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Cos’è il fenomeno dell’incastellamento?

Nel Medioevo la sicurezza dei villaggi era costantemente minacciata dalle incursioni dei popoli che provenivano dal nord come i Normanni, gli Ungheresi ma anche dai pirati Saraceni, che depredavano, uccidevano e facevano prigionieri da vendere poi come schiavi. 

Il potere centrale, che era stato nelle mani della dinastia carolingia, si era dissolto e i regni nati successivamente erano instabili,  il governo del territorio e la sicurezza erano infatti trascurati, rendendo le condizioni di vita della popolazione molto difficili.

La precarietà che caratterizzava in questo tempo il potere politico, fece sì che tra il IX ed il XIII secolo nascesse un fenomeno, destinato a mutare profondamente il territorio italiano: l’incastellamento

Conti e marchesi, a cui il re affidava il governo del territorio ed anche ecclesiastici possessori di terre, avevano perso il controllo effettivo sui territori, sebbene delle zone furono dotate di fortificazioni, le frequenti invasioni di nemici e i complicati rapporti con i vassalli, che tendevano ad impossessarsi e trasmettere agli eredi i possessi concessi loro in modo temporaneo, avevano reso difficile attuare in modo efficace la difesa delle città.  

In un contesto così critico avveniva molto spesso che il signore non aveva il tempo o il modo di richiedere l’autorizzazione del sovrano o dei poteri autorizzati, per costruire un castello, la quale arrivava dopo che il castello era stato costruito e delle volte non era proprio richiesta dagli interessati, in quanto completamente abbandonati dalle autorità.

L’incastellamento nasce dunque dalla necessità di difendersi, ed i signori locali decisero di occuparsi della loro sicurezza e di quella della popolazione del villaggio, che solitamente coltivava le terre del dominus, ma anche piccoli coltivatori e  artigiani delle zone circostanti,  costruendo castelli e fortificazioni intorno ai luoghi abitati, oppure spostandosi in posizioni strategiche, come sulle montagne. 

Gli abitanti partecipavano alla costruzione del villaggio fortificato e del castello, queste nuove realtà erano dotate di una cinta muraria possente, torri di avvistamento, fossati con ponti e all’interno veniva edificata una chiesa e magazzini per raccogliere provviste anche in caso di assedio, pozzi e cisterne per conservare l’acqua. 

Di conseguenza il signore divenne amministratore del luogo e della popolazione che viveva all’interno della mura, arrivando a svolgere funzioni che prima spettavano al potere centrale: imponeva tasse, amministrava la giustizia, difendeva militarmente la zona, si occupava in tutto e per tutto della vita dei suoi abitanti, creando una sorta di piccolo regno nel regno. 

Anche per quanto riguarda la viabilità ci furono dei cambiamenti, in quanto questi nuovi centri avevano la necessità di creare nuove strade per rapidi collegamenti e furono anche ripristinate quelle che dopo la caduta dell’impero romano si erano progressivamente deteriorate per la mancanza di manutenzione e pericolosità di predoni. 

Il territorio italiano dunque subì notevoli modifiche che ancora oggi, in tutte le regioni, possiamo osservare quando visitiamo caratteristici borghi medievali che sono sopravvissuti allo scorrere del tempo. 

Beatrice Gargiulo 

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Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.
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