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Un anno in cammino: la scuola senza confini per le “Strade Maestre”

Una scuola che non sia fatta solo di quattro mura e libri è possibile: la natura è la vera insegnante di questo gruppo di sei studenti, tra i 16 e 17 anni, che per l’intero anno scolastico 2024-2025 studieranno attraversando parchi naturali, mulattiere, sentieri e strade asfaltate.

I sei giovani sono stati selezionati dal progetto “Strade Maestre”, un progetto educativo che propone a giovani iscritti agli ultimi tre anni delle scuole superiori di eseguire un anno scolastico in cammino.

Adulti, sia guide che insegnanti, accompagnano i giovani partecipanti per il lungo cammino, insegnando loro come costruire la propria felicità, mettendosi al servizio della comunità, stando in natura.

IL PROGETTO

“Immaginiamo la loro quotidianità: le partenze, i paesaggi, gli arrivi. Le notti in tenda e quelle nelle foresterie dei comuni, associazioni, aziende, parrocchie, fattorie. Gli incontri previsti e quelli imprevisti. Uno straordinario percorso di educazione e apprendimento. Le Strade Maestre”.

L’idea originaria di strade maestre nasce da Marcello Paolocci e Marco Saverio Loperfido e prende forma con la partecipazione di Niccolò Gori Sassoli. La scuola con quattro mura viene sostituita dalla natura e dal viaggio: le esperienze divengono il “mondo che media l’educare”, gli studenti divengono viaggiatori e Pellegrini e la stasi viene sostituita dal corpo in movimento; si abbandonano le frivolezze e l’eccesso per dar spazio all’essenzialità, alla solidarietà e al pensiero ecologico. “Il percorso scolastico di Strade Maestre propone esperienze di insegnamento e apprendimento vive, reali, concreta e, unendo la teoria e la pratica, lo studio è il confronto.

Parleremo di geologia sui pendii dell’Etna e dei Campi Flegrei. Di chimica e ambiente lungo un sentiero sull’Appennino e in uno stabilimento industriale. Di storia nei posti dove la storia è accaduta. Visiteremo la casa di Dante a Firenze. Varcheremo fisicamente il Rubicone come Cesare o le Alpi come Annibale. Rifletteremo sul cielo stellato, la sera prima di dormire, fuori dalla tenda osserveremo le piante per capire come funziona la fotosintesi, lungo il cammino e il laboratorio, con microscopio”. Grazie alla collaborazione con l’Associazione italiana guide ambientali escursionistiche e il Club Alpino italiano, gli studenti studieranno in cammino grazie alle guide – insegnanti: “Strade Maestre, e gli altri progetti di scuola in cammino promossi da CamminaMenti, si offrono come strumento a servizio di un processo culturale volto a collegare e consolidare buone pratiche capaci di allargare i confini della scuola”.

PROGETTO 2024-2025

Questo è il primo anno scolastico in cammino e coinvolge i suoi studenti per circa 240 giorni, con le consuete pause per le vacanze di Natale e Pasqua; il viaggio alterna giornate di cammino e giornate residenziali e si conclude con una prova di idoneità presso una scuola pubblica statale. Il filo conduttore di queste attività sarà l’apprendimento durante il viaggio a piedi: gli insegnamenti maggiori verranno dagli incontri con le persone, con la storia e con la natura. Il din din della campanella dello scorso lunedì 16 settembre ha dato il via a questo viaggio memorabile.

Partiti da Orvieto ci si dirige verso Montefiascone e Viterbo lungo la via Romea germanica. È proprio il primo mese di cammino a far sì che gli studenti e gli insegnanti si conoscano e prendono dimestichezza con l’educazione itinerante. Una volta attraversati l’Umbria e il Lazio, a Civitavecchia ci si imbarca per la Sicilia dove si soggiorna per novembre e dicembre. Dopo le vacanze di Natale, il 15 gennaio si riprende il cammino ripartendo dalla Calabria, dopo la quale si va in Basilicata, in Puglia e in Campania.

I lunghi viaggi a piedi sono un incredibile fonte di conoscenza.

Ed è proprio dalla Campania, attraversando la via Francigena e la via Appia che si raggiunge Roma; il viaggio termina a maggio in Friuli-Venezia Giulia a Trieste, dopo aver attraversato la Toscana e l’Emilia-Romagna. Durante l’intero percorso il progetto vedrà la collaborazione con numerose associazioni del settore e con enti statali. “I lunghi viaggi a piedi sono un incredibile fonte di conoscenza. Permettono di imparare attraverso l’esplorazione, l’attraversamento del territorio e l’incontro con persone e realtà diversissime. Noi non siamo però integralisti del cammino – racconta Marco Saverio Loperfido, uno dei principali promotori dell’idea e membro della cooperativa CamminaMenti – lungo il percorso ci fermeremo per una educazione stanziale in molti posti. Per ora si tratta di un progetto pilota, ma non è escluso che tra 10 – 15 anni, esperienze come questa, abbiano il riconoscimento di chi godono oggi i progetti di intercultura”.

ISTRUZIONE PARENTALE E SCUOLE ALL’APERTO

La pratica delle scuole in cammino è la prima in Italia, figlia dell’Istruzione parentale e delle scuole all’aperto, già in voga in molte zone d’Italia.

Con il termine istruzione parentale, o più comunemente conosciuta come homeschooling, si intende la pratica che permette ai genitori di educare i propri figli a casa invece di mandarli a scuola. In Italia questa pratica è legale e regolamentata dal decreto legislativo 297/1994 e dalla Costituzione -, nonostante ciò, pochi sono i genitori che si avvalgono di questa tipologia essendo che al termine dell’anno scolastico i bambini e i ragazzi devono sostenere un esame presso una scuola pubblica o una scuola paritaria, che possa testimoniare e verificare il livello di apprendimento e il rispetto dei programmi ministeriali.

La scelta dell’educazione dei figli resta a tutt’oggi un bivio molto importante per ogni genitore, ma allo stesso modo in cui ogni genitore sceglie ciò che reputa giusto secondo un’educazione e una forma mentis ricevuta e costruita, allo stesso modo è importante prendere consapevolezza che non tutti troviamo in una pratica gli stessi benefici che può riceverne qualcun altro. C’è chi passerebbe ore intere tra quattro mura e chi per sentirsi a proprio agio ha bisogno di aria e di finestre spalancate sul mondo. Ed è proprio per andare incontro a questi ultimi che si è diffusa l’idea delle cosiddette scuole all’aperto, scuole nel bosco dove le pareti sono alberi e rami e dove il tetto è il cielo. Il movimento delle scuole all’aperto nasce in Europa, con le prime esperienze in Germania precisamente a Berlino nel 1904 dove ai bambini con malattie respiratorie, per assicurare una formazione scolastica, veniva fatta a lezione all’aria aperta nel bosco dove l’aria era pulita e l’ambiente sano. Da allora le scuole all’aperto si sono diffuse, non solo per proteggere la salute fisica, ma anche per promuovere un apprendimento esperienziale ha stretto contatto con la natura. Attualmente le aree in cui è molto diffusa questa tipologia di scuola interessano i paesi nordici, dove l’educazione alternativa ha preso il posto del modello tradizionale rigido delle scuole chiuse e dove il benessere psicofisico risulta più importante del rispetto dei programmi ministeriali.

Antonietta Della Femina

Leggi anche: Andare a scuola restando a casa? Sì, con l’homeschooling!

Photo credits: https://www.strademaestre.org/strade-maestre-la-partenza/

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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