Il mistero dei secchi rossi a Kyoto: tra tradizione ed enigma

Mentre i caldi colori dell’autunno avvolgono i templi di un fascino malinconico, Kyoto vive con leggerezza la sua quotidianità tra presente e passato.
In essa convivono grattacieli all’avanguardia, negozi di design e ristoranti di tendenza con una storia millenaria tra giardini zen e case di legno e cartone.
Un file rouge lega però la contemporaneità ai secoli scorsi: i secchi rossi per l’antincendio.
Non è raro, infatti, vagare tra le strade e i vicoletti di Kyoto, un tempo capitale del Giappone, e ritrovarsi davanti dei secchi rossi per spegnere focolai di incendio. Si presentano due scritte 消火用 (Shōka-yō, Uso antincendio) e una più moderna 消火器 (Shōkaki, Estintore) – difatti è molto frequente trovare accanto a questi secchi un vero e proprio estintore. Benché un tempo fossero utilizzati molto frequentemente per via dell’assiduità degli incendi, ora l’utilizzo dei secchi rossi è quasi nullo: attualmente le case sebbene presentino sempre una parte in legno, sono costruite utilizzando cemento e prodotti non infiammabili.
A Kyoto, però, le tradizioni sono dure a morire: davanti ad alcuni abitazioni è ancora possibile trovare questi secchi al cui interno vi è sabbia oppure acqua, il più delle volte di origine piovana.
Il Giappone, ma in particolar modo Kyoto, ha un profondo legame con le proprie radici e nonostante sia un paese estremamente all’avanguardia, è legato in maniera viscerale al suo passato: la presenza di secchi nella cultura popolare giapponese è molto frequente, ed è portatore di illuminazioni o sciagure – costante è l’equilibrio tra benigno e maligno, tra ispirazione e avversità.
Antonietta Della Femina
Leggi anche: Momijigari: la magia dell’autunno in Giappone