Il sentiero di Nicola
È un libro di Mariano Chiacchio, giovane autore che ha deciso di mettersi in gioco raccontando la storia di suo figlio: Nicola, un bambino con una malattia senza nome
Ogni giorno sentiamo parlare di famiglie speciali con bambini altrettanto speciali ma questa di Nicola è una storia davvero particolare.
Ho conosciuto Il sentiero di Nicola per caso. È il primo libro di Mariano Chiacchio, padre di Nicola, che dopo un progetto iniziato nel 2019, ha deciso di continuare il suo sogno solo quest’anno. Il libro è disponibile dal 25 novembre su Amazon.
Il suo racconto mi è arrivato dritto al cuore perché è raro. Così come sono speciali i suoi genitori e tutta la sua famiglia. Mariano mi ha affidato la correzione di quello che già era un piccolo tesoro, revisionarlo è stato un lavoro fluido e scorrevole che è arrivato da sé.
All’inizio pensavo fosse un semplice racconto su una malattia rara, invece è un racconto familiare, ricco sì, di emozioni straordinarie, ma anche ordinarie: l’ansia di non sapere tuo figlio cosa abbia, le visite costanti, i viaggi in ospedale per le emergenze, il riuscire a portare avanti il resto della famiglia con un altro bambino. È sordità? È epilessia? Nicola riuscirà mai a sentire? A parlare come gli altri bambini? Ad integrarsi nell’ambiente scolastico?
Dall’ultimo post di instagram dell’autore stesso: “Dicono che chi scrive un libro è perché ha talento, è nato per fare questo. Niente di più falso. lo non potrei mai definirmi uno che ha talento, piuttosto avevo un’urgenza di dare voce ai pensieri e alle emozioni che altrimenti sarebbero rimasti imprigionati dentro.
Questo libro rappresenta tanto per me e la mia famiglia.
So che non tutti potrebbero trovarlo interessante, poiché si tratta di disabilità, una realtà spesso considerata “diversa”. A chi interessa qualcosa di diverso?
Però c’è un mondo invisibile, che non tutti riescono a vedere, o meglio, non vogliono vedere. Io è la mia famiglia, nostro malgrado, lo conosciamo, anzi, lo viviamo. È un piccolo mondo che cammina accanto al tuo, eppure non lo vedi. È un mondo dove il tempo scorre diversamente.
A volte vorrei che tutti potessero fermarsi e guardare davvero, anche solo per un attimo. Non per compassione, come ogni benedetta volta, ma per comprenderne la profondità.
Ci sono giorni in cui la malinconia si posa sulle mie spalle come una coperta pesante. Mi chiedo se lui percepisca il peso di un mondo che spesso ci ignora. Mi chiedo se mai sentirà di appartenere ad un luogo che sembra non averlo previsto. Ma poi lo guardo. Vedo la sua luce, quel modo unico di dare senso a tutto ciò che tocca. E capisco che il mondo invisibile di cui facciamo parte non è meno reale, è solo diverso. Forse siamo invisibili agli occhi di molti, ma non per questo meno veri. Raccontare questa storia è la mia resistenza, il mio modo di rendere visibile ciò che merita di essere visto. Perché mio figlio non è solo la sua disabilità. Lui è poesia, forza, fragilità e speranza, tutto intrecciato in una vita che brilla, anche quando nessuno guarda.”
L’autore ha impiegato tutto se stesso nello scrivere questo libro, ha dovuto scavare nella parte più profonda del suo animo, non riuscendo sempre a comprendere bene neanche le proprie reazioni. Sono state tutte emozioni nuove per lui, per la sua famiglia, per il piccolo Nicola. Tutti loro oggi continuano a crescere e, fortunatamente, ad esplorare nuovi mondi che li condurranno sempre più lontano.
“Questa è la sfida di tutte le famiglie” dirà qualcuno, “riuscire a tenere insieme i pezzi nel caos di ogni giorno”. Certo, è vero, come è pur vero che esistono storie che vale la pena raccontare, per sentirsi meno soli, per condividere il proprio vissuto, per aiutare chi si trova nella stessa situazione, per migliorarsi, per essere grati. Ma soprattutto per essere certi che, quando si impiegano tutte le forze in una lotta, il cuore non viene mai gettato via, ma ti torna sempre indietro con tutto l’amore del mondo.
Lucia Russo
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