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Una scienziata medievale: Trotula de Ruggiero e il problema filologico

Trotula de Ruggiero, conosciuta anche come Trotta, Trota o Troctula, è stata una scienziata e medica italiana, attiva probabilmente nell’ambiente della scuola medica salernitana tra l’XI e il XII secolo.

Purtroppo, non si hanno molte fonti affidabili circa la biografia di Trotula de Ruggiero.

Sappiamo che il nome “Trota” (di cui Trotula è un diminutivo) era molto comune nella Salerno del XII secolo. Sappiamo anche che sempre a Salerno c’erano molte donne che praticavano la professione di “guaritrici”, conosciute come mulieres salernitanae, ossia studiose attive alla Scuola Medica di Salerno; vi sono testimonianze della loro esistenza a cura di scrittori come Orderico Vitale e Maria di Francia che raccontano come una guaritrice in particolare fosse sempre elogiata dai viaggiatori, senza però mai rivelarne il nome.

Sono state formulate molteplici ipotesi sulla vita della medica. Secondo la più diffusa, Trotula sarebbe nata a Salerno nella nobile famiglia normanna De Ruggiero, famosa per aver donato a Roberto il Guiscardo parte dei propri averi per la costruzione del Duomo di Salerno. È possibile che grazie alla posizione della sua famiglia Trotula abbia avuto l’opportunità di intraprendere studi superiori e di medicina. Secondo questa ricostruzione, cronologicamente lei avrebbe operato al tempo dell’ultimo principe longobardo di Salerno, Gisulfo II, prima dell’arrivo in città del medico Constantino l’Africano.

OPERE

A Trotula de Ruggiero è stata attribuita la scrittura di tre opere, di cui due minori:

  • De egritudinum curatione: Sul trattato delle malattie è un trattato comprendente gli estratti delle pratiche mediche di sette medici salernitani del XII secolo, tra cui Trotula, di cui viene elogiata la conoscenza dei disturbi gastrointestinali e dell’oftalmologia.
  • Practica secundum Trotam: La Pratica secondo Trota è un trattato che descrive le cure per malattie di vario genere (dolore ai denti, problemi di milza, pidocchi, scottature, ecc.). Oggi di questo testo rimangono solo due manoscritti, dunque è probabilmente una versione ridotta di un testo medico più ampio. Questo sembra essere l’unico testo scritto interamente da Trotula de Ruggiero.

Summa qui dicitur Trotula ed il dibattito sull’attribuzione

Summa qui dicitur Trotula è un’opera medica in latino del XII secolo. Secondo la ricostruzione della storica Monica Green, l’opera si presenta come la somma di tre testi medici indipendenti scritti da diversi autori:

  1. Liber de sinthomatibus mulierum (Libro delle malattie delle donne), basato sul Tractatus de egritudinibus mulierum (Trattato sulle malattie delle donne), con informazioni su ginecologia e ostetricia.
  2. De curis mulierum (Sui trattamenti per le donne), sulle malattie delle donne e sulla cosmesi.
  3. De ornatu mulierum (Sulla cosmetica delle donne), interamente sulla cosmesi.

Nei libri I e III è chiara l’ispirazione alla scienza medica araba, mentre nel libro II è presente lo stampo della pratica medica salernitana. Questo dettaglio renderebbe plausibile la scrittura del libro II a cura di Trotula de Ruggiero, se consideriamo anche che il libro II è l’unico in cui Trotula viene menzionata come autrice.

È possibile, però, che con il titolo Summa qui dicitur Trotula si voleva intendere che la Summa fosse una versione ridotta del testo di Trotula composta da autori anonimi nel corso del XII secolo, per distinguerla anche da un’altra compilazione intitolata Medicina pratica scritta da un’altra guaritrice di nome Trotula.

Negli anni successivi Trotula è stato interpretato come il nome dell’autrice e non come il nome dell’opera da tutti gli editori ed i copisti. Nel 1544 la Summa qui dicitur Trotula viene stampata per la primissima volta a Strasburgo da Georg Kraut, il quale decide di riordinare l’intero testo apportando modifiche e tagli; il suo intervento ha reso il nuovo assemblaggio dell’opera molto diverso da quello medievale, creando confusione nei lettori che non riuscivano più a capire che si trattava di una raccolta di testi diversi.

Hans Kaspar Wolf ripubblica nel 1566 l’edizione curata da Kraut ed ipotizza che l’opera sia stata scritta in età classica da Eros, un liberto di Giulia figlia di Augusto.

Nel 1921, i catalogatori della National Library di Londra notano le numerose discrepanze nel testo ed ipotizzano che la versione originale dell’opera preveda due testi.

È solo nel 1985 che lo storico americano John F. Benton intuisce che i testi in origine erano tre.

Curiosità sul De curis mulierum

Si tratta, appunto, dell’unico dei tre testi della Summa a fare il nome di Trotula (che viene citata come Trota).
In questo testo vi è un narratore esterno che descrive come una guaritrice e medica di Salerno di nome Trota, grazie alle proprie conoscenze mediche, aveva aiutato una donna che soffriva di dolori addominali. Nel testo si spiega che la paziente aveva ricevuto la diagnosi di rottura dell’intestino da altri guaritori: Trota fu l’unica a capire che il problema non era di origine intestinale ma uterina.
Il De curis mulierum ci racconta di come Trota avesse una conoscenza maggiore delle malattie delle donne rispetto agli altri guaritori. Questo è perché in epoca medievale le guaritrici donne avevano una maggiore conoscenza delle malattie ginecologiche rispetto ai loro colleghi uomini, in quanto le donne si vergognavano a far visitare i propri genitali ai medici uomini.
A confermare il suo prestigio è l’appellativo che le viene dato nell’opera, quello di “Magistra” (insegnante).

Conclusioni

Secondo la storica Green il libro II della Summa qui dicitur Trotula è una rielaborazione o trascrizione delle cure che Trotula amministrava alle sue pazienti, probabilmente dettate da Trotula stessa a un uomo abbastanza dotto da conoscere il latino e possedere un’ampia cultura letteraria.

Considerando che la donna nel Medioevo era vista come colpevole anche solo per la propria appartenenza al genere femminile, capiamo perché fosse quasi impossibile che le donne riuscissero ad avere accesso ad una cultura letteraria (QUI per approfondire).

La Summa qui dicitur Trotula diviene in poco tempo la raccolta di informazioni sulla medicina della donna più diffusa nell’Europa medievale.

 Del testo sono sopravvissute in totale 122 copie manoscritte, mentre un’altra cinquantina di manoscritti è composta da traduzioni in diverse lingue (sette versioni in francese, cinque in inglese, tre in olandese, due in italiano e una in ebraico e in irlandese). Presente anche una resa in prosa latina e una in versi.

Nonostante le notizie certe siano poche, possiamo affermare che Trotula de Ruggiero abbia avuto un ruolo fondamentale nella nascita della ginecologia e dell’ostetricia, accompagnata da tutte le altre guaritrici del tempo.

Marcella Cacciapuoti

Il Genio Invisibile

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Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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