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Napoli (ri)scopre sé stessa e il suo passato: riemerge dopo 400 anni la lapide del tempio di Diana

Per festeggiare i 2500 anni della città, Partenope ha donato ai suoi cittadini un pezzo della sua storia.

All’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Alberi in costiera sorrentina è stato ritrovato un reperto scomparso 400 anni fa dall’attuale Basilica della Pietrasanta, nel cuore del centro storico di Napoli.

Un ritrovamento che non solo conferma l’importanza del culto di Diana nell’antica Neapolis, ma dona nuove prospettive di scavo per il patrimonio archeologico della città. 

Napoli è una città che non smette mai di sorprendere dove storia, archeologia e mistero sono legati da un nodo gordiano. Nel corso delle scorse settimane durante alcuni lavori di restauro nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Alberi, una piccola frazione collinare di Meta di Sorrento, è stata ritrovata – dopo 400 anni di oblio – una lapide scomparsa dalla Basilica della Pietrasanta di Napoli. Secondo le ricostruzioni storiche la lastra fu rimossa nel 1607 e da allora se ne sono perse completamente le tracce: un ritrovamento avvenuto quasi per caso. 

Sul marmo della lapide vi è un’iscrizione latina che menziona la fratria degli artemisi, una confraternita volta al culto della dea Diana. Questa iscrizione e la presenza antica di questa lapide nel centro storico di Napoli rafforza l’ipotesi secondo la quale la Basilica della Pietrasanta, oggi un luogo sacro cristiano, sorga sulle fondamenta di un antico luogo di culto pagano. Secondo quanto riportato, il culto di Diana, la dea protettrice delle donne, degli animali e della natura, era molto diffuso nel mondo romano e a Napoli, dove la comunità viveva a contatto con i boschi e le montagne circostanti, essa rappresentava un punto di riferimento importante. Durante la cristianizzazione dell’Impero Romano molti templi pagani furono rasi al suolo e riconvertiti in edifici cristiani: questo destino toccò probabilmente anche al tempio di Diana, ormai quasi del tutto dimenticato fino al recente ritrovamento. 

“Guardate la Pietrasanta, vedrete una chiesa. Entrate dentro, vedrete la bellezza”.

In un appello tramite l’articolo de Il Mattino, il presidente della Fondazione Pietrasanta, Raffaele Iovine, ha chiesto che la lapide possa essere esposta in maniera temporanea nella Basilica per celebrare i 2500 anni di Napoli: “Sarebbe un regalo meraviglioso per la città“. 

Al momento non vi sono dichiarazioni ufficiali né da parte della Soprintendenza, né da parte della parrocchia di Alberi. La comunità scientifica e culturale attende nuovi sviluppi, non solo sulla fruibilità dell’accesso a questa lapide, ma anche sulla storia culturale e religiosa di Napoli.

Antonietta Della Femina 

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immagine creata con AI

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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