Musi da rifugio – viaggio attraverso i volti dei cani ancora senza famiglia (seconda parte)
Il randagismo è un fenomeno che rappresenta una vera e propria piaga sociale.
Secondo i dati dell’indagine LAV 2022 trasmessi dalle Regioni e Province Autonome al Ministero, il numero dei cani presenti in canile o vaganti sul territorio è ancora molto alto.
Il randagismo e l’abbandono sono problematiche complesse e interconnesse: il report 2023 Animali in Città di Legambiente evidenzia che ben 85.000 cani sono stati abbandonati, con un incremento dell’8,6% rispetto all’anno precedente.
Nonostante ciò, sempre più persone scelgono di acquistare cani dagli allevamenti, alimentando un mercato che lucra sulla vita degli animali, mentre in canile tanti cani senza famiglia aspettano solo di essere portati a casa.
Ma come possiamo fare la differenza?
Contribuire a sensibilizzare sull’argomento, dedicare del tempo al volontariato quando possibile, scegliere di adottare invece di acquistare e partecipare alle raccolte fondi che supportano animali bisognosi: ogni piccola azione conta e può portare a cambiamenti significativi. Cosa sono un pacchetto di sigarette o un paio di scarpe in meno, paragonate alla possibilità di salvare un‘anima indifesa?
“Aiutaci ad Aiutarli” è il motto dell’ARPAD, (Associazione Regionale di Protezione Animali Domestici), il rifugio per cani situato a Licola Mare, Pozzuoli, nato nel 1984 grazie alla professoressa Giovanna de Vita. Il Rifugio ARPAD può accogliere fino a 400 randagi e cani bisognosi, rappresentando un punto di riferimento per il territorio grazie alla sua immensa opera di sensibilizzazione sui problemi legati al maltrattamento e abbandono di animali.
Scegliere di adottare è un atto d’amore che potrebbe cambiare radicalmente il destino di un cucciolo: attraverso i nostri reportage, vogliamo mettere in luce il valore unico di ogni vita presente al Rifugio ARPAD, mostrando storie di speranza e rinascita.
Per maggiori info: WhatsApp 327 1885060
Guarda anche la prima parte del reportage: Musi da rifugio
Francesca Arfè
Fotografie: Lorena Montella e Andrea Casale