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La storia di Ralph, del suo lavoro e dei tuoi cosmetici

Per conoscere il coniglietto Ralph bastano poco meno di quattro minuti. 

Emaciato, cieco da un occhio e mezzo sordo, Ralph concede un’intervista alla Humane Society International: entusiasta, spiega l’importanza del suo lavoro e gli effetti che questo ha avuto su di lui e sulla sua famiglia – tutti morti “facendo il loro lavoro”, proprio come succederà a lui.

TI PRESENTO RALPH

Oggi voglio presentarti Ralph, un coniglio bianco, come tanti. Un coniglio che, come tanti, continua l’attività di famiglia: è una cavia da laboratorio che, per sbarcare il lunario, si fa iniettare quotidianamente sostanze chimiche altamente tossiche per evitare che finiscano nei nostri cosmetici

Ralph – già cieco da un occhio e parzialmente sordo – spiega con un tono triste di come non gli importi della propria vita, poiché sente che vale la pena sacrificarsi per aiutare gli umani, definiti come “esseri superiori”. 

In laboratorio, durante il “turno di lavoro”, i suoi colleghi conigli implorano la troupe intervistatrice di liberarli, prima che a Ralph venga iniettata una sostanza chimica nel suo unico occhio funzionante. Completamente cieco e debilitato, Ralph pronuncia le sue ultime parole: senza i paesi che permettono la sperimentazione animale sarebbe senza lavoro, in un campo come un “normale coniglio”

Con senso del dovere, abnegazione e oblatività, Ralph è, alla fine dei conti, un piccolo filantropo: si sacrifica volenterosamente affinché sul mercato possano arrivare i nostri cosmetici preferiti. Per lui, il suo lavoro è essenziale per l’uomo: grazie al suo servizio e ai test di laboratorio su cavie animali gli uomini possono sentirsi al sicuro. 

IL CORTOMETRAGGIO

Ralph acconsente ad una troupe televisiva di riprendere la sua giornata, facendosi portavoce di The Humane Society International e degli hashtag #SafetyWithoutSuffering #SaveRalph

Meno di quattro minuti toccanti che, senza giri di parole, lanciano un messaggio chiaro: la sperimentazione animale è una barbarie, un’attività anacronistica e specista che deve finire subito.

È un cortometraggio animato, in stile falso documentario, realizzato con la tecnica dello stop motion, con regia di Spencer Susser. Ralph (voce di Taika Waititi) racconta in prima persona le sue vicende: parzialmente sordo e cieco da un occhio, spiega l’importanza del suo ruolo per garantire la sicurezza degli esseri umani, ritenuti superiori, con un innocente tono calmo e ottimista, tradito da espressioni profondamente tristi.

I suoi colleghi di lavoro – le cui voci appartengono a Zac Efron, Olivia Munn e Ricky Gervais – implorano aiuto mentre il protagonista subisce un’ulteriore iniezione che lo rende completamente cieco. 

Il corto, originale e crudo, a tratti agrodolce, racconta semplicemente la storia di un coniglio tra tanti, una cavia tra le infinite, per far luce sulla situazione di milioni di conigli e di altri animali nei laboratori. In tutto il mondo. 

Anche se Ralph è un personaggio di fantasia, un pupazzetto, la sofferenza che sopporta è tutt’altro che inventata: è la sofferenza di milioni di animali che, in tutta Europa, a causa dei test chimici richiesti dai governi, soffrono e muoiono ogni giorno. 

#SAVERALPH

Possiamo salvare Ralph. The Humane Society International, no-profit americana e leader nell’Unione Europea, si impegna per tutelare gli animali: grazie alle campagne attive per la protezione della fauna selvatica e marina, la riduzione e sostituzione degli animali nei test, spera di poter migliorare le condizioni di vita degli animali. 

Ralph è la voce sussurrata che ci ricorda che la sicurezza chimica e il benessere degli animali non si escludono a vicenda, ma possono camminare insieme senza utilizzare gli animali come cavie

Nonostante i test sugli animali siano illegali in molti paesi europei dal 2013, nell’80% dei paesi nel mondo è ancora legale praticare test cosmetici su animali. E, in effetti, le autorità europee chiedono quantità sempre maggiori di test sugli animali, anche per ingredienti cosmetici usati in sicurezza da anni. 

The Humane Society International invita i cittadini dell’UE che sono commossi dalla storia di Ralph – e che desiderano vedere il Green Deal implementato in modo da non danneggiare milioni di animali – a unirsi alla campagna #SafetyWithoutSuffering.

L’EUROPA

  • La legge sulle sostanze chimiche dell’UE “REACH” impone una rigida lista di controllo dei requisiti di prova, molti dei quali comportano l’alimentazione forzata o l’esposizione di roditori, pesci o altri animali a dosi irrealistiche di una sostanza chimica per periodi da una settimana a due anni, senza alcun sollievo dal dolore. Alcuni degli esperimenti richiesti uccidono tra 1.300 e 2.600 animali per sostanza chimica testata;
  • Sono più di 192 milioni gli animali utilizzati ogni anno in laboratori chimici in tutto il mondo;
  • Il 95% dei farmaci testati sugli animali non è funzionale sui pazienti umani. Per esempio, indurre artificialmente i sintomi di una malattia umana in animali sani (come costringere i ratti a nuotare o subire elettroshock fino a quando non rinunciano a cercare di fuggire, come “modello” di depressione umana) è inutile per replicare la malattia reale in fase di studio;
  • Il 50% delle cavie si trova nei laboratori dell’Inghilterra, dove sono uccisi senza benefici scientifici;
  • 63 sostanze chimiche registrate “REACH” utilizzate nei cosmetici sono state soggette a 104 nuovi test sugli animali dopo l’entrata in vigore dei divieti di regolamento cosmetico dell’UE. Questi test hanno sottoposto più di 25.000 conigli, topi, ratti e altri animali a una combinazione di irritazione agli occhi e alla pelle, allergia cutanea, avvelenamento letale acuto, tossicità riproduttiva, evolutiva e altri test. Se l’approccio dell’UE non cambierà, il numero di animali che potrebbero essere sottoposto a nuovi test per le 3.206 sostanze chimiche aggiuntive registrate “REACH” con cosmetici e altri usi potrà salire a centinaia di migliaia;
  • In Europa, più di 2 milioni di animali sono stati uccisi durante test chimici; 25mila animali sono stati usati come cavie per i test cosmetici anche dopo il divieto dell’UE e ogni nuovo farmaco viene testato su 32 beagle

PRODOTTI NON TESTATI SUGLI ANIMALI

Nonostante in alcuni Paesi i test cosmetici sugli animali siano illegali, ci sono degli indicatori per capire se il prodotto acquistato rispetti la legge o meno. 

Sulla confezione del prodotto dovrebbe essere riportato il simbolo di un coniglietto (leaping bunny). Le aziende certificate leaping bunny garantiscono una politica aziendale cruelty free (ossia libera da crudeltà sugli animali, applicata a tutti i propri cosmetici o detergenti immessi sul mercato), l’assenza nei propri prodotti di materie prime derivanti da parti di animali vivi, macellati, dalla loro soppressione o sofferenza e un costante impegno nel disincentivare la sperimentazione animale sugli ingredienti cosmetici. Le aziende aderenti sono riportate nella sezione “Ricerca senza animali/aziende Cruelty Free” sul sito www.lav.it

Ma le etichette possono ingannare e, quindi, è bene fare chiarezza sulle terminologie che possiamo trovare:

  • Prodotto finito non testato su animali: gli ingredienti possono essere stati testati sugli animali;
  • Prodotto non testato su animali: anche in questo caso, non ci sono informazioni specifiche, quindi non è sicuro;
  • Testato clinicamente: prodotto testato su volontari umani, ma potrebbe essere stato testato anche sugli animali;
  • Testato dermatologicamente: prodotto testato sulla pelle, ma non si specifica se sia umana o animale.

Sono molti i dibattiti sulla questione pro o contro i test sugli animali, ma bisogna riflettere sull’importanza della vita di ogni essere vivente. Perché la vita di un animale deve essere considerata inferiore rispetto a quella di un essere umano? 

Intanto, possiamo salvare Ralph dicendo no allo sfruttamento degli animali in laboratori chimici e tossicologici. Possiamo salvare milioni di Ralph semplicemente leggendo un’etichetta

Elisabetta Carbone
Leggi anche: Vi voglio bene, amici animali! Come fare shopping Cruelty Free

Elisabetta Carbone

Sono Elisabetta Carbone, classe ’93, milanese di nascita ma cittadina del mondo. Mi sono diplomata al conservatorio per scoprire che volevo laurearmi in storia. Mi sono laureata in storia per scoprire che volevo laurearmi in psicologia. Dopodiché ho scoperto la sessuologia, ma questa è tutta un’altra storia. Non faccio un passo senza Teo al mio fianco, la mia anima gemella a 4 zampe. Docente, ambientalista, riciclatrice seriale, vegetariana.
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