da guerra? Perché non trucidare il nostro datore di lavoro che spiana la strada alla depressione? Perché non punire con la giusta condanna i politici che rubano milioni dalle tasche dei cittadini e sfruttano la prostituzione?
TELEGRAM? LIBERTÈ E NON- CONFORMISME?
Teorie cospirazioniste a parte, qual è il ruolo di Telegram nel mondo dei social media? Messaggistica? Non solo; condivisione dati? Non solo; maggiori opportunità rispetto a WhatsApp? Probabilmente. Dapprima usato soprattutto in ambito lavorativo per lo scambio di documenti e file di mb elevati, ora ha circa un milione di utenti e tra i suoi “clienti” vi sono terroristi, pedofili, truffatori, rivenditori di merce contraffatta, rivenditori di documenti falsi (…), ma quanto è imputabile al suo creatore e quanto all’uso dei suoi utenti?
Telegram è politicamente schierato? A noi comuni mortali non è dato saperlo, non con la chiarezza che meriteremmo. Durante il dossier di Omnibus di LA7, l’esperto di strategie militari Matteo Flora ha ben pensato di illustrare quale siano i fattori che abbiano convinto la Francia a trattenere il magnate Durov: la consapevolezza dei reati commessi sulla propria piattaforma, la mancanza di ottemperanza ai giudici e la mancanza di collaborazione con le forze dell’ordine.
Poca roba? Tramite l’opzione “segnala” quanti son stati bannati e quanti ancora lo saranno se continuiamo a segnalare illeciti? Forse complici le 96 ore in carcere e i 5 milioni di euro di cauzione, sembra che sul fronte le cose stiano per cambiare; nel frattempo ci facciamo bastare il comunicato uscito lo scorso 25 agosto sul canale Telegram:
“Telegram abides by EU laws, including the Digital Services Act — its moderation is within industry standards and constantly improving. Telegram’s CEO Pavel Durov has nothing to hide and travels frequently in Europe”.
Antonietta Della Femina
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