Johanne Lykke Holm – Strega: la fabbrica delle brave donne
“Non credevano in un futuro senza la brava donna e i suoi doveri. Volevano prepararci a una vita in cui avremmo accudito i bambini e la casa, in cui saremmo rimaste accanto a un uomo, non importava chi fosse, in cui le nostre mani avrebbero ripetuto gli stessi movimenti”.
Strega è una “moderna fiaba gotica” della scrittrice svedese Johanne Lykke Holm, tradotto da Andrea Stringhetti e parte della collana “Fuggitive” edito da NN editore, è una lunga storia in cui queste nove donne prendono servizio nella città di Strega, come domestiche in uno strano Hotel.
Le donne che prestano servizio nell’hotel “L’Olympic”, un luogo “sorto un’estate, praticamente dal nulla, come un oggetto demoniaco”, vengono addestrate per prepararsi alla futura vita che le aspetta fuori, una vita fatta di “doveri” all’interno di un focolare domestico. Donne che devono reprimere i loro sogni per badare a quelli dei loro uomini, donne che devono replicare gli stessi movimenti delle mani delle loro madri. “La felicità della donna è servire le patate al marito”, una frase che urla la condizione della donna e come evidenzia la scrittrice turca Şebnem İşigüzel:
”le ragazze dovrebbero essere libere di non essere madri se non lo desiderano, le ragazze dovrebbero essere libere di fumare la pipa”
The Girl in the tree
La parola chiave del romanzo è la libertà, è la libertà di fare cose che non siano ascrivibili solo al loro genere, è la libertà di non prestarsi al solo servizio del proprio marito. La libertà di queste nove donne, tutte con un nome e con una storia non è altro che non essere considerate come delle bambole, non vogliono fare altro che desiderare un’altra realtà che non sia far muovere le mani, nei gesti meccanici che riguardano: ”lavare, stirare e cucinare”. L’hotel Olymipic è un “luogo utopico” dove si svolge l’addestramento, un luogo “cupo” e “misterioso”, in cui di giorno lavorano per degli ospiti che non arrivano mai e di notte, sussurrano e praticano riti e magia. Strega è una “moderna fiaba gotica” che narra delle condizioni antichi e attuali delle condizioni delle donne, in una società patriarcale. Un romanzo “sensoriale” che permette al lettore di penetrare in quest’Hotel, situato accanto a un monastero delle Suore, quel sacro e profano che si mescolano, in una situazione di intrighi e crimini, in un luogo in cui penetra “un silenzio paralizzante”.
Nove donne che ricordano le nove muse, Strega un luogo e uno spazio simbolico:
”la strega era la donna dalla cattiva reputazione che in gioventù aveva tenuto comportamenti osceni e promiscui”
Federici
Le nove donne nell’Hotel L’Olympic è una vera e propria “fabbrica delle brave donne”, che ricorda tanto la fabbrica delle mogli (Ira Levin) e il film Mona Lisa Smile (2003). Strega è l’urlo delle nove donne che desiderano ribellarsi a quel sistema fatto di soprusi e punizioni, da sottomesse diventano delle “fuggitive”, ognuna a suo modo.
“Un albergo e un monastero sospesi nello spazio e nel tempo. Un mondo isolato, immerso nel silenzio, quasi incantato”
Emilia Pietropaolo
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