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Subiaco è la Capitale Italiana del Libro 2025, tra storia e futuro

Incastonata tra le montagne dell’Appennino laziale, Subiaco si prepara a vivere un anno straordinario come Capitale Italiana del Libro 2025.

Un prestigioso riconoscimento, annunciato dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che rappresenta non solo un omaggio alla ricchissima tradizione storica della città, ma anche un’occasione ponte tra il suo glorioso passato e un futuro carico di opportunità culturali.

Non si sente spesso parlare di questa piccola città storica, il cui legame con stampa, editoria e cultura è molto più antico e forte di quanto si sappia.

Subiaco, infatti, non è nuova ai riflettori della cultura. Nel XV secolo, i monaci tedeschi Arnold Pannartz e Konrad Sweynheim introdussero qui la prima tipografia italiana, realizzando capolavori come il De Oratore di Cicerone e Le Istituzioni Divine di Lattanzio. La tradizione tipografica, nota come Subiaco Press, rappresenta un patrimonio che non ha mai smesso di ispirare. Partendo dalle radici, l’albero sempreverde della letteratura cresce e protende i suoi rami verso il futuro.

Nel 2025, Subiaco torna a essere protagonista della scena culturale italiana con un progetto che si prefigge di restituire centralità al libro e alla lettura. È una rinascita che vuole non solo celebrare la storia, ma anche attualizzarla con un’offerta culturale inclusiva, innovativa e radicata nel territorio. Eventi, occasioni di aggregazione e scambio, propongono un riavvicinamento e una riappropriazione del libro come dimensione, istituzione e rituale.

Il progetto che ha convinto la giuria del concorso – presieduta da Gian Arturo Ferrari e composta da illustri personalità del mondo culturale come Susanna Tamaro e Simona Vinci – è ambizioso e articolato. Al centro vi è il recupero e la valorizzazione del patrimonio librario locale: antichi manoscritti, volumi rari e biblioteche storiche diventeranno accessibili non solo agli studiosi, ma a tutti i cittadini.

Accanto a questa missione conservativa, si affianca un’attenzione particolare verso le nuove generazioni. Laboratori creativi, festival letterari, letture pubbliche e l’uso di tecnologie all’avanguardia mirano a rendere il libro un’esperienza immersiva e coinvolgente. L’obiettivo è chiaro: riportare la lettura al centro della vita quotidiana e farne un veicolo di crescita personale e collettiva. Bisogna muovere la tradizione attraverso i linguaggi moderni, usando la contemporaneità come mezzo comunicativo.

Con il finanziamento di 500.000 euro messo a disposizione dal Ministero della Cultura, Subiaco si prepara a trasformare ogni angolo della città in un palcoscenico per il libro. Le piazze accoglieranno rassegne letterarie e incontri con autori, le scuole saranno protagoniste di progetti educativi su misura, e il patrimonio storico sarà integrato da esperienze multimediali per attrarre visitatori di ogni età.

Ma non si tratta solo di eventi. Il progetto punta anche a promuovere una riflessione più ampia sul ruolo del libro in un’epoca sempre più dominata dalla tecnologia. Subiaco, in tal senso, vuole essere un esempio di come tradizione e innovazione possano dialogare armoniosamente, offrendo nuovi spunti per immaginare il futuro della lettura.

Questo titolo è un riconoscimento alla nostra storia e, al contempo, un invito a guardare avanti con coraggio e creatività,” ha dichiarato il sindaco Domenico Petrini. Le sue parole riflettono l’orgoglio e l’entusiasmo di una comunità che non si è mai lasciata sedurre dall’oblio, ma che ha saputo custodire gelosamente le sue radici culturali. Subiaco invita lettori, appassionati e curiosi a partecipare a questo viaggio straordinario tra le pagine della storia e della letteratura. È un’occasione per immergersi nel fascino senza tempo del libro e per lasciarsi ispirare dalla forza evocativa delle parole.

Nel 2025, Subiaco sarà non solo una capitale del libro, ma una capitale dell’anima, in grado di ricordarci quanto sia potente la magia della cultura nel dare forma ai sogni e alle visioni del domani.

Sveva Di Palma

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Fonte Foto: Shutterstock

Sveva Di Palma

Sveva. Un nome strano per una ragazza strana. 32 anni, ossessionata dalla scrittura, dal cibo e dal vino, credo fermamente che vincerò un Pulitzer. Scrivo troppo perché la scrittura mi salva dal mio eterno, improbabile sognare. È la cura. La mia, almeno.
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