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Che forma ha l’amore?

Cosa pensi, quando pensi all’amore? Riesci a vederne il colore, la forma? 

Con quanto amore hai toccato i luoghi del tuo mondo, e quanto ancora ne hai da vomitare fuori?

Amore.
Dal latino amor -ōris, affine ad amare.

La storia etimologica del lemma Amore comprende anche l’ipotesi di una radice più antica dal protoindoeuropeo h3mh3, prendere, tenere o dalla radice indoeuropea ka, desiderare in maniera viscerale, in modo integrale, totale.

Tutte le radici suggeriscono un sentimento forte, totalizzante, profondo. Sembra quasi qualcosa di doloroso da provare, perché inevitabilmente ciò che amiamo andrà perso, che sia in morte o in circostanze. Kafka diceva che l’amore che perdiamo ci ritroverà sempre in una forma diversa. A me piace pensare che l’amore che perdiamo si poggerà con forza delicata su altro, se non riesce a trovare noi di nuovo, che sia oggetto o animale o persona nel mondo. Che se non ci trova non si perde, ma si rigenera ancora, un’altra volta.

Nell’antica Grecia l’amore veniva declinato in otto forme: 

Ci troviamo di fronte ad una classificazione riduttiva, alquanto semplicistica, ma che può aiutarci a scandire in varie forme l’amore presente nella nostra vita. Anche se forse le declinazioni dell’amore sono davvero infinite. 

Costringerci a vivere l’amore in solo una delle sue forme, come spesso ci viene implicitamente insegnato, è in realtà una enorme privazione. Così come lo è anche vivere l’amore come una sorta di legge, con pregiudizi e stereotipi. 

L’amore romantico, per esempio, non sempre coincide con quello erotico, o in genere con l’attrazione sessuale; allo stesso modo, si può essere sessualmente attratti da una persona senza esserne innamorati. E ovviamente vi sono anche casi in cui entrambe le componenti coincidono, così come vi sono persone che non provano mai un amore di tipo romantico.
Le persone che lo provano, però, sanno quanto sia complesso darne una definizione o provare a descriverlo. Quanto possa essere intenso, importante, doloroso, difficile. E anche bellissimo, quando si trova la persona giusta. 

Con le parole del personaggio Priest in Fleabag:

“Love is awful. It’s awful. It’s painful. It’s frightening. It makes you doubt yourself, judge yourself, distance yourself from the other people in your life. It makes you selfish. It makes you creepy, makes you obsessed with your hair, makes you cruel, makes you say and do things you never thought you would do. It’s all any of us want, and it’s hell when we get there. So no wonder it’s something we don’t want to do on our own. I was taught if we’re born with love then life is about choosing the right place to put it. People talk about that a lot, feeling right, when it feels right it’s easy. But I’m not sure that’s true. It takes strength to know what’s right. And love isn’t something that weak people do. Being a romantic takes a hell of a lot of hope. I think what they mean is, when you find somebody that you love, it feels like hope.”

La cosa più importante da ricordare è che ognuno vive questo tipo di amore in base alle proprie preferenze e inclinazioni, e che nessuna sua declinazione è sbagliata.

L’amore platonico è una delle forme più preziose d’amore, a mio avviso. E non sempre coincide con l’amore romantico! Anzi, se ne allontana molto nella maggior parte dei casi.

Parliamo di un amore né romantico né sessuale ma lo stesso completo e profondo, che spesso proviamo per le nostre amicizie più pure. Per citare Elle in Heartstopper:

“Tu ami i tuoi amici, semplicemente non vuoi baciarli”

L’amore platonico ci permette di formare una vera e propria seconda famiglia, e di instaurare connessioni aperte e assolute che durano per tutta la vita.

Con le parole di Ryan O’Connell: “You will fall in love with your friends. Deep, passionate love. You will create a second family with them, a kind of tribe that makes you feel less vulnerable. Sometimes our families can’t love us all the time. Sometimes we’re born into families who don’t know how to love us properly. They do as much as they can but the rest is up to our friends. They can love you all the time, without judgement. At least the good ones can.”

Vi è anche l’amore che proviamo verso la nostra famiglia, verso gli animali, verso chiunque e qualunque cosa a cui offriamo la nostra lealtà, onestà, rispetto e cura. 

L’amore può assumere anche la forma di un aiuto, di una mano tesa che ci tira verso la luce quando siamo al buio. Può essere fare una carezza ad un gatto randagio o legare i lacci delle scarpe di un bambino. 

E infine, la forma d’amore più rivoluzionaria che possa esistere: la philautia, l’amore e la compassione che una persona prova per sé stessa. In una società che ci vuole ossessionati dalle nostre imperfezioni per trarne profitto e direzionare la nostra attenzione a suo piacimento, piacerci ed amarci è un atto di ribellione.

Marcella Cacciapuoti

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Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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