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L’astrofisica inglese Cecilia Payne Gaposchkin

Biografia

L’astrofisica inglese nasce come Cecilia Helena Payne (prenderà il cognome Gaposchkin dal marito) a Wendover (Inghilterra) nel 1900 da madre pittrice e padre avvocato. Da loro eredita la sua passione per la musica, per la storia e per l’arte. 

Purtroppo, il padre Edward muore nel 1904. La madre Emma si ritrova a dover crescere tre figli da sola, e per stimolarne la curiosità e la formazione culturale opta per un trasferimento a Londra.

Formazione

Cecilia frequenta le scuole superiori a Londra. Durante quegli anni nasce la sua curiosità per le scienze ed è per questo che decide di dedicarsi agli studi di botanica per poi entrare a diciannove anni e grazie ad una borsa di studio al Newham College, uno dei college femminili dell’Università di Cambridge. 

Frequenta il college con l’intenzione di voler studiare botanica fino a quando ha l’opportunità di assistere ad una conferenza dell’astrofisico inglese Arthur Eddington, il quale presenta gli studi che l’avevano condotto alla teoria della relatività generale.

Cecilia Payne è talmente impressionata ed emozionata dalla conferenza che decide di lasciare gli studi di botanica per iscriversi alla facoltà di astronomia.

Termina il college nel 1923 e riceve solo un certificato, dato che le università hanno iniziato a rilasciare il titolo di laurea alle donne solo nel 1948. Cecilia realizza molto presto che non ci sono molte prospettive lavorative e di ricerca per l’astrofisica in Inghilterra; quindi, decide di trasferirsi negli Stati Uniti dove il Radcliffe College dell’Università di Harvard stava offrendo borse di per ricercatrici donne.

Negli Stati Uniti conosce Adelaide Ames, prima donna ad ottenere un master in astronomia a Harvard. Diventano care amiche quando insieme iniziano a lavorare presso l’Harvard College Observatory, in un gruppo chiamato Harvard Computers.

Cecilia riesce ad ottenere la desiderata borsa dopo l’incontro con Harlow Shapley, il nuovo direttore dell’Harvard College Observatory.

Nel 1924 presenta un articolo basato sulle sue ricerche, realizzate anche grazie al lavoro di catalogazione e classificazione degli spettri stellari a cura di Annie Jump Canon. Cecilia presenta le ricerche ad Henry Russell che però la dissuade dal pubblicarle, dato che era ancora convinto che la terra e le stelle dovessero avere una simile composizione.

L’anno seguente, Cecilia Payne diventa la prima donna ad ottenere un dottorato (PhD) in astronomia all’Università del Massachussetts. Nella tesi intitolata “Stellar Atmospheres, A Contribution to the Observational Study of High Temperature in the Reversing Layers of Stars”, Cecilia presenta il risultato delle sue ricerche: applicando la teoria della ionizzazione di Meghnad Saha, trova una correlazione tra la classe spettrale delle stelle e la loro temperatura; inoltre, spiega come il Sole sia costituito da idrogeno al 90%.

Dopo il dottorato, Cecilia Payne continua a studiare gli spettri stellari e la fotometria delle stelle. La pubblicazione del 1930 intitolata “Stars of High Luminosity” segna la nascita di un nuovo interesse per le nova e le stelle variabili. 

Cecilia ottiene la cattedra di astronomia nel giugno del 1956 e pochi mesi dopo diventa presidente dell’intero dipartimento. Si ritira dall’insegnamento circa dieci anni dopo e viene poi nominata professore emerito.

Effetto Matilda

Purtroppo, anche la brillante Cecilia è stata una vittima dell’Effetto Matilda. Più di una volta.

Nonostante la sua tesi di dottorato fosse stata definita come “indubbiamente la più brillante tesi di laurea mai scritta in astronomia” dall’astronomo russo Otto Struve, Cecilia Payne si sentì costretta ad inserire nella propria tesi delle informazioni in cui non credeva, ma a cui credeva Henry Russell. Come ho già scritto, Cecilia era convinta che il maggior costituente del Sole fosse l’idrogeno, parliamo circa del 90%. Russell credeva invece, erroneamente, che il Sole fosse costituito principalmente di ferro.
Cecilia era spaventata dal possibile giudizio di Russell che, ricordiamo, l’aveva già precedentemente manipolata nel non pubblicare le sue ricerche.
Cecilia decide di smentire la sua stessa scoperta, aggiungendo che l’abbondanza di idrogeno e di elio erano “dati quasi certamente non reali”.

Peccato che quattro anni dopo Russell giunge alle stesse conclusioni, confermandone le tesi. E, da vero codardo, prendendosi meriti che non gli appartenevano.

La storia si ripete nel 1930, quando il presidente dell’Università Abbott Lawrence Lowell nega a Cecilia il titolo di professore a causa di pregiudizi di genere, nonostante lei fosse anche più pronta e preparata dei suoi colleghi uomini.

Conclusioni

Questa è la storia della brillante Cecilia Payne che non si è fermata davanti a niente. Molti uomini le hanno sottratto meriti ed opportunità, ma non sono mai riusciti a rubare il suo amore sconfinato per la conoscenza ed il progresso. Lei ha sempre trovato un modo. Ed è per questo che oltre a ricordare e vendicare la sua genialità, voglio concludere questo articolo con le parole che Cecilia ha pronunciato quando ha ricevuto l’Henry Norris Russell Lectureship, il più alto riconoscimento della Società Astronomica Americana:

“La vera ricompensa per un giovane scienziato è l’emozione che prova nell’essere la prima persona nella storia del mondo a vedere o capire qualcosa di nuovo. Niente può essere paragonato a questa esperienza”.

Marcella Cacciapuoti

Leggi anche: Le stelle mi fanno sognare – La Testata Magazine

Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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