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Kendrick Lamar: i simboli culturali della performance al Superbowl 

È da domenica scorsa, la giornata conosciuta come Superbowl Sunday negli Stati Uniti, che non si fa altro che parlare della performance di Kendrick Lamar all’halftime (intervallo) del Superbowl.

Se ne parla su tutti i social, ne parlano i giornali, perfino molte celebrità…se ancora non hai capito perché, sei nel posto giusto! 

Cos’è successo?

È successo che prima di domenica scorsa Kendrick Lamar aveva promesso di raccontare una vera e propria storia, e quindi che la sua performance avrebbe assunto una forma di “storytelling”. Ed è esattamente quello che ha fatto. In modo geniale, aggiungerei. 

Primo artista nell’halftime del Superbowl a presentare una performance esclusivamente rap, Kendrick Lamar ha voluto inserire simboli socioculturali impossibili da ignorare, contornati da un’esibizione artistica esplosiva.

Vediamoli insieme! 

LA SCENOGRAFIA

Durante l’intervallo, il campo di football diventa un controller della Playstation che prende vita. I ballerini e le luci formano i quattro simboli famosi: triangolo, quadrato, cerchio e x. 

Secondo il direttore artistico Shelly Jones, l’idea sarebbe arrivata proprio da Lamar, che desiderava trasmettere un doppio significato; sia rappresentare la sua vita e carriera sotto forma di videogioco, sia trasmettere l’idea che in questo momento storico in America tutti stanno “giocando” al Great American Game, che non è altro che il tentativo di sopravvivere in America.

Anche i colori hanno un ruolo importante. Tutte le persone coinvolte nella performance, da Kendrick Lamar ai ballerini alle comparse, indossano capi rossi, bianchi o blu. Il blu dell’outfit di Lamar richiama il suo legame con la West Coast, Samuel L. Jackson indossa uno smoking ispirato al poster di reclutamento di Uncle Sam, Serena Williams e Mustard in blu, SZA in rosso. 

A primo impatto sembra trattarsi di un banale omaggio ai colori della bandiera americana, anche perché durante la coreografia i ballerini creano le forme reali della bandiera. In realtà, seguendo un’analisi più profonda, è più probabile che quei colori richiamino due gang/bande rivali di Los Angeles, i Blood e i Crips (su cui Lamar aveva richiamato l’attenzione già al concerto Pop Out); anche Serena Williams viene inquadrata mentre fa la “Crip walk”, ossia una sorta di passo di danza hip-hop associato proprio ai Crips di Compton ma spesso usato anche dagli atleti per celebrare la vittoria e adottato dalla cultura hip-hop. Per saperne di più sulla storia della Crip walk clicca qui!

LE COMPARSE

Una delle comparse più importanti nella performance di Lamar è sicuramente quella di Samuel L. Jackson nelle vesti di un “emcee”, per MC (master of cerimonies). Jackson è Uncle Sam, la personificazione nazionale degli Stati Uniti, in particolare del governo americano. 

Jackson parla del Great American Game. Non si riferisce alla posizione culturale del football come sport dominante, come potrebbe sembrare, ma al “gioco” di sopravvivere in America. In America, dove vige un governo oppressivo e di ispirazione fascista. Dove il presidente firma per bruciare i diritti e le opportunità di migliaia di persone e comunità. 

Samuel L. Jackson è uno dei simboli della rivoluzione. Ha alle spalle una lunga storia di resistenza (privata e pubblica) contro il governo americano, di partecipazione a svariate proteste e di coinvolgimento profondo nel movimento Black Power. 

Anche Serena Williams compare brevemente ma in modo significativo. Viene inquadrata per pochi secondi impegnata in una Crip walk mentre Kendrick canta “Not like us”. Come Kendrick, Serena è cresciuta a Compton (cfr. Crip walk per cui era stata criticata ai mondiali di Londra), quindi sicuramente vi è una condivisione del legame verso il luogo di appartenenza. In aggiunta, dopo la diffusione di voci su una presunta relazione tra la Williams e Drake, con il quale Lamar è in un rap feud dal 2013 circa, Drake l’ha “dissata” in alcuni suoi pezzi, deridendo anche il marito. Comparire improvvisamente in scena durante una canzone che dissa Drake è una bella rivincita per Serena Williams, direi. 

FORTY ACRES AND A MULE

Prima di esibirsi con il brano NOT LIKE US, canzone vincitrice nella categoria Best Rap Song ai Grammy 2025, Kendrick Lamar ha pronunciato delle parole importanti e profonde (purtroppo sottovalutate o ignorate da molti).

“forty acres and a mule, this is bigger than the music”

L’impatto storico-culturale di questa frase è stratosferico.

“Forty acres and a mule” fa riferimento al risarcimento che doveva essere assegnato agli schiavi afro-americani liberati dopo la guerra civile americana (1861-1865): 40 acri di terra coltivabile ed un mulo con il quale trascinare l’aratro per coltivarla. 

Questo progetto era il frutto dello Special Fields Orders N.15, emanato il 16 gennaio del 1865 dal Maggiore Generale W. Sherman, e si applicava alle famiglie nere che vivevano vicino alla costa della Carolina del Sud, della Georgia e della Florida. I muli non erano presenti in realtà nel primo provvedimento, ma potrebbero essere stati distribuiti comunque dall’esercito.

Successivamente, il presidente Andrew Johnson, salito al potere dopo l’assassinio di Licoln, ha revocato gli ordini di Sherman. Intanto entro il giugno del 1865, circa 10.000 schiavi liberati erano stati insediati su 400.000 acri in Georgia e Carolina del Sud; con il ribaltamento dell’ordine, Johnson poi ha restituito tutte le terre ai precedenti proprietari bianchi.

Aggiungendo “this is bigger than the music”, Kendrick Lamar ha voluto sottolineare come la sua non fosse solo una performance musicale, ma un vero e proprio invito alla protesta, alla rivoluzione, alla consapevolezza e ovviamente al ricordo; il ricordo del totale fallimento del governo americano e della società americana nell’assistere la comunità afro-americana nel corso della storia con l’equità e la giustizia che merita (che purtroppo comprende anche il presente).

Insomma, il simbolismo ben curato della performance di Kendrick Lamar vuole invitare gli americani ad aprire finalmente gli occhi e ribellarsi agli abusi di potere. 

Per citare proprio Kendrick Lamar, che a sua volta ha citato la poesia di Gil Scott-Heron ribaltandone il significato, intimando tutti ad una rivoluzione forte e pubblica e da mandare avanti con orgoglio e senza nascondersi:

THE REVOLUTION WILL BE TELEVISED

Marcella Cacciapuoti

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Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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