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Gaia Di Lorenzo racconta Offendicula: pratica artistica, dedizione e comunità

Gaia Di Lorenzo, romana, classe 1991, è una giovane artista che, attraverso la sua pratica, combina le espressioni variegate, nell’utilizzo dei materiali e dei colori, con l’approfondimento e la ricerca socio-culturale.

Durante un periodo di residenza a Castrignano de’ Greci, in provincia di Lecce, l’artista ha condotto una ricerca partecipativa con i cittadini del borgo, focalizzandosi sulla maternità e, più in generale, sull’interdipendenza tra gli individui.

Da tale processo è nata l’opera Offendicula, presentata a KORA, risultato del suo tentativo di comprensione della tradizione orale e trasposizione di una memoria storica condivisa.

Gaia Di Lorenzo ci ha parlato del suo rapporto con l’arte, passione che la anima ogni giorno, del suo modo di vivere la pratica artistica, come immersione e approfondimento, e ci ha raccontato come nasce un’opera. Tra queste, l’ultima è Offendicula.

Chi è l’artista per lei?

Per me, l’artista è semplicemente una persona come un’altra, con la sua unicità e il suo percorso personale.

E l’arte?

Anche l’arte, in fondo, è un mestiere come un altro, che richiede impegno, studio e dedizione, ma che può essere vissuto in modi molto diversi a seconda della persona che lo pratica.

Cosa rappresenta la pratica artistica per lei?

Mi sono avvicinata all’arte in modo del tutto organico, come un processo che faceva parte della mia vita quotidiana. Sono cresciuta in un ambiente dove la manualità era uno strumento fondamentale, con mia madre artigiana e mio padre chirurgo. Col tempo, ho capito che la pratica artistica per me era non solo un amore, ma l’unica forma di espressione autentica. È il canale più diretto per dare forma…

C’è un momento della giornata che preferisce?

Non c’è un momento specifico della giornata che preferisco per la pratica artistica. Penso che per fare questo mestiere sia fondamentale seguire una routine rigorosa e dedicarsi ogni giorno allo studio, perché la costanza è cruciale.

Ha altre passioni?

Non ho altre passioni oltre all’arte e all’educazione artistica (ho fondato e dirigo una piccola scuola internazionale per artisti a Roma. Si chiama CASTRO). Questi sono i miei interessi centrali, e tutto nella mia vita ruota attorno a essi. Le mie esperienze, le relazioni e le interazioni che coltivo sono fortemente influenzate da questo focus, sia nel mio lavoro che nei miei progetti. Ogni aspetto si intreccia con la ricerca e la pratica artistica, che per me rappresentano un continuo processo di crescita e di dialogo con il mondo.

Come sceglie i suoi temi? Da cosa si lascia ispirare?

La pratica artistica per me è un mezzo per processare ciò che mi succede e ciò che penso. La pratica artistica diventa uno strumento per riflettere su me stessa e sul mondo, per esplorare le domande che mi pongo e per condividerle in modo visivo. Ogni lavoro nasce da un’esigenza di dare forma alle esperienze e alle domande che mi accompagnano.

Cosa ha rappresentato Offendicula per lei?

Offendicula è frutto di un bellissimo processo complesso, in cui ho cercato di fondere ciò che stavo esplorando a livello personale con le particolarità del luogo: i racconti, i personaggi e la sua storia. Ogni elemento del contesto ha influito profondamente sul risultato finale, arricchendo la ricerca e dando forma a una narrazione che si è intrecciata con la comunità e l’ambiente in cui il progetto ha preso vita.

Cosa succede una volta terminato un progetto?

Ogni progetto, per me, rappresenta un passo in un percorso più ampio. Una volta terminata una mostra, non mi considero mai completamente soddisfatta, ma continuo a camminare sulla stessa strada, portando con me ciò che ho esplorato e appreso. Non si tratta di dimenticare il lavoro svolto, ma di tornarci sopra, riflettendoci e rielaborandolo. Inoltre, è impossibile non continuare a pensare e rimanere in contatto con le realtà pugliesi con cui ho avuto il privilegio di collaborare per Offendicula, poiché queste esperienze continuano a influenzare e a nutrire la mia ricerca.

Cosa le piacerebbe approfondire in futuro?

In futuro, mi piacerebbe approfondire ulteriormente la mia ricerca su come tendenze e necessità contrastanti possano convivere all’interno di una stessa persona. Continuo a esplorare il vetro e a sviluppare le tecniche di stampa, incisione e pittura su vetro, ma recentemente sto integrando questi materiali con altri, come le pietre dure e il cemento. Attualmente, sto lavorando a una bipersonale a Londra con l’artista Francesca Pionati, presso Forma Arts and Media.

Stefania Malerba

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Gaia Di Lorenzo, Offendicula, installazione: tecnica mista su vetro e pietra leccese, cm 200 x 36 e cm 113 x 27. Courtesy dell’artista e ADA, Roma. Foto di Annalisa Lazoi. Offendicula è un’opera di Gaia di Lorenzo prodotto da Ramdom con il sostegno di MIC e SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.

Stefania Malerba

Sono Stefania e ho poche altre certezze. Mi piace l’aria che si respira al mare, il vento sulla faccia, perdermi in strade conosciute e cambiare spesso idea. Nel tempo libero imbratto fogli di carta, con parole e macchie variopinte, e guardo molto il cielo.
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