Natura & ScienzePrimo Piano

Invenzioni dimenticate che hanno cambiato il mondo

Non è la specie più forte che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”.

Con una semplicissima frase, Charles Darwin ci espone un concetto fondamentale ma non scontato: è importante evolversi tanto quanto adattarsi alle evoluzioni, soprattutto in un contesto storico dove il progresso tecnologico si evolve con una velocità incredibile.

Nei secoli, la mente umana ha creato invenzioni straordinarie che hanno influenzato e trasformato il nostro modo di vivere, comunicare e lavorare. Nonostante questo, alcune di esse non sono riuscire ad acquisire un posto all’interno della memoria collettiva; alcune sono state addirittura oscurate dagli sviluppi tecnologici o semplicemente dimenticate.

Difatti, in questo articolo faremo un viaggio dove esploreremo alcune di queste invenzioni “dimenticate” che, sebbene poco conosciute, hanno segnato profondamente la storia umana. Curiosi? Iniziamo!

L’astrolabio, Ipparco di Nicea, 150 a.C.

Ipparco di Nicea, astronomo greco dell’epoca ellenistica, inventò nel 150 a.C. uno strumento importante per orientarsi, utilizzato per la navigazione e l’astronomia: l’astrolabio. Deriva dal greco bizantino astrolábion, a sua volta proveniente dal sostantivo greco “astèr”, cioè, astro e dal verbo greco “lambàno”, vale a dire prendere, afferrare.

Con questo strumento è possibile localizzare o calcolare la posizione del Sole e le stelle, legata al giorno dell’anno e all’ora, per una data latitudine. L’invenzione dell’astrolabio ha permesso agli esploratori di viaggiare e mappare il mondo.

Nel corso dei secoli, venne perfezionato da astronomi greco-romani come, per esempio, Tolomeo nel II secolo d.C. oppure da persone di rilievo nel mondo islamico medievale, come Al-Zarqali, facendolo diventare uno strumento che riusciva a misurare il tempo e persino determinare la direzione della Mecca.

L’astrolabio venne utilizzato fino al XVII secolo, quando fu gradualmente sostituito da strumenti più precisi come il sestante, ma oggigiorno viene considerato come una meraviglia dell’ingegneria antica e un simbolo del connubio tra scienza e arte.

La stampa, Johannes Gutenberg, 1453-1455

Negli anni ’50 del 1400, un orafo e tipografo tedesco, chiamato Johannes Gutenberg, è riuscito ad inventare quello che diventerà il principale moto di diffusione della cultura: la stampa a caratteri mobili. Oggigiorno, la consideriamo un’invenzione scontata, ma per l’epoca fu davvero importante per la diffusione di idee e cultura – spesso, risultando addirittura scomoda.

Il macchinario utilizzato era composto da un sistema di lettere intercambiabili in grado di stampare intere pagine di testo, velocizzando esponenzialmente il processo di trascrizione a penna.

Nonostante già a partire dal VI secolo d.C. erano diffuse in Cina e in Egitto delle forme di stampa, tra le più antiche al mondo, prendiamo come riferimento Gutenberg perché ha reso i libri accessibili anche alle classi inferiori, contribuendo a innescare l’età dell’Illuminismo.

Il microscopio ottico moderno, fine 1500 – metà 1600

Verso la fine del 1500, in Olanda, venne inventato il primo prototipo di microscopio composto da più letti che venne utilizzato dal filosofo naturalista Robert Hooke per la stesura del volume “Micrographia” con il quale spopola nella comunità scientifica britannica per le tavole accuratamente descritte su pulci, pidocchi e altre forme di vita microscopiche. Con quest’opera, Hooke coniò il termine “cellula” per la prima volta. Ma fu l’olandese Antoni van Leeuwenhoek ad affinare questo strumento, dando il via alla microbiologia.

La pila, Alessandro Volta, 1799

Nel 1799 venne creata, da Alessandro Volta, la pila, cioè il primo generatore statico di energia elettrica mai realizzato. Si tratta del prototipo della batteria elettrica moderna, la cui copia la possiamo trovare al Museo per la Storia dell’Università di Pavia, ateneo nel quale il fisico insegnò per tutta la sua carriera universitaria.

Volta fece diversi esperimenti per l’invenzione della pila, che riprendevano studi precedenti di Luigi Galvani sull’elettricità. Anche se, sulla prima pila, non si hanno informazioni precise: negli scritti del fisico non viene spiegata la realizzazione di un modello concreto, troviamo, invece, istruzioni per la costruzione di un dispositivo generico, vale a dire in diversi modi utilizzando più di una moneta.

Irene Ippolito

Leggi anche: L’Italia nel mondo: 5 invenzioni italiane che hanno conquistato il pianeta

Immagine creata con Canva

Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
Back to top button