Primo PianoSociale

Antisemitismo o antisionismo? La strumentalizzazione delle notizie

Era su tutti i giornali ciò che accadde durante la partita di Europa league tra Maccabi Tel Aviv e l’Ajax.

Subito i maggiori esponenti politici si sono indignati riguardo i pestaggi dei palestinesi a danno degli israeliani.

Si è gridato addirittura alla “caccia all’ebreo” e si è parlato di azioni “antisemite”.

Anche i titoli dei quotidiani principali sono stati, per così dire, “frettolosi”.

“Tifosi israeliani aggrediti ad Amsterdam”, “Tifosi del Maccabi aggrediti”, o ancora, “ Ajax- Maccabi, ultrà israeliani aggrediti ad Amsterdam”.

Tutti sotto il grido dell’antisemitismo.

Ma si può abusare davvero di questo termine? 

Prima di tutto, è importante distinguere tra antisionismo e antisemitismo, termini talvolta confusi. Il primo è associato ai movimenti di resistenza palestinesi e non, che portano avanti l’idea di libertà della Palestina. Non sono mossi necessariamente da discriminazione, ma si limitano a criticare le scelte del governo israeliano. 

L’antisemitismo, invece, è un sentimento di odio verso gli ebrei, immotivato, che può sfociare in qualsiasi tipo di violenza e brutalità, come avvenute nel corso della storia.

Negli ultimi tempi, a causa della guerra a Gaza, i due termini si sono confusi tra loro e i governi hanno spesso condannato azioni di difesa considerandole antisemite. Perfino le stesse manifestazioni pro Palestina sono state fermate a tutti i costi e ritenute portatrici di odio verso gli ebrei.

Ciò che è accaduto quella notte ad Amsterdam è stato un accumularsi di violenze che hanno portato diversi feriti. Quello che è stato occultato, da autorità, governi e giornali stessi, che ricordiamo dovrebbero portare informazioni al lettore, è stato il reale svolgimento della vicenda.

Si è parlato, infatti, di pogrom, termine che indica sommosse e violenze nei confronti di una minoranza religiosa, in questo caso degli ebrei. In verità, ad Amsterdam, i tifosi del Maccabi hanno avuto degli atteggiamenti violenti e irrispettosi nei confronti del popolo palestinese e della città ospitante.

Secondo alcuni video precedenti alla partita, questi avrebbero incendiato alcune bandiere palestinesi, aggredito un tassista e, durante il match, inneggiato cori contro la popolazione di Gaza. Fortunatamente, nel 2024, queste azioni sono state riprese e divulgate in rete.

Tutto ciò ha portato alla rissa successiva che non riguardava la partita stessa, ma gli scontri tra due popolazioni che vanno avanti da tempo. Circa 50 i feriti e più di 60 agli arresti, un bilancio disastroso.

Ma questo lo avrete sicuramente già a letto.

Dopo aver esposto la questione, è bene considerare che le aggressioni e le violenze sono sempre inaccettabili, in qualsiasi forma e circostanza. Nessuna persona deve essere discriminata per il proprio credo o per il territorio a cui appartiene.

C’è da considerare una questione importante: la strumentalizzazione della notizia è un fatto molto grave che tende a generare falsità e, soprattutto, odio nei confronti di popolazioni già devastate da una guerra infinita.

Parlare di antisemitismo, di “ritorno alla Shoa”, di pogrom, non solo è sbagliato ma risulta pericoloso, poiché tende a nascondere la verità e a dare false informazioni. I giornali dovrebbero limitarsi a narrare gli eventi, senza presa di posizione ed ai governi spetta il compito di proteggere le popolazioni, senza favoritismi.

Martina Maiorano

Leggi anche: Pogrom: come un termine può seminare odio

Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
Back to top button