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5 abiti iconici che hanno fatto la Storia

Ecco 10 esempi di vestiti o look iconici che hanno fatto la storia della moda e della cultura popolare.

Questi capi hanno trascinato con sé significati culturali e sociali profondi, influenzando la moda, l’arte e l’identità per generazioni.

Il tubino nero di Coco Chanel

Nel 1926, Coco Chanel ha introdotto l’idea del “little black dress”, un abito semplice ma elegante, che ha in molti sensi liberato le donne dalle costrizioni di corsetti e gonne stratificate ed elaborate, diventando un must-have in ogni armadio.

Questo look rivoluzionò la moda femminile per tantissimi motivi, non solo rese il nero un colore versatile e chic, non associabile necessariamente al lutto, ma aprì le porte per le donne a una moda confortevole e più androgena, senza troppi accessori e fronzoli, che permettesse di muoversi in tutta libertà e fosse in un certo senso senza tempo.

Il vestito bianco di Marilyn Monroe

Se anche non avete visto il film “Quando la moglie è in vacanza”, conoscerete senza dubbio l’iconico abito bianco plissettato di Marilyn Monroe e la scena in cui la gonna si alza mossa dall’aria di una grata della metropolitana. Si tratta di uno dei momenti di moda più riconoscibili di sempre, diventato simbolo di fascino e sensualità dagli anni Cinquanta in poi.

La scena purtroppo causò diversi problemi personali all’attrice, causati dalla gelosia tossica di suo marito, il giocatore Joe DiMaggio, che non apprezzava l’esposizione pubblica della moglie in quel modo. I due divorziarono poco dopo, nell’ottobre del 1954, pochi mesi dopo la fine delle riprese del film.

Il “revenge dress” di Lady Diana

Il 29 giugno 1994, l’allora Principe Carlo d’Inghilterra ammise pubblicamente la sua relazione extraconiugale con Camilla Parker Bowles. Sua moglie Diana si fece vedere quello stesso giorno a un evento di beneficenza indossando un abito a tubino nero, con le spalle scoperte che rompevano il protocollo reale, apparendo elegantemente audace, sicura di sé e splendida. Il vestito, ribattezzato subito dai mass media come “il vestito della vendetta” lanciò un messaggio di indipendenza e forza, trasformando un momento personale difficile in un’affermazione di potere.

L’episodio rafforzò il rapporto di Diana con il pubblico, che la vedeva ormai come un simbolo di resilienza e determinazione, un esempio di donna libera che vuole ridefinire il proprio destino e non essere più lasciata in balìa dei capricci di un uomo e di un Sistema opprimente.

Il completo di pelle nera di Michael Jackson

Nel 1987, per il videoclip di “Bad”, l’icona del pop indossò una giacca di pelle e fibbie che influenzò la moda degli anni Ottanta e Novanta, diventando un simbolo del suo stile personale e del genere pop. Il completo, così come il video diretto da Martin Scorsese, segnò una svolta nella carriera del cantante e nella sua immagine pubblica.

Da artista giovane e dolce con un look più soft negli anni di “Thriller”, Jackson si trasformò in una figura più matura e dura, sfidando i pregiudizi sull’identità maschile e lo stereotipo del bravo ragazzo afroamericano. Il look, ispirato alla sottocultura punk e biker, dava l’idea delle difficoltà del vivere in un contesto urbano che mette alla prova soprattutto i giovani, mescolando il dinamismo della danza alla durezza della strada.

Il vestito di carne di Lady Gaga

Agli MTV Video Music Awards del 2010 una giovanissima Lady Gaga si presentò completamente vestita di pezzi di carne cruda, scatenando reazioni che oscillavano tra l’oltraggio e il supporto. Il look, disegnato dall’artista Franc Fernandez, ha contribuito a ridefinire il concetto di moda come veicolo per messaggi sociali e culturali.

L’abito infatti voleva lanciare un messaggio politico e simbolico in difesa dei diritti umani, in particolare a sostegno della comunità LGBTQ+ e dei militari. Lady Gaga dichiarò che se le persone non avessero preso posizione per i propri diritti, avrebbero finito per avere «tanto valore quanto la carne sulle loro ossa».

Pur avendo sollevato enormi polemiche, soprattutto da parte delle organizzazioni per i diritti degli animali, l’abito ha acceso un dibattito sui confini tra moda, arte e protesta. Ad oggi è conservato ed esposto al Rock and Roll Hall of Fame Museum, dopo essere stato trattato e trasformato in una sorta di jerky, ovvero carne essiccata.

Claudia Moschetti

Leggi anche: Gli abiti più iconici dell’alta moda (quando non c’erano ancora Nike e Obey) – Parte I

Claudia Moschetti

Claudia Moschetti (Napoli, 1991) è laureata in Filologia Moderna. Ha insegnato italiano a ragazzi stranieri e scritto per un sito universitario. È attualmente recensora presso il blog letterario Il Lettore Medio e redattrice per il magazine La Testata. Dal 2015 al 2021 ha collaborato alla fiera del libro gratuita Ricomincio dai libri, di cui è stata anche organizzatrice.
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