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“Donne che camminano” tra musica e parole, Rita Pavone racconta di donne che non si arrendono

In questi giorni, Rita Pavone sta girando l’Italia per presentare la sua ultima opera: il libro “Gemma e le altre, donne ferme e donne che camminano”, edito da La Nave di Teseo.

Il 17 marzo è stata ospite della Feltrinelli di Piazza dei Martiri a Napoli, dove ha dialogato con il giornalista Luca Iavarone e la nostra Caporedattrice, Benedetta De Nicola.

Il titolo del libro anticipa già il cuore del racconto: donne, esplorate nella loro intimità, nella loro forza e fragilità. Le protagoniste di “Gemma e le altre” non sono del tutto nuove per il pubblico di Rita Pavone, che le aveva già raccontate nell’omonimo album del 1989. Come ha raccontato la stessa Rita, quel disco aveva ottenuto un buon riscontro dalla critica, ma non fu promosso a sufficienza dalle radio, considerate le tematiche “audaci” trattate, tra cui un amore omosessuale. 

“Gemma e le altre” nasce proprio da questa riflessione e dalla volontà di riportare alla luce un lavoro musicale ancora oggi attuale. Elisabetta Sgarbi, fondatrice della casa editrice La Nave di Teseo, colpita dalla concretezza delle donne raccontate nell’album, ha chiesto a Rita Pavone di trasformare quelle canzoni in un libro. E con il coraggio che la caratterizza, Rita Pavone ha risposto a questa sfida con passione, tanto da consegnare il manoscritto prima del termine stabilito. «Quando qualcuno mi dà fiducia, faccio di tutto per non tradirla», ha dichiarato Rita. 

Durante l’incontro, due generazioni di donne si sono confrontate sulla condizione femminile, mettendo in luce le contraddizioni e le difficoltà che le donne – sia nel mondo dello spettacolo che nella vita quotidiana – si trovano ad affrontare. Luca Iavarone e Benedetta De Nicola hanno approfittato della tematica del libro per parlare di diverse problematiche ancora attuali riguardanti le donne, approfondendo temi come la lotta per l’emancipazione, la competizione tra donne, e le difficoltà che molte continuano ad affrontare nel farsi ascoltare e rispettare.

Rita ha raccontato la sua esperienza di donna cresciuta in una famiglia patriarcale, con tre fratelli maschi e la necessità di comportarsi “come un maschio” per essere presa sul serio. Ha anche parlato della difficoltà di trovare supporto nel mondo femminile, spesso segnato da una forte competizione, ma ha anche condiviso come sia riuscita a superare questi limiti.

Se è vero che la società – più di allora che oggi, anche se non possiamo dire che sia tutto superato – impone alle donne regole di comportamento diverse da quelle degli uomini, è altrettanto vero che disobbedire è un atto di forza. «Ho un gran bel carattere, non mi offendo per queste cose. Quando mi sposai, mi dissero che sarebbe stata una storia che sarebbe durata il tempo di una canzone. E invece, poco fa, ho festeggiato 57 anni di matrimonio». Con queste parole, Rita sottolinea l’importanza di avere fiducia in sé stessi, di perseguire il proprio cammino senza permettere ad altri di decidere cosa si è e cosa si può diventare.

Un altro tema sviscerato durante l’incontro è quello del corpo. Come ogni donna nel mondo dello spettacolo, anche il corpo di Rita Pavone è stato oggetto di attenzioni, critiche e battute, che oggi possiamo definire forme di bodyshaming. La chiamavano “Pel di Carota” o “ragazzino”. Eppure, Rita ha sempre risposto con una grande autostima: «Forse non sono bella, ma non me ne è mai fregato niente». Queste parole, sottolinea Benedetta De Nicola, risuonano particolarmente forti oggi: molte ragazze e donne arrivano a odiarsi perché i loro aspetto non rispecchia i canoni della società. Non tutte nascono con l’autostima di Rita Pavone, e se da un lato dovremmo cercare di prenderne esempio, dall’altro potremmo iniziare a moderare i nostri giudizi nei confronti dei corpi degli altri. 

E infine, siamo arrivati al cuore dell’opera: Gemma, Elena, Adele sono solo alcune delle donne raccontate in “Donne ferme e donne che camminano”. Esistono donne che rimangono bloccate nelle loro fragilità, nei loro amori sbagliati, che arrivano a farsi calpestare pur di sentirsi amate, e poi ci sono donne che non si lasciano imprigionare, che amano prima di tutto sé stesse e che proprio grazie a questo amore sono in grado di superare ogni difficoltà. Anche se potrebbe sembrare una divisione netta tra due “modi di essere”, questa riflessione suggerisce in realtà la necessità di una scelta. Ogni donna, indipendentemente dalle circostanze, ha la capacità di camminare, di avanzare nella propria vita. La vera sfida è trovare il proprio modo di farlo, scoprire la forza nascosta dentro di sé che, a volte, è solo questione di tempo e di consapevolezza. È come se Rita volesse dire che non esistono donne destinate a restare ferme: ognuna ha la possibilità di camminare verso ciò che desidera.

Rita ha espresso tutta la sua felicità per la presentazione del libro: «È un’emozione fortissima. È la prima volta che mi cimento nella scrittura di un libro che non è la mia biografia, la prima volta che mi trovo a costruire storie e personaggi e sono felicissima dell’affetto che sto ricevendo dal pubblico». 

Con questo libro, Rita Pavone ci insegna soprattutto a non temere mai di accettare nuove sfide e di metterci alla prova: non sapremo mai di cosa siamo veramente capaci finché non ci lanciamo nell’impresa.

Nadia Rosato 

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Nadia Rosato

Nadia Rosato, napoletana di nascita e di residenza. Laureata in Filologia Moderna. Ho la luna in gemelli. Il modo migliore per farmi fare una cosa è dirmi che non posso farla.
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