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Storia di Maria: su Netflix approda un nuovo sguardo su Maria di Nazareth tra coraggio e fede

Per la prima volta Netflix porta sul piccolo schermo una delle figure più iconiche e affascinanti della storia biblica: Maria.

Il film esplora il viaggio di questa giovane donna scelta per essere la madre del Salvatore; per la prima volta si racconta la nascita di Gesù attraverso gli occhi di sua madre, si esplorano le sue sfide e si entra nella sua intimità quotidiana.

Ido Tako, Noa Cohen, Anthony Hopkins: solo alcuni degli attori del cast di questo film biblico disponibile su Netflix dal 6 dicembre 2024. Un film che ha tutte le caratteristiche per divenire un colossal, seppur lontano mille miglia dalla più cruenta realtà che ritroviamo ne La passione di Cristo del 2004.
Ambientato in Giudea durante il I secolo a.C., il film è incentrato sulla vita di Maria di Nazareth, una giovane donna cresciuta in un villaggio umile. La svolta avviene quando, ancora bambina, i genitori decidono di votarla al servizio di Dio, dopo aver avuto un incontro con l’Arcangelo Gabriele. E sarà proprio l’Arcangelo Gabriele a essere una figura costante nella vita di tutti i personaggi: Anna e Gioacchino, genitori di Maria, Maria stessa, il suo promesso sposo Giuseppe. Il film esplora la resilienza di Maria mentre affronta non solo ostacoli spirituali, ma anche fisici. Viene presentata non solo come la madre del Salvatore, ma anche come una donna forte e al tempo stesso rivoluzionaria, in grado di sostenere lo sguardo di Re Erode senza alcun timore.
Nonostante le critiche e i pareri discordanti Storia di Maria offre uno sguardo personale e intimo su una donna che resta umana nonostante il destino divino.


SCENOGRAFIA

La prima cosa che si nota guardando il film è come la scenografia permetta al pubblico di immergersi completamente in un contesto visivamente autentico e dettagliato: i paesaggi desertici, ma anche i mercati e i villaggi sono rappresentati con estrema cura, il che contribuisce a rendere molto credibile l’ambientazione biblica. Inoltre, la fotografia enfatizza molto su quelli che sono i contrasti tra le ombre delle caverne e la luce del deserto evocando così un vero e proprio senso di spiritualità. Nonostante il lavoro accurato, le critiche non sono mancate difatti alcuni hanno segnalato che i paesaggi naturali e le ambientazioni urbane siano ripetitive e non vi sia una vera e propria evoluzione del viaggio narrativo dei personaggi: insomma un “È bravo, ma dovrebbe impegnarsi di più”.

POLEMICHE “POLITICHE”

Già dal trailer attorno a questo thriller Netflix, si è creato un acceso dibattito sui social media: secondo quanto riportato da alcune testate il film Storia di Maria ho sollevato critiche per la “mancanza di rappresentanza araba e palestinese”. La scelta di attori occidentali e israeliani ha provocato una disanima di commenti negativi; inoltre, il film non completamente fedele a quanto riportato dalle scritture ha aggiunto critiche alla già complessa situazione sul filo del rasoio per via delle tensioni politiche e culturali tra Israele e Palestina tutt’ora attuali. Così come riportato sul Corriere, il regista DJ Caruso è intervenuto per placare gli animi, seppur con scarsi risultati:

“ritenevamo importante che la maggior parte del nostro cast principale venisse selezionata da Israele in modo da garantire l’autenticità del progetto”

Un progetto che si è posto come obiettivo la celebrazione della figura femminile, di una donna che nella sua semplicità è passata alla storia non solo come la madre del Salvatore, ma come una donna forte e straordinario, una donna contemporanea.

Antonietta Della Femina
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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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