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Pogrom: come un termine può seminare odio

Molto spesso i termini vengono abusati del loro significato, da giornali o, addirittura, da governi.

Accade, per esempio, di trovare una parola in un contesto nel quale non dovrebbe essere. Che sia per cattiva informazione o per generare terrore volutamente, assistiamo spesso ad abusi di terminologie.

Una di queste è il pogrom, termine usato per descrivere gli attacchi dell’organizzazione di Hamas contro Israele.

Ma cosa significa pogrom?

La parola deriva dal russo e vuol dire “devastazione”. In origine veniva utilizzata per indicare attacchi antisemiti, perseguiti anche dalle autorità, precisamente in Russia tra il 1881 e il 1921.

In realtà, il pogrom sarebbe molto più antico, addirittura risalirebbe al 38 d.C., ad Alessandria, dove ci fu un grande massacro della comunità ebraica da parte dei romani a causa della religione.

Tantissimi sono poi stati dichiarati pogrom, come, per esempio, il Massacro di Granada del 1066, le persecuzioni in Spagna e Francia ai danni degli ebrei nel 1320 e il Massacro di Lisbona del 1506.

Sebbene il termine indichi una violenta sommossa popolare nei confronti di un’intera etnia, il pogrom viene spesso riferito alle aggressioni ai danni degli ebrei

Tornando all’origine del termine, nel 1881, in Russia, dopo l’attentato allo zar Alessandro II, crebbe il malcontento della popolazione contro alcune comunità ebraiche, accusate proprio di cospirare contro il governo.

Iniziarono così massacri e saccheggi i danni degli ebrei, fino al 1905, quando in Russia e Polonia tantissime persone della comunità ebraica vennero attaccate dalla popolazione e furono costrette a scappare in Palestina e Stati Uniti.

Impossibile dimenticare i pogrom avvenuti durante il nazismo da parte di Hitler che vennero perpetrati fino alla fine della seconda guerra mondiale.

Tornando ad oggi, il termine è stato utilizzato più volte dopo l’episodio del 7 ottobre 2023, quando Hamas ha attaccato Israele. Dal momento in cui è ripresa la guerra in Palestina, capi di Stato e giornalisti hanno divulgato nuovamente gli attacchi come pogrom.

Alla luce di ciò che è accaduto nel territorio palestinese, e che ancora accade, dove migliaia sono gli sfollati costretti a lasciare le proprie case e la propria terra per fare spazio ad un nuovo “Stato”, si può davvero utilizzare tale termine?

La guerra a Gaza deriva da un sopruso di potere da parte non solo di Israele, ma degli Stati Uniti e dell’Europa intera, che continua ad essere spettatore e carnefice della vicenda. L’utilizzo di termini così forti non solo diventa irrispettoso nei confronti dei tanti palestinesi che cercano la libertà del proprio paese, ma anche dei tanti ebrei che sono morti e hanno sofferto per secoli la discriminazione.

Che questo sia un invito ai cittadini, giornalisti e governi, a non abusare di terminologie, come il pogrom, che ledono intere popolazioni e cercare,invece, di divulgare il più possibile la verità.

Martina Maiorano

Leggi anche: Guerra Israele- Palestina: cosa sta succedendo?

Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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