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Torneo di fisica 2024: i 5 partecipanti raccontano

Lo scorso luglio, a Budapest, si è tenuto il prestigioso International Young Physicists’ Tournament (IYPT), la coppa del mondo di Fisica che ogni anno mette alla prova giovani menti di diversa provenienza ma accomunate dalla passione per la materia.

Dopo aver avuto il piacere di intervistare i docenti Raffaele Campanile e Gianmarco Sasso, incaricati di formare la squadra di studenti e collaboratori italiani per il torneo, torno a parlare dell’evento, stavolta con le ragazze e i ragazzi che hanno rappresentato l’Italia nel 2024.

I 5 membri della squadra sono: Angela Esposito, Myriam Formisano e Aniello Di Masso, studenti del liceo “G. Buchner” di Ischia; Mario Miale del liceo “G. Mercalli” di Napoli, e Marco Ragozzino del liceo “A. Gatto” di Agropoli.

Conosciamoli meglio.

Come vi siete avvicinati alla fisica?

Angela Frequentando un indirizzo come quello di Scienze Applicate, la fisica rappresenta una delle materie principali. Inizialmente non provavo una particolare affinità a questa disciplina, ma col passare del tempo e, soprattutto, grazie all’esperienza del torneo, ho iniziato ad apprezzarla molto di più, poiché mi ha permesso di approcciarmi a essa in modo diverso dal metodo scolastico.

Marco: Durante gli ultimi due anni di liceo scientifico ho avuto modo di avvicinarmi sempre di più alla fisica, in particolar modo grazie agli insegnamenti della mia professoressa e alle numerose attività a cui abbiamo preso parte. La partecipazione ai mondiali di quest’anno è stata un’esperienza unica che ha cambiato completamente il mio modo di vedere la fisica.

Myriam: il mio primo approccio con la fisica è stato indimenticabile. Quando ho iniziato a studiarla, mi sono resa conto di quanto la mia conoscenza del mondo fosse limitata e superficiale. Ciò mi spingeva a studiarla, e ho avuto la fortuna di avere un bravissimo insegnante, che mi ha permesso di esplorare la materia e di amarla a livelli che non avrei creduto possibili.

Aniello: Mi sono avvicinato alla fisica frequentando il liceo scientifico, con indirizzo in Scienze Applicate. Grazie alle ore di laboratorio, ho potuto comprendere i fenomeni fisici non solo teoricamente, ma anche attraverso esperimenti concreti. Questo metodo ha stimolato la mia curiosità e mi ha permesso di sviluppare una comprensione più profonda della materia. Inoltre, è stata determinante la passione trasmessa dal mio insegnante, che ha saputo rendere la fisica affascinante e coinvolgente, motivandomi a proseguire gli studi con entusiasmo.

Com’è stata la vostra esperienza a Budapest?

Angela: L’esperienza di Budapest è stata la migliore che abbia mai vissuto. Mi ha permesso innanzitutto di vedere finalmente ultimato il lavoro di molti mesi, condividendolo con persone provenienti da tutto il mondo accomunate dalle stesse passioni. Mi piace pensare a quest’esperienza come a una vera e propria avventura, ho imparato moltissimo, ma ho anche fatto amicizia con persone con diverse tradizioni e stili di vita. Abbiamo avuto anche la possibilità di visitare una città stupenda quale Budapest e di divertirci tutti insieme, vivendo momenti che porterò per sempre nel cuore.

Marco: Mi viene difficile trovare un termine adatto per descrivere tutto quello che è accaduto in quei giorni: il confrontarsi con altre nazioni, creare dei legami con altri ragazzi della nostra età ma che vivono in una realtà completamente differente, vivere tutto questo coi propri compagni di squadra. Abbiamo vissuto questa esperienza con serenità, dando il massimo, creando ricordi che mi hanno segnato a vita.

Myriam: È difficile descriverla perché è stata una esperienza totalizzante che mi ha dato tanto. Abbiamo avuto la preziosa opportunità di confrontarci con persone diverse, e ognuna a modo loro ha arricchito noi e il nostro lavoro. Penso che ci abbia permesso di crescere tanto, proprio perché ci siamo messi in gioco.

Aniello: La mia esperienza a Budapest è stata una delle migliori, se non la migliore, della mia vita. Avere l’opportunità di entrare in contatto con studenti internazionali, accomunati dalla stessa passione, è stato indescrivibile. Ho avuto modo di confrontarmi con modi di pensare e di creare diversi dai nostri. Le difficoltà che abbiamo incontrato lungo il percorso ci hanno resi più forti come squadra: grazie all’impegno di tutto il team, anche nei momenti più complessi, siamo riusciti a trovare sempre una soluzione. Questo viaggio mi ha permesso di crescere, sia a livello personale che come parte integrante di una squadra vera e propria.

C’è qualcosa che vi ha messo a dura prova durante il torneo?

Angela: Per me la sfida maggiore è stata la lingua. Ogni tipo di comunicazione avveniva in inglese ed è stato difficile adoperare un linguaggio di tipo scientifico, ricco di termini tecnici, per formulare un discorso con cui spiegare procedure e fenomeni scientifici. 

Marco: Sicuramente una delle difficoltà maggiori è stata quella di unire la lingua a un linguaggio scientifico, essere in grado di portare avanti una lunga conversazione esprimendo correttamente il proprio punto di vista. Gestire una physics fight in modo da portarla completamente a tuo vantaggio non è per nulla semplice.

Myriam: La sfida più grande per me è avvenuta nel periodo di preparazione al torneo. È stato complicato provare a fare un lavoro di qualità e conciliare il tutto con altri impegni, e tutto questo per mesi!

Aniello: Ritengo che la difficoltà maggiore durante il torneo sia stata rappresentata dalla collaborazione e dall’intesa all’interno della squadra, soprattutto considerando che era la nostra prima partecipazione. Combinare le nostre idee e i concetti per trovare una soluzione unica in tempi ristretti non è stato affatto semplice. Questa mancanza di esperienza si rifletteva anche sulla competizione tra i diversi ruoli e sull’andamento complessivo della gara. Tuttavia, alla fine riuscivamo sempre a trovare soluzioni condivise, il che ci ha permesso di superare le difficoltà e di lavorare insieme in modo efficace.

E invece qualcosa che vi ha stupito?

Angela: Mi hanno stupito i diversi approcci alla risoluzione di uno stesso problema e il livello dei lavori di alcuni paesi, che si è mostrato ancora più elevato delle aspettative.

Marco: Durante tutta la competizione ha regnato un’atmosfera di amicizia e convivialità. Abbiamo fatto tante nuove conoscenze e siamo stati accolti sempre con un sorriso. Ciò ha contribuito a creare un ambiente estremamente piacevole.

Myriam: Mi hanno stupito l’altissimo livello della competizione e la serietà con cui veniva affrontata. Tutti i team hanno portato lavori di alto calibro da cui, a mio avviso, abbiamo avuto modo di imparare molto. E il tutto si è svolto in un clima di amicizia e collaborazione.

Aniello: Ciò che mi ha veramente stupito è stato l’altissimo livello di preparazione di alcune nazioni, con soluzioni e strategie imprevedibili. Nonostante questo, siamo riusciti a farci valere in ogni aspetto della competizione, senza mai demordere.

Cosa portate con voi da questa esperienza?

Angela: L’esperienza dei mondiali mi ha insegnato veramente tanto. Ho imparato ad approcciarmi al metodo di ricerca, a trovare una soluzione davanti alle difficoltà, a lavorare in squadra e a esporre il mio lavoro a un grande numero di persone. Quest’esperienza mi ha anche dato una spinta in più per migliorare il mio inglese e, facendo nuove conoscenze, mi ha aiutato a crescere anche a livello personale e interpersonale.

Marco: Da un punto di vista formativo, quest’esperienza mi ha permesso di crescere veramente tanto, di imparare nuovi approcci, nuovi modi di ragionare, di affrontare i problemi. Oltre a questo, mi ha permesso di interagire col mondo intero, di scoprire cosa c’è al di fuori della nostra nazione e di metterci alla prova.

Myriam: Quest’esperienza è stata una miniera ricca di insegnamenti. Ho avuto modo di apprendere molto da come ci si pone rispetto a un problema scientifico e da come si conducono gli esperimenti, cercando di sfruttare al massimo il poco tempo che si ha. Inoltre, confrontarsi con persone diversissime tra loro arricchisce e ti dà la possibilitá di guardare al mondo con occhi diversi, più consapevoli.

Aniello: Da questa competizione porterò con me una significativa crescita personale, maturata lungo tutto il percorso. Ho sviluppato un nuovo modo di ragionare e ho imparato a elaborare soluzioni dettagliate anche in assenza di una direzione chiara. Inoltre, questa esperienza è stata un’occasione preziosa per scoprire quanto sia affascinante il mondo della fisica e dei suoi fenomeni, ampliando il mio interesse per la materia. Sono anche molto grato per le amicizie che ho stretto con ragazzi provenienti da tutto il mondo, legami che rimarranno per sempre una parte importante della mia esperienza.

Un consiglio per i partecipanti che seguiranno le vostre orme nel 2025?

Angela: Non bisogna mai arrendersi, nemmeno quando tutto sembra andare storto. Quando si fa ricerca gli imprevisti e le difficoltà sono numerosissimi, ma non bisogna mai farsi scoraggiare da niente e nessuno.

Marco: L’idea di poter affrontare il mondo intero è una prospettiva emozionante. Tuttavia, quello non è altro che il culmine di un intero anno di duro lavoro e soprattutto di difficoltà da superare, ma posso assicurarvi che ne vale assolutamente la pena.

Myriam: L’unico consiglio che mi sento di dare è di vivere tutto con estrema curiosità e apertura mentale. È importante porsi nella maniera giusta sia nei confronti dei problemi da risolvere, sia nei confronti delle persone con cui poi si avrà modo di lavorare. Mettendoci un pizzico di curiosità in più diventa tutto molto più semplice e si possono scoprire cose inaspettate.

Aniello: Il mio consiglio è di credere sempre in voi stessi. Anche quando le cose sembrano andare per il verso sbagliato, l’importante è rialzarsi e imparare dagli errori commessi. Il percorso di preparazione sarà sicuramente impegnativo, ma la ricompensa che ne deriva supera di gran lunga l’impegno richiesto. Cercate il sostegno di qualcuno nel vostro progetto perché anche un piccolo aiuto può essere fondamentale per arrivare a una soluzione completa e ben strutturata. Ricordate che ogni situazione, positiva o negativa, rappresenta un’opportunità di crescita e arricchimento personale.

La selezione per la formazione della squadra italiana che parteciperà al torneo nel 2025 è attualmente in corso. I partecipanti voleranno a Lund, in Svezia, la prossima estate per mettere alla prova le loro skills nella materia. Auguriamo ai docenti e agli studenti un in bocca al lupo per le selezioni!

Claudia Moschetti

Leggi anche: L’Italia vola a Budapest per il Torneo di Fisica 2024

Foto fornita dal docente

Claudia Moschetti

Claudia Moschetti (Napoli, 1991) è laureata in Filologia Moderna. Ha insegnato italiano a ragazzi stranieri e scritto per un sito universitario. È attualmente recensora presso il blog letterario Il Lettore Medio e redattrice per il magazine La Testata. Dal 2015 al 2021 ha collaborato alla fiera del libro gratuita Ricomincio dai libri, di cui è stata anche organizzatrice.
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