Una favola barese: I gemelli di San Nicola – Vasilij Nemirovič-Dančenko
Li avevano messi in fasce e coperti con mantelle calde, gli occhi minuscoli degli orfanelli guardavano tutto con aria sorpresa, mentre le labbra si allungavano cercando qualcosa da succhiare
Marco Caratozzolo ha curato e tradotto I gemelli di San Nicola per Stilo Editrice (Pagine di Russia).
La povest’ di Vasilij Nemirovič-Dančenko, (1845-1916), giornalista e corrispondente di guerra, narra la storia di questi due orfanelli, Bepi e Peppa, una favola intrisa di fede attorno alla figura di San Nicola.
Bliznecy Svjatogo Nikolaja è “frutto di un viaggio che l’autore fece a Bari” ed è qui che è ambientata la favola, una povest’ intrisa di “spiritualità russa”.
Nikolaj Nemirovič-Dančenko intinge di colori e odori Bari Vecchia
“La città vecchia era immersa nel profumo dei gigli, che ornavano i balconi, spiccavano nei vasi e sui davanzali, biancheggiavano tra le braccia delle donne”
Bepi e Peppa, gli orfanelli lasciati in custodia a San Nicola dalla loro madre, una pellegrina russa, crescono tra le braccia delle Madri baresi, crescono ascoltando le storie di Simeone “sempre vestito di stracci”, che raffigura, una figura ben presente nel contesto russo, quello del юродивый, folle in Cristo, crescono in “idillio felice e costante”.
“I bambini camminavano e camminavano ovviamente mano nella mano, convinti che di lì a poco sarebbe comparsa la nave magica sull’acqua azzurra e che la barca dorata col tendalino in broccato sarebbe venuta a prenderli”
I gemelli incuriositi dalle storie di Simeone, mano nella mano si incamminano oltrepassando Bari Vecchia alla ricerca della “barca dorata”, per poi ritornare indietro, dalle loro madri, anche se il “destino riservato ai gemelli” era di un altro “avvenire”.
La Bari vecchia immersa nella quotidianità con le madri che si “spartiscono” l’amore dei gemelli, come in un incantesimo, vengono catapultate in un’altra realtà: quella di lasciare gli orfanelli al loro destino, un destino ben protetto da San Nicola.
“I gemelli di San Nicola dovevano fare gli angeli. Su di loro brillava una maglia coperta di scaglie argentate e dorate, e dietro si agitavano due ali aggraziate, realizzate con penne di cigno”
Emilia Pietropaolo
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