Concerti e FestivalPrimo PianoSociale

Sanremo oggi: fenomeno social

La serata finale ha superato il 73% di share, sorpassando tutti i ricordi degli anni precedenti, ma cos’è che permette alla Rai di essere sempre più popolare?

C’era una volta Sanremo, erano gli anni ‘50, c’erano quattro cantanti in gara, loro stessi cantavano più canzoni in gara all’interno del casinò, durava tre serate e poi tutti a casa.

Nei giorni successivi le canzoni passavano in radio e finiva lì. Negli anni ‘60 e ‘70 ha subito una crisi: programmi come Canzonissima e Senza Rete avevano più popolarità della gara canora per eccellenza e negli anni ‘80 dovette reinventarsi.

Ci pensa Pippo Baudo, fu il primo a condurre il Festival verso un fenomeno più popolare: ripristina il live, crea Sanremo Giovani, traghetta la gara all’Ariston, insieme ai mass media e delle case discografiche sa in quale direzione andare.

Cosa succede poi? Negli anni ‘90 e 2000 Sanremo mantiene il suo aplomb d’elite, molti cantanti decidono di non parteciparvi perché ritengono ci vada il solito “circoletto”, è considerato ormai un’istituzione per pochi.

Da quando ho iniziato a guardarlo io, cioè da quando ne ho memoria (diciamo fine anni ‘90), Sanremo è sempre stato considerato una roba da sfigati: “Che fai lo guardi? Ma lo guardi solo tu. Che lo guardi a fare. È un programma per vecchi. A cosa ti serve?”.

Quando è capitata la svolta? Sicuramente a partire dai Festival condotti da Carlo Conti dal 2015. In gara non ci sono più le solite matriarche della canzone italiana, ma anche fenomeni emergenti in gara con i big storici e non per forza nella classifica dei giovani. Questo ha fatto storcere il naso ai conservatori di Sanremo ma Carletto ci ha visto lungo: gli ascolti sono aumentati soprattutto nella fascia giovanile degli anni dai 18 ai 28, Sanremo comincia a essere guardato anche sulle piattaforme di streaming, aumentano i voti e il gradimento. 

Poi arriva il fenomeno Fantasanremo, non è altro che un Fantacalcio in cui si scommette sui cantanti invece che sui calciatori. Ogni sera c’è una sfida: i cantanti sui quali si scommette devono compiere sul palco delle azioni al di fuori dell’ordinario. All’inizio sembravano tutti pazzi, ormai invece anche i conduttori hanno imparato che se il cantante chiede qualcosa di strano è dovuto al Fantasanremo. I risultati? Anche chi non guarda Sanremo gioca al Fantasanremo e i creatori della piattaforma stanno avendo un successo incredibile.
Altri fenomeni emergenti come i tiktoker conducono interviste nel backstage in modo che nella Settimana Santa tutto sia incentrato su Sanremo.

Questo è merito dei conduttori? Non del tutto. Sanremo ormai è stato stigmatizzato, si è liberato da quel suo antico velo d’elite, anche i cosiddetti “cantanti di nicchia” vi partecipano e hanno capito che è un introito pubblicitario non indifferente. I giovani commentano sui social, utilizzano le canzoni nei reel su instagram e guarderanno Sanremo sempre di più.
Insomma noi Sanremers da sempre non siamo più gli sfigati degli anni ‘90, d’altronde stiamo ancora qui a parlarne.

Lucia Russo

Leggi anche: La storia del festival di Sanremo: tradizione e modernità della musica italiana

Photocredits: Rai play

Lucia Russo

Lucia. Amante della luce per destino: nomen omen. Tuttavia crede che per arrivare a quella luce ci sia bisogno del caos e della contraddizione, scrutarsi dentro, accettarsi e avere una profonda fiducia in sé stessi. Il rimedio a tutto il resto: una buona porzione di parmigiana di melanzane.
Back to top button