La Gioconda
La Gioconda di Leonardo da Vinci, è tra le opere artistiche più famose al mondo; motivo di orgoglio per l’Italia ma anche per il museo del Louvre che gelosamente la conserva.
Fu Leonardo stesso a portare con sé il dipinto in Francia nel 1516.
Storia dell’opera
La Gioconda è un olio su tavola di 77 x 53 cm, realizzato tra il 1503 e il 1506.
Universalmente conosciuta come Lisa, moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, secondo la testimonianza del pittore fiorentino Giorgio Vasari, la Gioconda è non solo il dipinto più conosciuto al mondo, ma anche il più visitato (nella sua collocazione attuale) il più riprodotto, anche da artisti contemporanei.
Recenti studi avanzano dubbi sull’identità della donna ritratta, dubbio dovuto anche alla difficile collocazione temporale del dipinto, per il quale non c’è una data certa.
Descrizione dell’opera
L’identità della donna ritratta è ancora oggi motivo di dibattito degli studiosi. Al di là delle numerose speculazioni ciò che è importante sottolineare è il rapporto che Leonardo da Vinci ebbe con questo dipinto, che portò sempre con sé .
La Gioconda è sicuramente il risultato di una lunga elaborazione e rappresenta dunque la sintesi delle ricerche scientifiche, pittoriche e filosofiche di Leonardo da Vinci.
Il famosissimo olio su tela rappresenta una giovane donna dinnanzi ad un parapetto tra due colonnine di una loggia. La donna appoggia il braccio sinistro sul bracciolo di una sedia di legno mentre la mano destra è appoggiata sulla sinistra.
Il volto si rivolge allo spettatore e accenna un lieve sorriso.
Nella posa in cui si trova, cioè con il volto non in asse con le spalle, si ha la percezione di una leggera rotazione del corpo e quindi movimento.
La Gioconda è un’altra occasione di Leonardo per testimoniare la grandezza del proprio lavoro pittorico.
Gran parte della bellezza dell’opera è dovuto anche all’ambiguità che trasuda e che coinvolge molteplici aspetti. Come accennato, l’ambiguità riguarda il soggetto raffigurato sul quale esistono ancora oggi dei forti dubbi, in secondo luogo è stato sottolineato l’aspetto androgino della donna raffigurata. L’espressione sfuggente sul viso della donna riporta l’attenzione ad un sorriso accennato, realizzato grazie all’utilizzo magistrale della tecnica dello sfumato che rende i contorni indefiniti. Si percepiscono infatti lievissimi passaggi della luce all’ombra.
Dal punto di vista estetico, liquidità e dolcezza fanno sognare chi si perde ad osservare la maestosità data anche dall’acconciatura e dal velo presente sulla fronte della donna ritratta, che trascende verso un’epoca e un modo di drappeggiare che sfida il tempo e va oltre ogni limite.
La tecnica utilizzata per la realizzazione de La Gioconda è appunto lo sfumato, che ha permesso all’artista Leonardo da Vinci di creare un volto morbido e proprio per questo motivo sfugge ad ogni interpretazione.
Leonardo da Vinci con lo sfumato lavorava per velature, cioè stendeva strati di colore molto diluito, uno sopra l’altro, ottenendo così delle tinte appunto sfumate.
Tale tecnica permette di usare il colore e gestire la luce in modo da poter accentuare la distanza e la lontananza, di un soggetto, caratteristica questa tipica del Rinascimento. Leonardo da Vinci si era accorto che gli elementi del paesaggio man mano che si allontanano dallo sguardo sbiadiscono ed assumono una colorazione grigio-azzurrina. Ad esempio le rocce alle spalle de La Gioconda, hanno una consistenza diverso rispetto a quelle più lontane che risultano evanescenti.
Il paesaggio alle spalle della donna ritratta potrebbe essere uno scorcio della Valle dell’Arno, dove tra l’altro esiste un ponte come quello che si vede nel dipinto, fiume che Leonardo conosceva bene perchè effettuò degli studi sul bacino delle acque.
Interpretazione de La Gioconda
Gli occhi non danno nessun indizio sulla componente psicologica della donna rappresentata; unico dettaglio “utile” è un lieve sorriso misteriosamente “morbido”.
Il sorriso di questa donna è il risultato di tanti, lunghi e complessi studi di fisiognomica che riassumono, attraverso questa “semplice” espressione, il labile equilibrio tra ciò che è evidente (e che si vede), e ciò che non lo è.
Il quadro, deve molta della sua celebrità anche al sorriso della protagonista, definito ormai proverbialmente enigmatico.
Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, scrisse tra il 1909 e il 1910 una psico-biografia di Leonardo da Vinci e condusse diversi studi sulla Gioconda. Egli, partendo da un sogno fatto dall’artista e analizzando, successivamente, le sue opere, provò a fare un’analisi psicologica di Leonardo. Questo è quello che scrisse a Carl Jung:
“Da quando sono tornato ho avuto un’idea. Il mistero del carattere di Leonardo mi è divenuto improvvisamente trasparente.”
Sicuramente La Gioconda è un’opera senza tempo che non smette mai di sorprendere, ricca di mistero e fascino, il cui labile sorriso e i tanti elementi identificano la grandezza di Leonardo da Vinci: un artista unico.
GERARDINA DI MASSA
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