Lo studiolo di Isabella d’Este
Lo studiolo è una sala situata all’interno dei grandi palazzi nobili del rinascimento, adibita allo studio e alla meditazione, in cui il proprietario poteva ritirarsi in solitudine e riflettere in tranquillità.
Questa usanza comincia a diffondersi durante il rinascimento, ma i primi studioli nascono anni prima, con il diffondersi della cultura umanistica, come quello di Petrarca nella sua villa ad Arquà.
L’iniziativa sembra sia stata dei papi, durante il loro soggiorno ad Avignone, in cui comparve all’interno della loro residenza le prime forme di studiolo.
Spesso collegato con il guardaroba o la camera del tesoro, gli studioli specie quelli dei ricchi e potenti signori, erano finemente decorati con pitture e tarsie lignee, opera dei più celebri artisti del tempo, chiamati a dare prestigio a questo nuovo ambiente.
Lo studiolo diviene quindi motivo di lustro e vanto per il signore, che insieme alle collezioni di antichità che possiede, rappresentano un mezzo per affermare il suo potere.
Uno studiolo particolarmente famoso è quello di Isabella d’Este Gonzaga, fatto costruire nel palazzo di Mantova dal 1491.
Persona colta e raffinata, Isabella D’Este è interessata alle arti, alla letteratura antica e a quella a lei contemporanea, incrementa la biblioteca di famiglia e le collezioni.
Nella torre detta di San Niccolò nel Castello di San Giorgio fa costruire il suo studiolo, le decorazioni con fregi e ceramiche sono affidate prevalentemente ad Andrea Mantegna, che già aveva collaborato con la famiglia Gonzaga, i soggetti sono tratti dal mito, con scene mitologiche, allegoriche e celebrazioni della committente e della sua prestigiosa famiglia, particolarmente gradito erano le rappresentazioni delle Muse.
Mantegna dipinse il famoso quadro di Parnaso e Trionfo della Virtù ed anche Pietro Perugino partecipò agli allestimenti con l’opera Lotta fra Amore e Castità.
Nel 1522 Isabella d’Este a seguito della morte del marito Francesco II Gonzaga, decide di cambiare sistemazione e si trasferisce negli appartamenti al pian terreno della Corte vecchia.
Qui riorganizza gli spazi, dando un nuovo assetto, ed anche il suo studiolo viene costruito nuovamente, compresi gli arredi di cui aveva ampliato le collezioni, chiamando nuovi pittori tra cui Correggio che dipinse l’Allegoria della virtù e del Vizio.
Le sale erano divise da ampi portali, l’entrata dello Studiolo presentava dei bassorilievi in marmo policromi e l’appartamento, detto della Grotta, era caratterizzato da un maestoso soffitto con cassettoni lignei dorati e finemente decorati, con un portale opera dello scultore Tullio Lombardo anch’esso in marmo.
Dopo la morte di Isabella la sua imponente e prestigiosa collezione subirà progressive vendite, in particolare nel ‘600, oggi la maggior parte delle tele dipinte per il suo studiolo si trovano al museo del Louvre a Parigi.
Beatrice Gargiulo
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