The Rachel Incident di Caroline O’Donoghue è un libro necessario
La Variabile Rachel della scrittrice e giornalista irlandese Caroline O’Donoghue, tradotto da Chiara Manfrinato e pubblicato da NN editore, fa parte della “serie” Le fuggitive che propone: ”storie di donne in fuga, alla ricerca di libertà e di una rifondazione della propria esistenza”.
“C’è una sola persona con cui mi capita di parlare del professore Bryne, e quella persona è James Devlin. Perciò ho sempre pensato che se le nostre strade si fossero incrociate di nuovo sarebbe stato a causa sua. Mi sbagliavo. Si sono incrociate di nuovo durante il Toy Show”
Quanto è necessario ripercorrere in età adulta i nostri vent’anni, quanto è necessario fare i conti con il passato, con la nostalgia, per adeguarsi al nostro presente, comprendere se le scelte di ieri sono state adatte alle scelte di oggi.
Rachel lo sa, Rachel ripercorre il passato con nostalgia ma soprattutto come una donna risolta. Rachel è un’incognita, un equivoco in un triangolo.
Vent’anni significa vivere in una perenne incertezza, in un futuro che non sai se sarà tuo, significa fare i conti con la realtà adulta che comprende il lavoro, e se sei donna, significa fare i conti con il proprio corpo. (questo sempre). Rachel sa che cosa vuole a vent’anni: innamorarsi ed essere presa sul serio.
I vent’anni di Rachel iniziano con una battuta alla libreria dove lavora per pagarsi gli studi, durante il periodo della crisi economica che ha sconvolto l’Irlanda nel 2009, con il collega che diventerà un tassello determinante nella sua vita, James Devlin.
“Non mi capitava da anni di conoscere qualcuno con cui morivo dalla voglia di diventare amica, ma James non sembrava interessato a fare amicizia con me”
Lo spazio temporale in cui vive Rachel oscilla tra il 2009 e il suo presente, è uno spazio nel quale naviga per ricordarsi come i suoi vent’anni fossero costellati da scelte discutibili, scelte che l’hanno portata a diventare Rachel. Rachel è vera, viva, siamo stat* anche noi Rachel.
The Rachel incident (rap)presenta temi nell’Irlanda cattolica, temi che sembrano lontani anni luce, di cui non bisogna più preoccuparsene, invece, il presente vuole farci andare ancora nelle piazze.
“Pensavamo molto all’aborto, che ci veniva negato, e alle ragazze rinchiuse nelle lavanderie delle Case Magdalene”
Non è un libro che si concentra solo sulla vita di Rachel, piuttosto si concentra su temi come l’aborto e l’omosessualità, e Rachel è sia protagonista che spettatrice. Rachel è un nome estraneo ma che allo stesso tempo non lo è, pensiamo alle tante Rachel che per abortire hanno dovuto lasciare il proprio paese per raggiungerne un altro.
“Il ciclo mi faceva pensare al sesso e alla minaccia di un potenziale aborto. All’epoca vivevo nel terrore di essere violentata, di restare incinta di uno stupratore, e mi chiedevo se in quella circostanza funestata lo stato avrebbe acconsentito a farmi abortire”
La variabile Rachel di Caroline O’Donoghue è un romanzo necessario per l* nostr* formazione quanto per sopravvivere in un mondo dove il corpo non è “soggetto a”, piuttosto “soggetto di”.
EMILIA PIETROPAOLO
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