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Liberato III, nun staje maje sul tu

Il terzo lavoro del cantante misterioso è stata una vera e propria fatica, non smette mai di soffrire ma neanche di cercare di costruire suoni nuovi insieme al suo pubblico

L’album è uscito il 31 dicembre, compreso di video creati con l’AI su YouTube.

Le sirene ci sono sempre, i beat anche, ma per parlare di Liberato III mi piacerebbe partire dall’ultima traccia che descrive perfettamente il mood del cantante, la nona: O diario. È un pezzo parlato, in cui Liberato si confessa: ci dice che negli ultimi due anni ha avuto molte difficoltà a creare l’album pensando di voler cambiare stile, ma poi alla fine è tornato a sé stesso, alla sua essenza (per fortuna, direi). Ci dice anche che frequenta il Basic Club, discoteca a Cercola (per chi fosse ancora ossessionato nello scovare la sua vera identità). Ci dice che stava diventando dipendente dall’erba. E ci dice che, come al solito, è stato “fottut” da una donna, ovviamente, perchè è “sempe nu fatto ‘e corazon. E ricuordete na cosa: nun staje maje sul tu”.

  1. Turnà: ripresa da “Voglia ‘e turnà” di Teresa De Sio del 1982 e con un refrain anche di “Don’t cha” delle Pussycat Dolls. Chiaro riferimento a tutta la giovane generazione napoletana che per lavorare va via dalla propria città, avendola però sempre nel cuore.
    “Quanti nuttate passate luntano a me sentere ‘a musica ‘e chesta città”.
  1. ‘A ‘mbasciata: dopo un anno lui ha una relazione clandestina con l’amica di lei e non sa come dirlo alla fidanzata, appunto, essendo passato già un anno. Consiglio personale: non fate come Liberato, non ditelo mai quando tradite, tenetelo per voi, tanto, mal che vada, lei già lo sa.
  1. Novembre: lui non ha voglia di vedere nessuno, neanche di stare con gli amici, vuole stare in solitudine con i suoi pensieri. D’altronde è novembre, cosa vuoi fare prima di Natale? Ti deprimi, è chiaro.
  1. Essa: pezzone dell’album con la ripresa di “Penzo sempe a isso” di Maria Nazionale. C’è bisogno di commentarlo? Va solo ascoltato a tutto volume.
  1. Tre: qui c’è un riferimento ad una relazione a tre, o con un tradimento scoperto. Il fulcro resta comunque: lui non accetta “sta cosa a tre” e allora “vott a scurdà”. Ed ecco che il tuo amore da sirena si trasforma in una perfida arpia, diventa un mostro quando cominci a vederla con occhi diversi (guardate il video per capire).
  1. Sì tu (it’s you): canzone d’amore semplice, da mettere come sottofondo ai reel di Instagram per tutte le coppie durante gli aperitivi ad agosto. Io ve l’ho detto.
  1. ‘A fotografia: la più ricercata. Qui il refrain riprende una parte di “Napoli Milionaria” di Eduardo De Filippo, in particolare la scena della finta morte, quando si riuniscono tutti attorno al compianto marito e iniziano a dire le preghiere. E allora: “Diasillo, diasillo. Signore pigliatillo. Cavaliere della Croce, ascoltate la sua voce. Per i vostri gran tormenti, ascoltate i suoi lamenti. Per la tua somma potenza, dacci un segno di clemenza”. Diasillo deriva da -dies irae- dalla sequenza della messa da requiem per i defunti, che prosegue con -dies illa- ovvero “quel giorno del giudizio”, da cui poi deriva -diasillo- forma dialettizzata.
  1. Lucia (stay with me): canzone della vita? Sì, esatto. Mi conquistò subito, all’uscita del documentario “Il segreto di Liberato” con le prime parole: “Lucì, nun dà retta a nisciuno, si staje sempe ‘ncazzata e nun saje manco pecchè sbatte ‘a capa int’o muro.” Felice che sia in un album dopo averla sentita per mesi l’anno scorso. Il film è su Netflix, per chi non l’avesse ancora visto.
  2. ‘O diario. Vedi sopra.

Ora indossate le cuffie e ascoltate.

Lucia Russo

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Lucia Russo

Lucia. Amante della luce per destino: nomen omen. Tuttavia crede che per arrivare a quella luce ci sia bisogno del caos e della contraddizione, scrutarsi dentro, accettarsi e avere una profonda fiducia in sé stessi. Il rimedio a tutto il resto: una buona porzione di parmigiana di melanzane.
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