In fondo al mar con Pietro Vassena
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Di umili origini, Pietro Vassena nacque a Malgrate, un comune di Lecco, il 21 aprile 1897.
Poté studiare solo fino alla terza elementare e iniziò a lavorare come garzone nell’osteria dei genitori.
Curioso fin da piccolo per la meccanica, si fermava ad osservare l’avanguardia della tecnologia ed il funzionamento dei macchinari, inconsapevole del fatto che un giorno avrebbe contribuito con le sue invenzioni.
Fu bersagliere dall’età di 18 anni e venne impiegato come portalettere ciclista durante la Prima guerra mondiale. Quando tornò dal fronte, lavorò presso la ditta Faini per la quale progettò e realizzò una motocicletta 100cc.
Nel 1930 sperimentò e brevettò il sistema skivass, un’invenzione tecnologico-sportiva a metà strada tra la canoa e gli sci, con cui si poteva camminare sull’acqua.
Ma l’invenzione con cui divenne celebre, venne creata quando spostò la sua bottega da Malgrate a Lecco, dove trascorreva quasi tutte le sue giornate. Qui progettò molte sue invenzioni e brevetti, tra cui il celebre batiscafo C3, “il primo mezzo sottomarino di pace, per ricerche scientifiche” (registro ufficiale della US Navy, la marina militare statunitense).
Il 29 febbraio 1948, il C3 ebbe il collaudo ufficiale, arrivando ad una profondità di -68m, mentre il 12 marzo dello stesso anno Pietro Vassena e il sommergibilista Nino Turati scesero a 412 metri, stabilendo il record mondiale di profondità dell’epoca.
Purtroppo, il sottomarino precipitò sul fondale per ben due volte: la prima, avvenne l’8 ottobre a causa di un portello lasciato aperto, facendo così entrare acqua e spezzando il cavo di sostegno. La seconda volta avvenne il 20 novembre, durante un primo tentativo di discesa senza equipaggio, dove a causa di un guasto al verricello – la macchina che movimenta pesi tramite una fune o catena – e ad un conseguente errore di manovra, il cavo cadde in acqua al seguito del batiscafo.
Irene Ippolito
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