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Il mistero dei secchi rossi a Kyoto: tra tradizione ed enigma

Mentre i caldi colori dell’autunno avvolgono i templi di un fascino malinconico, Kyoto vive con leggerezza la sua quotidianità tra presente e passato. 

In essa convivono grattacieli all’avanguardia, negozi di design e ristoranti di tendenza con una storia millenaria tra giardini zen e case di legno e cartone.

Un file rouge lega però la contemporaneità ai secoli scorsi: i secchi rossi per l’antincendio. 

Non è raro, infatti, vagare tra le strade e i vicoletti di Kyoto, un tempo capitale del Giappone, e ritrovarsi davanti dei secchi rossi per spegnere focolai di incendio. Si presentano due scritte 消火用 (Shōka-yō, Uso antincendio) e una più moderna 消火器 (Shōkaki, Estintore) – difatti è molto frequente trovare accanto a questi secchi un vero e proprio estintore. Benché un tempo fossero utilizzati molto frequentemente per via dell’assiduità degli incendi, ora l’utilizzo dei secchi rossi è quasi nullo: attualmente le case sebbene presentino sempre una parte in legno, sono costruite utilizzando cemento e prodotti non infiammabili. 

A Kyoto, però, le tradizioni sono dure a morire: davanti ad alcuni abitazioni è ancora possibile trovare questi secchi al cui interno vi è sabbia oppure acqua, il più delle volte di origine piovana. 

Il Giappone, ma in particolar modo Kyoto, ha un profondo legame con le proprie radici e nonostante sia un paese estremamente all’avanguardia, è legato in maniera viscerale al suo passato: la presenza di secchi nella cultura popolare giapponese è molto frequente, ed è portatore di illuminazioni o sciagure – costante è l’equilibrio tra benigno e maligno, tra ispirazione e avversità. 

Antonietta Della Femina 

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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